Ecco la selezione delle sentenze più interessanti pubblicate la scorsa settimana; gli argomenti oggetto delle pronunce sono: abuso edilizio, cosa fare per un’acquisizione gratuita al patrimonio comunale; che differenza c’è tra tenda e pergolato? Che titolo edilizio è necessario per una veranda? Le osservazioni dei proprietari interessati a una variante al PRG sono un apporto collaborativo. E, infine, che funzione hanno gli oneri di urbanizzazione?
Tenda o pergolato: i bracci metallici fissi
Estremi della sentenza: TAR Toscana, sez. III, sent. 5 aprile 2018 n. 486
Massima: la presenza di bracci metallici fissi non trasforma una tenda in un pergolato.
È illegittimo ritenere che una tenda sorretta da bracci metallici fissi sia equivalente ad un pergolato. I bracci metallici, infatti, non valgono ad escludere che la tenda rimanga tale, ossia opera inidonea a integrare una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio (T.A.R. Napoli, sez. III, 03/07/2017, n. 3570). L’intelaiatura metallica non va considerata come elemento fine a se stesso ma come elemento costitutivo della tenda, quale elemento di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, finalizzata ad una migliore fruizione dello spazio esterno dell’unità abitativa (Consiglio di Stato, sez. VI, 27/04/2016, n. 1619).
È quindi il criterio funzionale che deve guidare la classificazione del manufatto, potendosi escludere la natura di tendaggio solo nei casi in cui appaia evidente che la struttura complessivamente intesa (comprensiva della intelaiatura e del tessuto retrattile) non sia volta alla migliore fruizione di spazi già esistenti ma sia preordinata alla creazione di un nuovo ambiente coperto. Ciò non avviene nel caso di una tenda che si correla funzionalmente ad un preesistente balcone, del quale è destinata a consentire un migliore sfruttamento, consentendone la frizione anche in giornate fortemente soleggiate o piovose.
Abuso edilizio, cosa fare in caso acquisizione comunale?
Estremi della sentenza: TAR Lazio, Roma, sez. II quater, sent. 3831 del 6 aprile 2018
Massima: affinché un bene immobile abusivo possa essere legittimamente oggetto di acquisizione gratuita al patrimonio comunale occorre che il presupposto ordine di demolizione sia stato notificato a tutti i comproprietari, al pari anche del provvedimento acquisitivo
Affinché un bene immobile abusivo possa essere legittimamente oggetto dell’ulteriore sanzione costituita dall’acquisizione gratuita al patrimonio comunale ai sensi dell’art. 31, d.P.R. n. 380 del 2001, occorre che il presupposto ordine di demolizione sia stato notificato a tutti i comproprietari, al pari anche del provvedimento acquisitivo.
Ciò poiché risponde a ovvi principi di tutela del diritto di difesa e di partecipazione procedimentale il non riconoscere idoneità fondativa dell’irrogazione della sanzione dell’acquisizione al patrimonio comunale nei riguardi dei comproprietari che non abbiano ricevuto regolare notifica dell’ordinanza di demolizione, l’inottemperanza alla quale costituisce presupposto per l’irrogazione della sanzione acquisitiva. E perché, con la sanzione dell’acquisizione, si viene a pregiudicare definitivamente il soggetto già titolare del diritto di proprietà sui beni confiscati (cioè il fabbricato e le aree circostanti, nella misura indicata dalla legge) per cui necessariamente tale provvedimento ablatorio, a contenuto sanzionatorio, deve essere notificato al proprietario inciso e, se i proprietari siano più di uno, esso deve essere notificato a tutti, atteso che non sarebbe possibile una spoliazione solo pro quota (TAR Campania – Napoli, sez. VIII, 7 novembre 2017, n. 5218).
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Verande: che titolo edilizio ci vuole?
Estremi della sentenza: Consiglio di Stato, sez. VI, sent. 3 aprile 2018 n. 2033
Massima: la realizzazione di una veranda attraverso la chiusura di un balcone necessita del permesso di costruire
La realizzazione di una veranda attraverso la chiusura di un balcone necessita del permesso di costruire: ciò in quanto la creazione di un vano chiuso in ampliamento dell’unità abitativa implica un mutamento della sagoma dell’edificio, nonché un aumento di superficie e un volume urbanisticamente rilevanti (v. sul punto, ex plurimis, Cons. Stato, Sez. VI, 28 gennaio 2014, n. 435).
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PRG: che funzione hanno le osservazioni dei proprietari interessati?
Estremi della sentenza: TAR Emilia Romagna, Bologna, sez. I, sent. 3 aprile 2018, n. 276
Massima: le osservazioni dei proprietari interessati ad una variante rappresentano un mero apporto collaborativo e devono essere esaminate e valutate in rapporto all’interesse generale, non richiedendo, per il loro rigetto, una dettagliata motivazione
È principio assolutamente pacifico in giurisprudenza che “le osservazioni dei proprietari interessati a una variante rappresentano un mero apporto collaborativo e devono essere esaminate e valutate in rapporto all’interesse generale, non richiedendo, per il loro rigetto, una dettagliata motivazione” (ex plurimis: Consiglio di Stato 1700/2017).
Le scelte urbanistiche costituiscono valutazioni di merito sottratte al sindacato giurisdizionale e la presentazione di un’osservazione non comporta, in caso di rigetto o di accoglimento parziale, un particolare onere motivazionale in capo all’Amministrazione, essendo sufficiente che la medesima sia stata esaminata e ragionevolmente ritenuta in contrasto con gli interessi e le considerazioni generali poste a base della formazione del piano regolatore o della sua variante.
Oneri di urbanizzazione: che funzione hanno?
Estremi della sentenza: TAR Piemonte, sez. I, sent. 4 aprile 2018 n. 417
Massima: gli oneri di urbanizzazione hanno funzione recuperatoria delle spese sostenute dalla collettività comunale in relazione alla trasformazione del territorio assentita al singolo, traendo quindi la propria causa nel dovere di partecipazione, da parte del titolare del permesso edilizio, ai costi delle opere di urbanizzazione connessi all’edificazione, in proporzione all’insieme dei benefici che la nuova costruzione ne ritrae
Gli oneri di urbanizzazione, aventi natura di corrispettivo di diritto pubblico, sono commisurati al costo delle opere di urbanizzazione da realizzarsi concretamente nella zona, rappresentando un corrispettivo delle spese poste a carico della collettività per il conferimento al privato del diritto all’edificazione e dei vantaggi che il concessionario ottiene per effetto della trasformazione del territorio.
Hanno, cioè, funzione recuperatoria delle spese sostenute dalla collettività comunale in relazione alla trasformazione del territorio assentita al singolo, traendo quindi la propria causa nel dovere di partecipazione, da parte del titolare del permesso edilizio, ai costi delle opere di urbanizzazione connessi all’edificazione, in proporzione all’insieme dei benefici che la nuova costruzione ne ritrae (cfr., di recente, TAR Puglia, Bari, sez. III, sent. n. 468 del 2017; TAR Lombardia, Milano, sez. II, sent. n. 469 del 2017).
In collaborazione con www.studiolegalepetrulli.it
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