L’11 maggio scorso il Governo ha annunciato con una nota ufficiale l’arrivo di un emendamento sull’housing universitario per avviare le misure previste dal PNRR, con risorse per 660 milioni di euro da destinare ad alloggi universitari. Ma poi questo emendamento, così come l’altro a cui la nota fa riferimento – sulla parità di genere negli appalti pubblici – è stato ritirato per una questione tecnica.
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Ora la questione della parità di genere è stata definitivamente inserita all’interno del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57 (“Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico”), in vigore dal 30 maggio, che prevede anche una semplificazione sull’housing universitario.
L’articolo 2 (Ulteriori disposizioni per la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza), al comma 2, stabilisce infatti che “All’articolo 1-bis della legge 14 novembre 2000, n. 338, il comma 13 è soppresso”. Questo comma della legge n. 338/2000 (Disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari), in materia di nuovo housing universitario, ora soppresso, subordinava le misure all’autorizzazione della Commissione europea.
Bandi PNRR per incentivare l’housing universitario in arrivo
Vediamo nel dettaglio cosa prevede l’emendamento – che verrà convogliato al DL 51/2023 – e quali sono gli obiettivi fissati con il PNRR circa la missione M4C1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università all’interno della quale rientra la riforma 1.7 sugli alloggi per studenti.
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Dalle interlocuzioni del Governo con la Commissione europea, è emersa la possibilità di escludere la natura di aiuto di Stato per gli incentivi destinati all’housing universitario.
Con l’emendamento in questione verrà confermata, anche a livello legislativo, l’immediata operatività delle misure che destinano 660 milioni di euro all’acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore.
Come abbiamo accennato sopra, si tratta di misure che rientrano nel PNRR e introdotte dall’articolo 25 del decreto legge n. 144 del 2022 (detto anche Aiuti Ter), convertito con modificazioni dalla legge 17 novembre 2022, n. 175.
Il prossimo step è quello che prevede la pubblicazione, da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), della manifestazione di interesse verso gli enti pubblici che dispongono di immobili in disuso (caserme, palazzi, ecc…) e che potrebbero essere convertiti in studentati.
In seguito il ministero procederà all’emissione dei bandi destinati alle imprese al fine di procedere con gli interventi di ristrutturazione, quindi alla gestione delle strutture.
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Cosa prevede la missione PNRR per gli alloggi studenti
La riforma PNRR che interessa gli alloggi studenti è la 1.7 che rientra nella più ampia missione M4C1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università.
L’obiettivo è quello di incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata da parte del MUR degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. Il traguardo da raggiungere è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40 mila a oltre 100 mila entro il 2026.
Le principali modifiche normative previste sono le seguenti:
- apertura della partecipazione al finanziamento anche a investitori privati, o partenariati pubblico-privati;
- supporto della sostenibilità degli investimenti privati, con garanzia di un regime di tassazione simile a quello applicato per l’edilizia sociale, che però consenta l’utilizzo flessibile dei nuovi alloggi quando non necessari l’ospitalità studentesca;
- adeguamento degli standard per gli alloggi, mitigando i requisiti di legge relativi allo spazio comune per studente disponibile negli edifici in cambio di camere (singole) meglio attrezzate;
- agevolazioni per la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture in luogo di nuovi edifici greenfield (prevedendo una maggiore percentuale di cofinanziamento, attualmente al 50%), con il più alto standard ambientale che deve essere garantito dai progetti presentati;
- digitalizzazione della procedura per la presentazione e la selezione dei progetti.
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Affitti sempre più alti: un problema che non riguarda solo gli studenti
Non solo studenti ma anche, lavoratori precari e famiglie subiscono il caro affitti e la faccenda riguarda molte città, sia italiane sia europee.
Da un indagine di Immobiliare.it, Milano è risultata nel 2022 la città più cara d’Italia con il prezzo di una stanza singola che raggiunge mediamente quota 620 euro. Un dato in rialzo del 20% rispetto al 2021 e dell’8,2% rispetto al periodo pre-pandemia.
Seguono, Roma dove per una singola si paga in media 465 euro, 248 per la doppia, Padova e Firenze, dove per affittare una singola servono poco più di 450 euro.
In quinta posizione Bologna dove una singola può arrivare a 447 euro.
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