Progettare case green: soluzioni per costruzioni interrate e cantine

Sui nuovi edifici è più semplice intervenire, si può agire direttamente dall’esterno, isolando le strutture in risalita; più problematico invece è l’intervento per le strutture esistenti, dove la fondazione poggia direttamente sul terreno

Pare ovvio che il problema principale delle strutture interrate, oltre alla parte statica, sia costituito dai rischi di infiltrazioni delle acque di percolamento, di risalita capillare ed eventualmente di falda. Problemi e soluzioni
cambiano poi in relazione agli interventi sulle nuove costruzioni e sull’esistente.

Sui nuovi edifici è più semplice intervenire, in quanto si può agire direttamente dall’esterno, isolando le strutture in risalita; più problematico invece è l’intervento in condizioni di strutture esistenti, dove la fondazione poggia direttamente sul terreno.

Agendo sulla nuova costruzione, il sistema costruttivo statico più impiegato e che assolve a questa funzione è costituito dalla tecnologia del cemento armato, sia per le fondazioni, che per la costruzione delle pareti contro terra.

Prima di realizzare la costruzione interrata, per qualunque destinazione d’uso, sarà necessario provvedere all’impermeabilizzazione delle parti strutturali contro terra, adottando due possibili sistemi.

>> Vorresti ricevere news come questa? Clicca qui, è gratis

Indice

La differenza tra locali caldi e freddi

Nel caso di locali freddi, non riscaldati, non sussistendo la necessità di isolare, sarà sufficiente impermeabilizzare le strutture agendo dall’esterno e, quindi, operando sul piano del terreno o del magrone, prima dell’esecuzione del getto di fondazione e dei muri in elevazione. In questo caso, l’impermeabilizzazione in piano eccederà oltre il perimetro e si raccorderà con la guaina che verrà collocata sulla parete verticale contro terra, fino a fuoriuscire dal terreno ed interagire fin sotto il cappotto termico, qualora quest’ultimo sia presente.

Nel caso invece di locali interrati riscaldati, occorrerà isolare oltre che impermeabilizzare tutta la struttura contro terra, avvolgendola con una soluzione di continuità, dal piano al verticale, agendo con due possibili soluzioni:

  • impiegando vetro cellulare in pannelli compatti, incollati in aderenza alle strutture statiche;
  • adottando ghiaia di vetro cellulare.

Queste due soluzioni costituiscono entrambe un sistema di isolamento-impermeabile che evita la realizzazione del vespaio aerato.

Soluzione green per locali interrati esistenti

Nei casi di ristrutturazione di locali cantinati esistenti, i problemi che si pongono generalmente sono gli stessi che si rilevano per le nuove costruzioni, ovvero dover isolare dall’acqua, dall’umidità, dal gas Radon e, in certi casi anche termicamente. A differenza della nuova costruzione, però, questi problemi non sempre sono risolvibili alla radice e devono essere affrontati dall’interno, con l’applicazione di materiali, che necessariamente ingombrano spazio utile. L’umidità presente, se è di natura capillare o proveniente dal percolamento delle acque di pioggia, in genere non costituisce un arduo problema, ma deve essere comunque risolta.

Un sistema green e collaudato per questa problematica è l’applicazione di materiali quali il vetro cellulare in lastra per il pavimento e il silicato di calcio per la parete. L’isolamento del pavimento con vetro cellulare blocca il passaggio dell’umidità dal sottosuolo e isola termicamente. La funzione del silicato di calcio a parete, invece, asseconda l’umidità che si infiltra dalle pareti, mantenendo la stabilità dimensionale del materiale di rivestimento. Anche in presenza di molta umidità, i pannelli di silicato di calcio assorbono l’acqua, per poi rilasciarla gradualmente per lungo tempo nell’ambiente interno.

È necessario comunque, in questi casi, che i locali, così trattati, siano periodicamente arieggiati, per evitare eccessivi accumuli dell’umidità relativa nell’aria.

Altra soluzione per locali interrati con chiusure perimetrali

Ferma restando la necessità di contrastare la spinta della terra di scavo con una struttura statica di cemento armato, sussiste la possibilità di tamponare il volume interrato con altre soluzioni che impiegano materiali meno impattanti rispetto alle membrane impermeabilizzanti. Nel caso della formazione di locali interrati, è necessario che lo scavo sia allargato per consentire l’aggiunta di uno spazio che funga da scannafosso, oltre al muro statico contro terra.

Lo scannafosso deve essere completamente libero da ingombri nel suo volume interrato, ben aerato, progettato con una larghezza idonea al passaggio di persone, con un piano concavo, dotato di caditoie e tubazioni per la raccolta delle acque meteoriche.

Per saperne di più, consigliamo la lettura del volume

FORMATO CARTACEO

Progettare e costruire case green

Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.

 

Roberto Sacchi | Maggioli Editore 2024

Iscriviti alla newsletter Progettare case green: soluzioni per costruzioni interrate e cantine aoqzlwlnnk1v21gh
Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento