Dopo la Riforma del Condominio, caccia all’amministratore improvvisato

Contro i rischi dell’amministratore condominiale fai-da-te improvvisato, bocciato dalla riforma del condominio da poco approvata, l’ANAMMI rivendica il ruolo associativo nella formazione del professionista. L’unica difesa è la formazione qualificata per gli operatori del settore.

Leggi il testo della Riforma del Condominio approvato.

In particolare il presidente Giuseppe Bica sottolinea che “nel testo si stabilisce l’obbligo di formazione iniziale e periodica, come proposto e realizzato già da tempo nella nostra Associazione, per combattere l’annoso fenomeno dell’amministratore condominiale fai-da-te. In tal senso, ricorda, a fornire indicazioni sugli enti formatori abilitati a preparare alla professione e ad aggiornare il futuro professionista, è la normativa sulle qualifiche professionali nell’Unione Europea (direttiva 2005/36/CE) recepita dalla legislazione italiana con dlgs 206/2007 (art. 26), che stabilisce regole chiare sulla definizione delle competenze professionali.

Tale provvedimento indica i criteri con i quali accreditare le associazioni più rappresentative nell’ambito delle professioni non regolamentate, come gli stessi amministratori: la formazione continua, la presenza sul territorio e l’adozione di un codice deontologico, sulla base del quale monitorare i comportamenti degli iscritti. Requisiti, questi, essenziali per essere iscritti nell’Elenco istituito ad hoc presso il ministero della Giustizia, e che l’ANAMMI, iscritta a questo elenco da due anni, ha già dimostrato di possedere.

“Sulla base di questi riferimenti normativi – aggiunge il numero uno dell’ANAMMI – la formazione dei professionisti condominiali spetta alle associazioni come la nostra, che, in ambito istituzionale, hanno avuto un riconoscimento ufficiale”. Anche perché, precisa Bica, “l’amministratore del condominio deve possedere competenze diverse per far fronte ad obblighi e adempimenti differenti, accresciuti dalla stessa riforma. Non a caso, in Associazione spieghiamo ai corsisti che il professionista del condominio deve essere un po’ avvocato, un po’ ingegnere, un po’ fiscalista”.
Alla formazione di base, ora si aggiungerà anche quella legata alla riforma. “Le numerose novità della normativa appena approvata in Senato – ha concluso il leader dell’Associazione – comportano la necessità di riqualificare gli amministratori già operanti sul mercato, aggiornandone le conoscenze professionali”. In tal senso, conclude il presidente Bica,“ci auguriamo che le istituzioni valorizzino maggiormente un settore, che, nonostante la crisi, continua a creare occupazione, offrendo nuove opportunità di lavoro”.

Redazione Tecnica

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