La conversione in legge del Decreto Legge Emergenze, il cui esame è iniziato proprio ieri alla Camera dei deputati, contiene alcune norme che prevedono contributi per il ripristino e la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma, a parte nel caso in cui sono colpiti da ordini demolizione. Inoltre, viene prevista una riapertura dei termini per il condono edilizio.
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Contributi per la ricostruzione, quali sono?
Sono previsti, quindi, contributi per gli interventi di ricostruzione o di recupero degli immobili privati che sono stati distrutti o danneggiati dalla crisi sismica. Per quanto concerne gli immobili distrutti, viene contemplato un contributo fino al 100% del costo delle strutture, degli elementi architettonici esterni e delle parti comuni, per la ricostruzione. Inoltre, all’interno del Decreto Emergenze è stato inserito un emendamento che recita: “nessun contributo può essere concesso per gli immobili danneggiati oggetto di ordine di demolizione o ripristino impartito dal giudice penale”.
Condono edilizio, contenuto del Decreto Emergenze
L’articolo 25 del Decreto Emergenze stabilisce nel dettaglio le procedure di condono (presentate ai sensi della Legge 47/1985) riguardo alle istanze pendenti, relative agli immobili danneggiati o distrutti dal sisma del 21 agosto 2017. Viene previsto che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, vengano conclusi i procedimenti, finalizzati all’esame delle istanze di condono.
Inoltre, viene specificato che il contributo “non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono” e che “il procedimento per la concessione dei contributi sia subordinato all’accoglimento delle istanze”.
Condono edilizio, Legambiente accusa
Da parte di Legambiente arrivano pesanti accuse inerenti al condono edilizio di Ischia: “L’articolo 25 prevede una sanatoria tombale per l’isola campana secondo la quale si devono concludere i procedimenti ancora pendenti per gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 2017, facendo riferimento alle sole disposizioni del primo condono, ossia la legge 47/1985 approvato dal governo Craxi. Una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino i due condoni approvati successivamente dai governi Berlusconi nel 1994 e 2003 vietavano, proprio perché posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente”.
Inoltre Legambiente ha sottolineato che l’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega “è un imbroglio”, in quanto non modificherebbe il testo, ma aggiungerebbe un passaggio “il nulla osta paesaggistico, già previsto e obbligatorio nella normativa del 1985, e conferma anche i contributi pubblici per gli edifici abusivi, escludendoli solo per gli aumenti di cubatura”. Infine, Legambiente ha invitato tutti i parlamentari ad abrogare le parole della parte finale del comma 1 dell’articolo 25.
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