Nel corso dell’iter parlamentare del decreto Sblocca Italia bisogna “reintrodurre il Regolamento nazionale” del settore.
L’appello arriva dal Consiglio nazionale dell’ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che chiede anche “maggiori responsabilità della Pubblica amministrazione inerte, limiti temporali alla sua autotutela e ai diritti di terzi”, per Paese in cui l’edilizia “è crollata, le banche non fanno credito e i grandi investitori vanno altrove”.
A che punto siamo
Secondo un recente rapporto della Banca Mondiale, l’Italia è al “112/mo posto su 185 Paesi per numero di procedure, tempi e costi necessari per poter avere un permesso in edilizia”. La Grecia è al 66/mo, quindi in una posizione migliore della nostra.
C’è anche un’altra classifica di cui tenere conto, quella dei ” tempi necessari ad avere un permesso”: siamo al 151/mo posto, in fondo alla graduatoria.
Lo Sblocca Italia diventando legge “può superare i problemi formali di contenimento legislativo dei decreti” ed è perciò “strategico per intervenire con un approccio assai più profondo e riformista di quanto abbia potuto fare il Governo”, per esempio re-introducendo il Regolamento edilizio nazionale.
L’ordine degli architetti sostiene infine che tre mesi con certezza del diritto sono più che sufficienti per dire di sì o di no a un progetto. Questa modifica va inserita nello Sblocca Italia.
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