Il Consiglio di Stato dice no all’ipotesi dell’aggiunta delle spese forfettarie nel decreto parametri. Arriva la bocciatura da parte di Palazzo Spada alla ipotesi di prevedere l’aggiunta ai compensi professionali dei progettisti, determinati da un organo giurisdizionale in caso di contenzioso, la liquidazione forfettaria delle spese, calcolate in percentuale sull’onorario nella misura del 10-20%.
Questo perché, come si legge nel parere n. 161 del 18 gennaio 2013 “vale il principio in base al quale il compenso deve essere omnicomprensivo, come stabilito dal decreto sulle liberalizzazioni”.
In pratica, sostengono da Palazzo Spada, in caso di contenziosi, devono essere considerate solo le spese documentate, mentre l’incremento “a forfait” del 10-20% non va considerato, poiché “le spese relative alla gestione complessiva dello studio professionale devono ritenersi già incluse nel compenso e prese in considerazione ai fini della liquidazione dello stesso”.
Tutto questo, però, non va ad intaccare il cosiddetto Decreto Parametri bis che regolerà i compensi da porre a base di gara, sul quale, invece, vale ancora l’ipotesi della liquidazione delle spese in modo forfettario.
Con questo nuovo e recentissimo parere i Giudici di Palazzo Spada non hanno fatto altro che confermare quanto affermato nel precedente parere n. 3126/2012, nel quale si ricordava come “l’art. 9, comma 4 del d.l. n. 1/2012 (convertito con modificazioni dalla legge n. 27/2012) fa riferimento alla misura del compenso e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi”.
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