Stop al gas per il riscaldamento. Dal 2027 i singoli Stati nazionali non dovranno più prevedere incentivi per questa tipologia di caldaie con l’obbiettivo di far sparire del tutto il gas per questi usi dal 2040.
Questi gli obbiettivi della direttiva UE, appena pubblicata, che punta ad avere nuovi edifici pubblici a zero emissioni, ossia edifici che dovranno essere alimentati il più possibile da fonti rinnovabili e non emettere direttamente emissioni di carbonio da combustibili fossili già a partire dal 2027.
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Per l’edilizia privata invece i consumi zero sono richiesti dal 2030.
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Salto di classi energetiche per gli edifici abitati continuativamente
Nel frattempo, però, la direttiva richiede anche altri due impegni da parte degli Stati membri: il primo è la riqualificazione di almeno il 15% del patrimonio edilizio in classe G per passare alla classe F nel 2027 e alla E nel 2030 per gli edifici pubblici, e alla classe F nel 2030 e a quella E nel 2033 per quelli di edilizia residenziale.
Occhio che si parla di edifici, non singoli appartamenti, esclusi di immobili d’epoca e quelli tutelati dal punto di vista architettonico e ambientale.
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Escluse dall’obbligo anche le case vacanze, ossia gli edifici che non sono destinati ad essere abitati in maniera continuativa per più di quattro mesi all’anno e gli edifici singoli con una superficie entro i 50 metri quadri. Insomma la Commissione ha fatto i calcoli con attenzione prima di richiedere questo impegno collettivo per migliorare il rendimento del patrimonio edilizio europeo.
In ogni caso non ci sarà alcun divieto di vendita o affitto per le case non in linea con i nuovi obbiettivi energetici, ma chiaramente chi non si adegua si troverà ad avere un immobile con un ridotto valore commerciale.
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Stop al metano da riscaldamento
La seconda richiesta è invece quella di rinunciare al metano da riscaldamento.
Da questo punto di vista c’è un primo appuntamento ravvicinato, ossia quello del 2027: entro questa data dovranno sparire gli incentivi per l’uso di caldaie a gas, a prescindere dalla loro efficienza, e si dovrà puntare esclusivamente sulle fonti di energia rinnovabile.
Anche in questo caso la direttiva non prevede sanzioni per chi non si adegua anche se fissa il 2040 come anno limite per eliminare del tutto il metano domestico. Il futuro sarò dunque necessariamente quello delle pompe di calore abbinate ai panelli solari, opzione destinata di qui a cinque anni a diventare quella più incentivata. Peraltro è stata già recepita un’altra direttiva europea i questo senso che prevede che a partire da luglio i nuovi edifici dovranno avere i consumi energetici coperti almeno per il 60% da fonti rinnovabili, contro una quota attualmente prevista del 50%. Lo stesso per le ristrutturazioni importanti.
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Alla luce degli obbiettivi della direttiva c’è ora da vedere quello che farà il governo con il Superbonus: non c’è dubbio che dovrebbe essere prolungato dato che l’obbiettivo è proprio quello di assicurare almeno il salto di due classi energetiche. Al momento comunque le modifiche sono in discussione.
L’unica certezza è che il testo arriverà in Aula al Senato martedì 21 dicembre per essere approvato con la fiducia entro il 23 dicembre, e definitivamente convertito in legge dalla camera subito dopo Natale.
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