Errori di isolamento acustico coperture in legno. Quali sono e come correggerli

Nello specifico vediamo cosa accade con le coperture in legno e quali errori di posa e ponti acustici si possono creare in questi casi. Nell’articolo, immagini e indicazioni su come effettuare gli interventi di correzione

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Di seguito si riporta un’analisi sugli errori più frequenti relativi a posa di materiali e componenti in grado di determinare l’insorgere di ponti acustici, nonché alcune considerazioni in merito alle corrette modalità realizzative.

Nello specifico vediamo cosa accade con le coperture in legno e quali errori di posa e ponti acustici si possono creare in questi casi. Il testo è tratto dal volume Difetti nella progettazione acustica degli edifici di Renzo Sonzogni, edito da Maggioli Editore.

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Ponte acustico coperture lignee

Il deficit acustico prodotto dalla connessione tra partizioni divisorie e coperture leggere può annullare completamente l’isolamento acustico delle partizioni stesse. È uno dei problemi che si riscontra con maggiore frequenza.

In presenza del ponte acustico di attacco tra parete e copertura, partizioni che potrebbero tranquillamente fornire valori di potere fonoisolante apparente R’w maggiori di 50 dB si attestano spesso su valori di molto inferiori, tipicamente tra 35 e 45 dB a seconda della criticità.

In Figura 1 un esempio di risultati da misure in opera della stessa stratigrafia di parete e di geometria dei locali, di cui una partizione realizzata al piano terra tra due solai in laterocemento, mentre l’altra al piano sottotetto dotato di copertura lignea e con arresto della partizione all’intradosso dell’assito, analogamente a quanto visibile nella fotografia di sinistra della Figura 2.

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Fig.1 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore
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Fig.2 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Assunto che una copertura lignea o leggera in generale non deve mai essere realizzata con materiali leggeri e a celle chiuse, vediamo quali sono le criticità potenziali facendo riferimento allo schema di Figura 3.

Ribadito che la trasmissione del rumore da un’unità all’altra è anche una questione vibrazionale, nello schema di Figura 3, immagine di sinistra, sono identificati a titolo “esemplificativo” i tre percorsi/modalità seguiti dal suono.

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Fig.3 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore
  • La freccia “D” rappresenta il percorso diretto. Non riducibile sostanzialmente se non modificando la stratigrafia della partizione. La freccia “A” rappresenta la trasmissione “prevalentemente” aerea del rumore attraverso gli strati coibenti che compongono la copertura.
  • La freccia “V” rappresenta la trasmissione “vibratoria” attraverso gli strati della copertura, assito, travetti, travi portanti. Nello schema di sinistra la partizione divisoria si arresta all’intradosso della copertura.
  • Le vie di trasmissione acustica “A” e “V” risultano pertanto importanti, inficiando di certo la prestazione della partizione.

Il tutto nell’ipotesi che la copertura come “pacchetto” abbia un isolamento acustico adeguato, poiché se così non fosse vi sarebbe un ulteriore scavalcamento del suono in uscita dalla copertura verso l’esterno dal locale emittente e rientro dall’esterno attraverso la copertura del locale ricevente. Con copertura sufficientemente isolate acusticamente questa ulteriore via di propagazione è trascurabile.

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Se la partizione viene realizzata come nello schema di sinistra il contributo acustico dei percorsi “A” e “V” può essere quantitativamente paragonabile se non addirittura molto superiore a quello del percorso diretto “D”. L’isolamento acustico e i parametri acustici da esso conseguenti presenteranno valori scarsi e di molto inferiori rispetto ad una corretta realizzazione, rappresentata nello schema di destra.

Nello schema di destra la partizione viene fatta proseguire, completamente o parzialmente, oltre l’intradosso di copertura. L’assito e le strutture portanti secondarie (e possibilmente anche quelle principali), si arrestano alla partizione. La trasmissione attraverso le vie “A” e “V” risulteranno diminuite, permettendo se correttamente realizzata la correzione del ponte acustico di rispettare i limiti normativi. La via “A” viene limitata grazie alla impedenza fornita dalla porzione di partizione che divide lo strato isolante, mentre la via “V” viene limitata andando a disconnettere fisicamente gli elementi che transitano tra le distinte unità immobiliari. Soprattutto per l’aspetto di disconnessione strutturale delle strutture principali e secondarie portanti è fondamentale intervenire immediatamente alla genesi del progetto con la giusta sinergia tra il progettista acustico e strutturale. La partizione e la porzione della partizione che prosegue oltre l’intradosso non devono inoltre produrre una ri-connessione rigida.

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Interventi di correzione ponte acustico

Nelle Figure 4, 5, 6, 7, 8 sono visibili diversi dettagli costruttivi e fotografie scattate durante la realizzazione di alcuni interventi di correzione del ponte acustico di copertura, posti in opera e collaudati con esito positivo sia per strutture di partizione in laterizio, sia per strutture di partizione a secco in cartongesso.

I codici numerici dei dettagli costruttivi sono correlati ai medesimi materiali e sono rispettivamente:

  1. materassino in lane minerali a chiusura dello strato di ventilazione del tetto ventilato, solamente nella porzione sovrastante la partizione divisoria;
  2. sigillatura elastica;
  3. muratura in blocchi in laterizio;
  4. foglio in gomma da 2÷3 mm per limitare il passaggio della rumorosità nei pressi del ponte acustico – questo per tener conto che le perline sottostanti sono ad incastro e possono presentare un più agevole passaggio di rumore dalla fessura di accostamento tra una perlina e l’altra;
  5. ventilazione copertura;
  6. blocco di legno sigillato posato prima della partizione necessario al contenimento della lana minerale durante la posa, con anche funzione di “elemento” limitatore del passaggio di rumore per incremento dell’isolamento acustico e di guida per la posa della partizione che avverrà successivamente dall’interno, al fine di permettere il completamento esterno della copertura prima della realizzazione delle partizioni interne.

Nelle Figure 4 e 5 schema e realizzazione del medesimo dettaglio di taglio acustico in presenza di partizione in laterizio, il cui completamento della partizione è avvenuto dall’estradosso della copertura. Le frecce in Figura 5 indicano il taglio acustico della copertura.

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Fig.4 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Nelle Figure 6 e 7 e 8 gli schemi grafici bidimensionale e tridimensionale (quest’ultimo con una specifica relativa al passaggio e alla sigillatura di alcune tubazioni che dovevano necessariamente passare in copertura) e la fase di realizzazione del medesimo dettaglio di taglio acustico realizzato in presenza di partizione in cartongesso, il cui completamento è avvenuto dall’interno dei locali.

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Fig.5 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore
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Fig.6 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore
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Fig.7 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore
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Fig.8 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Oltre agli interventi dall’esterno, è possibile correggere un ponte acustico di copertura anche con interventi dall’interno – a patto di verificare di avere l’altezza sufficiente affinché il locale rimanga abitabile.

In Figura 9 un esempio di intervento correttivo eseguito con riempimento di materiale fibroso tra i travetti e chiusura con cartongesso tra gli stessi, al fine di preservare la visione dei travetti. Qualora la performance acustica fosse limitata anche dalla partizione verticale esistente, come nel caso a cui lo schema si riferisce, è possibile effettuare dei controplaccaggi anch’essi in materiale fibroso preaccoppiato a pannelli in cartongesso incollato alla muratura esistente (e non tassellato o vincolato con altri elementi rigidi) oppure contropareti autoportanti, sempre disconnesse dalla muratura esistente.

Interventi di questo tipo necessitano a maggior ragione del benestare degli utenti poiché in maniera più o meno marcata vanno a modificare l’aspetto estetico esistente. Qualora l’aspetto estetico o la necessità di vedere i travetti a vista non fosse un vincolo è altresì possibile realizzare una pannellatura in cartongesso che vada a ricoprire completamente i travetti lignei, con minori costi di realizzazione rispetto alla soluzione con travetti a vista. In alcuni casi se l’altezza interna lo permette è poi possibile rivestire con assiti lignei e finti travetti l’opera di isolamento acustico.

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Fig.9 © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

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Difetti nella progettazione acustica degli edifici

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