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Era scaduto il 18 aprile 2017 il termine per il recepimento da parte delle Regioni ordinarie del Regolamento edilizio tipo. Nella Gazzetta Ufficiale 268 del 16 novembre 2016 era stata pubblicata l’intesa del 20 ottobre 2016 tra Governo, Regioni e Comuni riguardante l’adozione del Regolamento edilizio unico (detto anche tipo, visto che si tratta essere un modello su cui basarsi per le specificità delle singole Regioni) di cui all’articolo 4, comma 1 sexies del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380. Clicca qui per vedere nel dettaglio le tempistiche di adozione e per i dettagli del decreto.
Regolamento edilizio tipo: perchè non è più “unico”?
Il Regolamento edilizio ha cambiato nome: diventa “tipo” e non più “unico”. Con la sua adozione venivano sostituite le oltre 8mila norme comunali. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva messo a punto le 42 definizioni standardizzate adottate all’inizio dell’anno. È un indice a cui gli Enti locali si sono dovuti attenere, ma c’è stata la possibilità di adattarlo alle proprie esigenze: per questo non viene più chiamato Regolamento edilizio unico ma Regolamento edilizio tipo.
Leggi anche Regolamento edilizio tipo, sotto a chi tocca
Regolamento edilizio tipo: che cos’è?
Il Regolamento edilizio tipo è un regolamento edilizio tipo valido per tutti gli 8.000 Comuni italiani ed è una delle misure per la semplificazione nel settore delle costruzioni contenuta nel decreto legge Sblocca Italia.
Ogni Comune ha la possibilità di conformare il testo base secondo le proprie specificità e regolare l’attività di costruzione sul proprio territorio, indicando le prescrizioni progettuali e costruttive che meglio si conformano alla realtà locale. Leggi Un regolamento edilizio tipo per tutti gli 8000 Comuni italiani: la novità con lo Sblocca Italia
Ma l’impianto del regolamento rimane unico per tutto il Paese. Questo comporta un’evidente semplificazione nel lavoro dei professionisti. I Comuni sono tenuti ad adottare il Regolamento edilizio tipo entro i termini stabiliti mediante gli accordi in sede di Conferenza unificata. Leggi anche Regolamento edilizio tipo: dalla molteplicità alla semplificazione
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La disciplina edilizia e paesaggistica dopo il c.d Madia SCIA 2 e il d.P.R. 31/2017
Interpretare e padroneggiare la disciplina edilizia, urbanistica e ambientale è diventato un lavoro dif- ficile e “pericoloso”. Non basta, infatti, possedere le giuste cognizioni tecniche e adottare quella che il codice civile chiama la cura “del buon padre di famiglia”, occorre conoscere nel dettaglio anche la normativa e le formalità che le stesse richiedono. Questo tipo di conoscenza è fondamentale per l’operatore della P.A. e per il tecnico privato: l’opera di Claudio Belcari costituisce un riferimento indispensabile a tal fine. Infatti, non solo il manuale è aggiornato allo stato dell’arte normativo (decreto SCIA 2, glossario dell’attività edilizia libera, d.P.R. 31/2017, ecc.) ma ne fa una trattazione ragionata con un approfondimento specifico dei singoli argomenti anch’essi raggruppati per “problematiche” secondo uno sviluppo logico consequenziale.Il “cuore” del manuale è la trattazione dell’abusivismo edilizio, della repressione e della regolarizzazione delle opere esistenti, cui l’Autore dedica una dettagliata analisi, estesa anche alla problematica ambientale e paesaggistica che in maniera sempre più incidente influenza e condiziona l’edificabilità. L’esposizione è sempre orientata all’operatività ed è corroborata dalle risoluzioni giurisprudenziali e da “focus” di approfondimento che ne fanno un vero “strumento operativo”. Gli argomenti sono affrontati con completezza documentale e sistematicità di trattazione con l’ausilio anche di schemi grafici di sintesi e corredato infine da un questionario utile al lettore per verificare il livello di apprendimento.Claudio Belcari, dirigente comunale, formatore enti locali, A.N.C.I., ordini e collegi professionali e consulente tecnico nei contenziosi penali e amministrativi nei settori edilizia e urbanistica. Collabora stabilmente con la rivista “L’Ufficio Tecnico”, mensile di tecnica edilizia, urbanistica e ambiente, edita da Maggioli Editore.Volumi collegati:• Formulario generale dell’edilizia, M. Di Nicola, X ed. 2019• Le nuove procedure edilizie SCIA 1 e SCIA 2, dopo il glossario opere edilizia libera,M. Di Nicola, II ed. 2018 Autore, III ed. 2016
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Regolamento edilizio tipo: contenuti
Il Regolamento edilizio tipo raccoglie le regole e le tecniche per definire gli interventi in ambito edilizio e urbanistico:
– caratteristiche e requisiti igienico-sanitari e di sicurezza,
– criteri di accessibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche,
– definizione degli elementi costitutivi o di corredo delle costruzioni,
– misure per gli incentivi relativi agli interventi di riqualificazione del costruito,
– misure per il risparmio energetico e per l’installazione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili,
– misure per la bioedilizia e la qualità architettonica nelle periferie e nei centri storici.
Regolamento edilizio tipo: tempistiche di attuazione
L’approvazione del Regolamento edilizio tipo è stato un tassello importante all’interno dell’agenda per semplificazione per il triennio 2015-2017. L’approvazione del Regolamento unico è rimasta in ritardo sul calendario dell’agenda: il via libera ai Comuni sarebbe dovuto essere entro novembre 2015. Il 27 aprile 2018 il Ministro per la semplificazione Madia aveva annunciato che sarebbe mancato poco al varo del Decreto contenente il Regolamento edilizio unico.
Alla fase successiva invece previsti i perfezionamenti del Regolamento Unico idonei a fissare i limiti alla facoltà degli enti locali di definire le regole di attuazione dei piani urbanistici: gli enti locali avrebbero dovuto rispettare la normativa nazionale e regionale e le definizioni standardizzate. Lo schema di Regolamento Unico passa poi in Conferenza Stato Regioni per l’approvazione definitiva. Le Regioni hanno un tempo di sei mesi per applicarlo presso le amministrazioni comunali.
Le 42 definizioni standardizzate sono già stata approvate nel tavolo tecnico a cui partecipano Dipartimento della Funzione pubblica, Ministero Infrastrutture e tutte le Autonomie. La versione finale del regolamento dovrà poi essere approvata in Conferenza unificata, una volta completata la redazione di tutte le parti del regolamento.
Cosa sono le definizioni standardizzate?
Si tratta di 42 definizioni uniformi per tutti i comuni e inderogabili che saranno allegate al Regolamento Edilizio Unico. Scarica qui il Quadro delle definizioni uniformi approvate l’8 febbraio.
Nei regolamenti di un campione di città capoluogo di provincia è possibile cogliere un “assaggio” delle differenze per le singole definizioni. Le descrizioni di superficie coperta a Bologna, Cagliari e Roma non coincidono il quadro delle definizioni standard approvato. A Palermo, Torino e Venezia le descrizioni del parametro elencano le diverse parti dell’immobile le cui superfici concorrono a formare quella coperta.
Viste le grandi differenze da un Comune all’altro, in molti casi i criteri per la determinazione quantitativa dei parametri che ora sono parti importanti delle definizioni potranno essere riportati in testi allegati ai nuovi regolamenti. Con l’approvazione del testo completo del regolamento in conferenza unificata, sono stati stabiliti anche i margini di libertà e di movimento dei Comuni sui singoli punti.
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