La riforma del catasto con la revisione delle rendite catastali non determinerà un aumento del gettito complessivo della tassazione sugli immobili e comporterà una riduzione delle aliquote, in modo da lasciare invariato il carico complessivo.
A dirlo è stato il Ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, davanti alla Commissione finanze del Senato, chiedendo un’accelerazione dell’iter di esame del disegno di legge sulla delega fiscale che contiene la riforma del catasto.
Nel 2012, ha ricordato Saccomanni, l’introito dello Stato dalle tasse sugli immobili è stato quantificato in 44 miliardi di euro. Le nuove rendite catastali, che saranno calcolate tramite uno specifico algoritmo, aumenteranno i valori attribuiti agli immobili, ma poiché il saldo IMU deve rimanere invariato, questo significherà un aumento dell’IMU per chi possiede seconde case o immobili in posizioni o con affacci prestigiosi e una diminuzione per le prime case.
Dalle simulazioni effettuate su alcune importanti città italiane capoluogo di Provincia, la determinazione della rendita catastale con il Nuovo Catasto Algoritmico comporterà, per un immobile tipo di 90 mq in zona semi centrale, aumenti oscillanti dal +380% di Bologna al +900% di Roma (leggi su Geometri.cc Come cambieranno le rendite catastali con la riforma del Catasto)
“In particolare”, ha concluso Saccomanni, “dovranno essere ridotte le imposte sui trasferimenti, che in Italia sono particolarmente elevate”.
Ricordiamo che la rendita catastale nel Nuovo Catasto algoritmico sarà calcolata a partire dal dato dei valori di locazione annui espressi al metro quadrato, forniti dai dati che produce periodicamente l’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).
Questo dato, moltiplicato per la superficie dell’unità immobiliare e corretto da un coefficiente che tenga conto delle spese di manutenzione, disposizioni di legge per adeguamenti tecnici, assicurazioni, ecc. fornirà la nuova rendita catastale (leggi anche Nuovo Catasto, ecco i sei punti fondamentali della Riforma).
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