Il MOSE di Venezia (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), come sappiamo, è un imponente e complesso sistema di barriere costituite da paratoie mobili (collocate alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia, i tre varchi attraverso i quali la marea si propaga dal mare Adriatico in laguna) che ha l’obiettivo di salvaguardare la città di Venezia e la sua laguna isolandole dal mar Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori a 110 centimetri (e fino a un massimo di 3 metri).
I lavori, e anche questo lo sappiamo bene, sono iniziati nel 2003, e avrebbero dovuto concludersi in circa otto anni, dieci al massimo (ora le previsioni più realistiche parlano di pieno funzionamento dal 2021-2022). Tra rallentamenti, inchieste (e successivi arresti), perplessità e polemiche, si è perso forse un po’ di vista il progetto di questo complesso sistema di opere di difesa.
Per questo motivo è stato pubblicato il volume Mose di Venezia. Contributi tecnici , a cura degli ingegneri Fabio Manzone e Sara Cristina Lovisari, che racconta la “questione Venezia” – a partire dall’alluvione del 4 novembre del 1966 – e, dopo aver esaminato tutte le idee messe in campo negli anni per cercare di salvaguardare la Laguna e il suo patrimonio, riporta le tappe salienti che hanno portato dal progetto di massima fino all’avvio delle opere e ne descrive infine gli aspetti più tecnici, grazie anche ai contributi tecnico-scientifici dei numerosi esperti coinvolti in prima persona nell’intervento.
Da questi contributi emerge quanto sia stata importante, nello studio e nell’analisi delle diverse opere e delle differenti soluzioni adottate, la consultazione di questi esperti (accademici e non). La realizzazione di questa immensa opera ingegneristica – che non si compone unicamente della realizzazione delle opere alle bocche ma di un piano complesso ed integrato d’interventi riguardante tutta la Laguna – ha infatti comportato lo studio, l’analisi e la sperimentazione di molteplici aspetti ingegneristici di elevata difficoltà tecnica.
L’obiettivo del volume è in primo luogo quello di far apprezzare tecnicamente il lavoro e lo studio tecnico alla base dell’ingegnerizzazione del MOSE, ma anche quello di ricordare l’acqua granda e divulgare l’immenso patrimonio di conoscenze che è stato acquisito sulla Laguna di Venezia analizzando la storia che ha portato alla progettazione del MOSE, gli iter governativi e procedurali e gli studi tecnici eseguiti.
Il libro vuole inoltre illustrare i primi risultati sul funzionamento e sulla valutazione degli aspetti manutentivi fondamentali per la vita utile dell’opera.
Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com
Immagine in evidenza: La bocca di porto di Lido. Magistrato alle Acque di Venezia – Consorzio Venezia Nuova
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