Per mettere in atto la Direttiva Case Green servono fino a 1.000 miliardi di euro

È quanto emerge da un’analisi di Deloitte. Lo studio riporta anche che la percentuale di immobili di classe energetica F e G in Italia è oltre il 60%. Invece in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%

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Per attuare la direttiva europea Case Green e riqualificare il patrimonio immobiliare nazionale, sarebbero necessari tra gli 800 e i 1.000 miliardi di euro di investimenti. Questo in un contesto come quello italiano, dove oltre l’83% degli edifici residenziali è obsoleto.

È quanto emerge da un’analisi di Deloitte, presentata nel corso dell’evento “Greenhouse Legislation: black hole or pink future per il Real Estate italiano?”, svoltosi presso la sede di Deloitte a Milano.

Secondo la rielaborazione di Deloitte su dati Istat, nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% a uso residenziale. Oltre l’83% degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990, un dato leggermente superiore alla media UE (76%), e più della metà è risalente a prima degli anni ’70. Gli immobili produttivi e commerciali rappresentano solo il 2% ciascuno del patrimonio complessivo, mentre gli edifici con altra destinazione d’uso corrispondono a circa il 7% del totale

Vediamo di seguito quali sono gli scenari futuri che si prospettano.

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FORMATO CARTACEO

Progettare e costruire case green

Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.

Roberto Sacchi | Maggioli Editore 2024

Indice

La prospettiva italiana e gli impatti sul sistema bancario

L’obsolescenza degli edifici è una delle principali cause di inefficienza energetica degli immobili, spingendo la Commissione Europea a promuovere la direttiva “Energy Performance of Buildings Directive”. Questa legislazione, che entrerà in vigore il 28 maggio, impone ai governi europei di migliorare l’efficienza energetica degli edifici per ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2, con l’obiettivo di avere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.

Senza una visione sistemica, la nuova direttiva europea potrebbe portare a una serie di impatti e rischi per le banche italiane. Potrebbe registrarsi un aumento dell’esposizione al rischio, con una potenziale svalutazione degli asset a garanzia delle banche e un impatto negativo sui Risk Weighted Assets (RWA) e sui mutui erogati. Inoltre, potrebbe esserci una limitazione nell’erogazione del credito e una stretta sulla vendita di prodotti finanziari associati a immobili con alti consumi energetici.

In Italia oltre il 60% di immobili è in classe F e G

“Rendere la direttiva europea Case Green un’opportunità di crescita per il Paese è possibile” dichiara Claudio Scardovi, Partner Deloitte responsabile per M&A e Private Equity. Per Scardovi serve una soluzione sistemica capace di indirizzare le criticità patrimoniali ed economiche che la direttiva potrebbe causare senza una strategia coordinata. È necessario un piano programmatico che coinvolga developer, costruttori, investitori istituzionali e retail e il sistema bancario, con il contributo mirato dello Stato.

Lo studio riporta che la percentuale di immobili di classe energetica F e G in Italia è oltre il 60%. Invece in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%.

Per Angela D’Amico, Real Estate Sector Leader di Deloitte Italia, l’adeguamento del patrimonio immobiliare alle previsioni della direttiva EPBD richiederà soluzioni tecniche, giuridiche e finanziarie.

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