Cappotto termico: che differenza c’è fra quello assemblato e il kit?

Rispondiamo alla domanda in questo breve articolo riassuntivo dove spieghiamo le differenze e come devono procedere progettista, direttore lavori e impresa e di chi sono le responsabilità su eventuali difetti o mancanze

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Che differenza c’è fra un cappotto assemblato, un sistema cappotto – kit senza marcatura CE e un sistema cappotto-kit con marcatura CE?

Rispondiamo alla domanda in questo breve articolo riassuntivo, estratto dal volume Le patologie del cappotto termico di Sergio Pesaresi, edito da Maggioli Editore.

Perché parliamo di sistema a cappotto? È evidente che gli strati funzionali devono collaborare fra loro, in modo da distribuirsi i compiti e sfruttare appieno le caratteristiche proprie di ogni strato. Questo comportamento olistico, cioè tipico di un organismo in cui le varie parti sono state scelte opportunamente e dimensionate in maniera tale da determinare un comportamento d’insieme che vale più della somma dei contributi dei singoli componenti, prende il nome tecnico di sistema, per cui invece di cappotto termico risulterà più corretto e più evocativo utilizzare la denominazione di sistema cappotto quando si vorrà sottolineare questo comportamento d’insieme.

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Analizziamo di seguito quali sono le differenze sostanziali fra un cappotto assemblato, un sistema cappotto – kit senza marcatura CE e un sistema cappotto-kit con marcatura CE.

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Il sistema a cappotto-kit marcato CE

La differenza risiede nel fatto che un cappotto-kit marcato CE è stato progettato, analizzato, testato sulla base della migliore prassi europea “racchiusa” nell’EAD e di esso si conoscono tutte le caratteristiche (anche i difetti) perché sono descritte nell’ETA e riportate nel DOP.

Un progettista può fare riferimento ai dati riportati nella DOP perché la marcatura CE garantisce che sono valori reali.

Il Direttore dei Lavori e l’impresa sanno che il sistema è stato testato e che seguendo le procedure di montaggio riportate nell’ETA e nel DOP avranno la garanzia del risultato previsto.

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Il sistema a cappotto-kit senza marcature CE

Un sistema cappotto-kit senza marcatura CE è immesso – legittimamente – sul mercato dal suo produttore senza essere stato preventivamente testato secondo quanto previsto dall’EAD che, ricordo, fa le veci della norma armonizzata quando questa non esiste. Non viene rilasciata una DOP.

Un progettista può fare riferimento ai dati riportati, eventualmente, dal produttore in un documento accompagnatorio e si deve fidare di questo in quanto non ha garanzie legali sul corretto funzionamento del cappotto.

Il Direttore dei Lavori e l’impresa condividono le responsabilità derivanti dalla scelta effettuata.

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Il cappotto assemblato

Un cappotto assemblato viene realizzato assemblando fra loro i singoli componenti (che in questo caso devono possedere ciascuno di loro la marcatura CE se per quella categoria di prodotti esiste una norma armonizzata europea).

Può essere composto dal progettista, dal direttore dei lavori, dall’impresa o acquistato in un magazzino edile fidandosi dell’esperienza del venditore. Chi lo assembla dovrebbe avere una buona esperienza nel campo perché deve prevedere, senza avere alcun dato a disposizione, il corretto funzionamento del sistema.

Anche il fatto che tutti i componenti siano marcati CE non dà sicurezza né certezze, perché manca la garanzia del comportamento d’insieme. Assemblare i migliori componenti di aeroplani diversi non garantisce che l’aeroplano così realizzato riesca a volare! E comunque le responsabilità sugli eventuali difetti o mancanze ricadrebbero tutte su colui che ha deciso l’assemblaggio e su chi lo ha installato, a differenza del sistema cappotto-kit con marcatura CE in cui la responsabilità rimane in capo al produttore del sistema.

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Le patologie del cappotto termico

Il cappotto termico si è imposto come il sistema più adatto a migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti e a risolverne i ponti termici presenti, e il più utilizzato per garantire un basso fabbisogno energetico ed un alto comfort abitativo negli edifici di nuova costruzione.Anche se i primi cappotti sono stati installati trent’anni, fa spesso con metodi “naif”, la stragrande maggioranza ha meno di dieci anni e questo significa che le prime patologie si stanno palesando proprio ora. Il sottotitolo “prevenzione e diagnosi” riassume il programma e il metodo con i quali questo libro intende procedere per affrontare il tema delle patologie del cappotto termico.Rappresentano i due punti di vista di un medesimo tema, sguardi antitetici ma fra loro complementari. La prevenzione delle patologie edilizie è il compito del progettista, di colui che crea l’opera. Egli deve applicare tutte le conoscenze che ha appreso per ottenere qualità costruttiva e per evitare che l’opera progettata possa, in un lasso di tempo inferiore rispetto alla durata programmata e richiesta, ammalarsi e divenire obsoleta o, addirittura, pericolosa. Il suo è un intervento a monte, ante. La diagnosi delle patologie è compito del perito. Egli deve saper individuare le cause che le hanno determinate e, quando richiesto, saperle curare.Spesso viene chiamato anche ad anticipare un probabile danno futuro interpretando i piccoli segnali visibili o utilizzando tecnologie adatte a monitorare un processo patologico nascosto in corso o sul punto di attivarsi. Il suo è un intervento a valle, post. Dal suo operato e dalla sua perizia tecnica deve risultare con chiarezza sia la causa dei danni che si sono manifestati sia le responsabilità di quanto, purtroppo, accaduto. L’obiettivo dichiarato di questo quaderno, che esce per la apprezzata collana dedicata alle patologie edilizie, è fornire le conoscenze dei meccanismi che sovrintendono al corretto comportamento del sistema cappotto in modo tale che possano essere utilizzate indifferentemente sia in sede di prevenzione che di diagnosi. A rafforzare il taglio pratico e operativo dell’opera contribuiscono i casi di studio che l’autore propone, descrivendo svariati casi di patologie che hanno interessato i cappotti termici.Sergio PesaresiIngegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bioarchitettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.

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Foto:iStock.com/Mark Hochleitner

Redazione Tecnica

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