I balconi in pietra sono elementi caratterizzanti l’edilizia storica e il disegno architettonico delle facciate di molti palazzi. Sono normalmente realizzati da lastre lapidee appoggiate su mensole di analogo materiale incastrate alle pareti murarie. Nelle dimensioni più ricorrenti lo sbalzo delle mensole è dell’ordine massimo di 100 cm, mentre la sua parte di incastro all’interno delle murature deve essere commisurata allo sbalzo e comunque intorno ai 40-50 cm a seconda dello spessore delle pareti.
Il grado di incastro delle mensole è garantito anche dalla tessitura omogenea e dal peso soprastante delle murature. L’interasse delle mensole è nell’ordine dei 150-200 cm, corrispondente alla luce di appoggio delle lastre di calpestio di spessore dell’ordine di 8 cm circa, con ragguardevole peso gravante sulle mensole.
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Degrado, danni e difetti delle pietre naturali e dei laterizi
Il manuale descrive e analizza le patologie dei materiali lapidei naturali e dei laterizi per fornire al lettore preziose indicazioni utili per il loro corretto utilizzo, soprattutto nella prevenzione delle possibili patologie. L’opera è arricchita con immagini, tabelle, grafici e casi studio. A corredo, una copiosa bibliografia rimanda a specifici approfondimenti dei temi discussi. Viene fornita la descrizione chimica, fisica e meccanica dei materiali lapidei naturali, quindi delle rocce utilizzate come pietre da costruzione, trattando anche l’influenza della finitura superficiale sulla suscettibilità al deterioramento e i difetti più frequenti manifestati dalle pietre utilizzate come rivestimento. Un corposo spazio è dedicato alla caratterizzazione dei laterizi, materiali lapidei artificiali che meritano attenzione poiché ampiamente utilizzati sia nell’edilizia storica sia contemporanea. Non manca una sintesi delle principali tecniche diagnostiche e della normativa di riferimento vigente. Infine, il lettore troverà riassunti, in forma di schede illustrative, i meccanismi di danno e i difetti di cui sono state trattate le cause nel testo. Si tratta quindi di un volume pressoché unico nel campo della diagnostica, utile al professionista, al patologo edile e al progettista, che vogliano approfondire i fenomeni patologici che si verificano a carico dei materiali lapidei. Carla LisciDottoranda di Ricerca presso il laboratorio Hércules dell’Università di Évora, i suoi studi attuali si concentrano sull’applicazione di formulazioni chimiche utili alla protezione e alla conservazione dei materiali lapidei naturali. Partecipa alle attività finalizzate alla caratterizzazione fisica, meccanica e mineralogica dei lapidei naturali secondo normativa UNI-EN-ISO.Fabio SitziaHa conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze e Tecnologie della Terra e dell’Ambiente presso l’Università di Cagliari. Attualmente ricercatore e membro integrato del Laboratorio Hércules (Università di Évora, Portogallo). La sua attività di ricerca verte sulle georisorse minerarie e applicazioni mineralogico-petrografiche per l’ambiente e i beni culturali.
Carla Lisci, Fabio Sitzia | Maggioli Editore 2021
27.55 €
Indice
Rischi e criticità dei balconi in pietra
Col passare del tempo, se non attentamente mantenuti e ispezionati, i balconi in pietra risultano potenziali fattori di rischio per l’incolumità pubblica.
Non di rado si leggono nelle cronache notizie di crolli improvvisi, l’ultimo dei quali è accaduto il 9 dicembre scorso a Ro Ferrarese durante una visita scolastica all’interno di un palazzo storico privato. In quel drammatico evento la scolaresca si era affacciata sul balcone per poi rientrare all’interno del palazzo. Sul balcone erano rimasti soltanto la guida turistica e il professore della classe, quando la lastra di pietra ha improvvisamente ceduto facendoli precipitare a terra dal primo piano con gravi lesioni, che purtroppo sono state fatali al giovane insegnante deceduto qualche giorno dopo.
L’evento ha messo in evidenza il comportamento fragile della pietra che determina un’improvvisa rottura, senza dare segnali premonitori.
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Le caratteristiche meccaniche della pietra
La pietra è un materiale talmente variegato nella sua composizione da rendere complesse le verifiche statiche.
Le caratteristiche meccaniche sono molto eterogenee in funzione della tipologia di roccia, provenienza e piani di scistosità al suo interno. La stessa pietra sollecitata in direzione ortogonale ai piani di scistosità avrà resistenze meccaniche diverse se sollecitata in direzione parallela ai suddetti piani. In letteratura scientifica esistono intervalli di valori di resistenza variabili tra un minimo e un massimo con un certo grado di aleatorietà.
Per questo motivo, almeno nella nuova progettazione, è importante avere dalle ditte fornitrici valori più dettagliati e certificati riguardo le resistenze meccaniche, che potranno diversificarsi a seconda della cava di estrazione e delle lavorazioni. Il materiale estratto può essere anche soggetto a piccoli difetti occulti: non sono rare infatti rotture di mensole nella fase di esercizio anche su nuove costruzioni. Per questo motivo è molto importante investire nella caratterizzazione dei materiali di estrazione mediante prove preliminari di laboratorio, per aumentare la rilevanza statistica dei valori di resistenza necessari alle verifiche di calcolo agli stati limite.
Degrado e fattori ambientali
Sui balconi esistenti aumenta l’incertezza delle reali prestazioni meccaniche perché oltre a non avere nessuna certificazione sul materiale originario, se non con prove di carico in situ, occorre tenere conto anche del livello di degrado materico che l’elemento lapideo ha subito nel tempo in assenza di manutenzione. Gli elementi in pietra dei balconi sono soggetti costantemente a cicli di gelo-disgelo, azioni della pioggia, patine biologiche che riducono le resistenze a valori non tabellati e contribuiscono nel tempo ad eventuali ed improvvisi collassi strutturali.
Diagnosi e prove di sicurezza
Per intraprendere le verifiche di sicurezza occorrono alcune prove diagnostiche, di tipo qualitativo, in grado di offrire una valutazione prima di tutto sullo stato di degrado ed integrità dell’elemento lapideo. Le prove ad ultrasuoni rappresentano una valida fase di indagine per intercettare all’interno della pietra eventuali cricche o fessurazioni non visibili all’esterno.
Il tecnico potrà confrontare la velocità ultrasonica della tipologia di pietra presente in letteratura scientifica con quella rilevata in situ, valutando valori inferiori come segni del degrado materico o strutturale e tarare di conseguenza un opportuno coefficiente di sicurezza che tenga in conto del degrado prestazionale.
Interventi di rinforzo strutturale
Storicamente le mensole e le lastre dei balconi sono rinforzate con profili metallici di sezione IPE o similari, posizionati al di sotto del piano di calpestio ed incastrati nelle pareti a sostegno delle mensole (posizionati al loro fianco) o delle lastre stesse (in mezzeria o dove sono fessurate). Per quanto possa sembrare invasivo, oramai per la sua reversibilità e facilità di esecuzione è l’intervento più storicamente eseguito nel passato e pertanto già caratterizzante le facciate dei palazzi per come le vediamo oggi. Anche per questo motivo risulta una tipologia di intervento accettata dalle Soprintendenze nel contesto dell’edilizia vincolata.
Trattandosi di crolli ricorrenti e potenzialmente pericolosi, è doveroso investire nella fase di diagnosi, verifica e manutenzione dei balconi in pietra, affidandosi ad un tecnico strutturista che valuterà la eventuale necessità di rinforzi statici per ridurre rischi sull’incolumità pubblica e privata.
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Valutazione sismica e tecniche di intervento per edifici esistenti in c.a.
La seconda edizione di questo volume, rivisitata integralmente e arricchita con nuovi esempi pratici, fornisce agli ingegneri strutturisti e a tutti quei professionisti che, in generale, operano nell’ambito della valutazione sismica degli edifici esistenti in cemento armato, gli strumenti necessari per effettuare in modo ancora più consapevole le opportune verifiche di sicurezza sismica secondo la normativa vigente. A tal proposito sono discusse le più appropriate strategie di modellazione/analisi strutturale in ambito non lineare sia statico (pushover) che dinamico (time-history). Vengono inoltre trattate le più diffuse tecniche di intervento per la riabilitazione delle strutture esistenti in cemento armato gettate in opera e prefabbricate, ricorrendo anche ad esempi di modellazione numerica di alcuni interventi di adeguamento/miglioramento sismico. Nel testo si fa riferimento alla versione aggiornata delle Norme Tecniche per le Costruzioni – ossia le NTC 2018 – e alla relativa circolare esplicativa (Circolare 21 gennaio 2019 n. 7). Rui Pinho Ingegnere, professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia, socio fondatore delle società Seismosoft e Mosayk, è autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche sul tema della valutazione del rischio sismico di strutture esistenti. Federica Bianchi Ingegnere, socio fondatore e CEO di Mosayk srl, svolge la libera professione con particolare attenzione alla valutazione della vulnerabilità sismica di edifici in cemento armato. Roberto Nascimbene Ingegnere, professore associato presso lo IUSS Pavia, socio fondatore di Mosayk srl, ha approfondito particolarmente le tematiche della modellazione numerica avanzata nel campo dell’ingegneria civile.
Rui Pinho, Federica Bianchi, Roberto Nascimbene | Maggioli Editore 2022
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