Il ruolo delle cabine primarie nelle Comunità Energetiche Rinnovabili

A cosa servono le cabine primarie nel contesto delle Comunità Energetiche Rinnovabili? Un approfondimento sul ruolo cruciale delle cabine primarie nelle CER, con un focus sui vantaggi e le criticità per gli operatori del settore.

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Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno diventando sempre di più un pilastro fondamentale nella transizione energetica sostenibile. Sono, infatti, un modo per favorire la condivisione di energia prodotta localmente e permettere a un sempre più alto numero di persone di accedere alle energie rinnovabili.

Chiunque voglia costituire o far parte di una CER deve però spesso fare i conti con tutta una serie di tecnicismi di difficile comprensione senza le dovute ricerche, anche perché il contesto normativo muta repentinamente. Tra i concetti chiave c’è sicuramente quello delle cabine primarie. Fino a qualche mese fa, infatti, il perimetro di una Comunità Energetica Rinnovabile doveva necessariamente corrispondere a quello della sua cabina primaria di pertinenza. Oggi non è più così, eppure continuano ad avere un ruolo di primaria importanza nella condivisione dell’energia all’interno di una CER.

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Cosa sono, allora, le cabine primarie e come si integrano nei nuovi modelli di gestione dell’energia? Ce lo spiega Svea Solar, multinazionale leader nel settore del fotovoltaico in Europa, che ha recentemente fondato la sua prima Comunità Energetica Rinnovabile e ha una conoscenza approfondita su questo tema.

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Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Strategie, Norme e Applicazioni

Questo manuale analizza le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sotto ogni aspetto: normativo, tecnologico, progettuale, organizzativo, economico e gestionale, con l’obiettivo di offrire al lettore, in un unico testo, un panorama esaustivo sull’argomento. L’opera affronta la parte strategica e normativa, ma offre al lettore anche considerazioni più strettamente tecniche con richiami ai regolamenti da osservare per la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile. Sono presenti anche gli aspetti economici e finanziari alla base della costituzione di una CER e un’ampia rassegna di casi studio e best practice, che traducono operativamente l’iter per la nascita di questi soggetti. Gli autori si sono soffermati anche nell’illustrare analiticamente le varie fonti di energia rinnovabile (fotovoltaica, eolica, da biomasse, ecc.) e le tecnologie specifiche attraverso le quali viene prodotta l’energia a beneficio di una comunità. L’opera si rivolge a tutti gli operatori (privati, imprese, progettisti, operatori del diritto e della p.a.) coinvolti nell’organizzazione e nell’implementazione di una comunità energetica rinnovabile, dalle più piccole alle più estese. Attualmente questa pubblicazione è l’unica nel panorama nazionale capace di illustrare a tutto tondo i diversi e complessi aspetti delle CER, grazie alla collaborazione nella sua stesura di molteplici professionalità, coordinate da Fabiana Cambiaso di ANTEL (l’associazione nazionale che riunisce i tecnici degli enti locali), che hanno contribuito fattivamente alla definizione degli scopi e dei contenuti dell’opera.Il testo è stato curato da Fabiana Cambiaso con i contributi di Marco Baudino, Matteo Caldera, Marco Ferraresi, Flavio Friburgo, Giuseppe Milano, Fabio Moretti, Domenico Passarella, Diego Pellegrino, Attilio Piattelli, Armando Pugno, Alfonso Scarano, Edoardo Zanchini, Carlo Zuccaro.

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Cosa sono le cabine primarie?

Le cabine primarie sono componenti essenziali del sistema elettrico. Queste strutture hanno la funzione di collegare la rete di trasmissione dell’energia ad alta tensione con quella di distribuzione a media tensione, permettendo così un efficace trasferimento dell’energia verso i consumatori finali.

Le cabine primarie, dunque, trasformano l’energia elettrica ad alta tensione (HT), normalmente tra i 132 e 150 kV, in energia a media tensione (MT), solitamente tra 15 e 30 kV. Si tratta di un processo essenziale per distribuire l’energia in maniera capillare su tutto il territorio e che ha la sua importanza anche quando si parla di Comunità Energetiche.

In questo caso, infatti, svolgono un ruolo determinante nel permettere la condivisione dell’energia prodotta dagli impianti di energia rinnovabile tra tutti i membri della CER.
Per individuare la propria cabina primaria, si può fare riferimento alla mappa interattiva messa a disposizione dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in collaborazione con le imprese di distribuzione.

L’ambito territoriale di una comunità energetica: le configurazioni

Come abbiamo accennato in precedenza, fino a gennaio 2024, le cabine primarie definivano il territorio all’interno del quale era possibile che ne venisse costituita una. Esisteva quindi una sorta di sovrapposizione tra Comunità Energetica e cabina primaria. Stiamo parlando al passato perché da inizio anno la situazione è cambiata.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili devono sempre rispettare determinati vincoli territoriali definiti dalle cabine primarie, ma in modo diverso. Infatti, una CER può avere al suo interno più cabine primarie, ognuna delle quali prende il nome di “Configurazione”. I vincoli sono due:

  • è ora possibile creare delle CER per “zone”. Le zone individuate dalla normativa sono 7: Nord (che comprende Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna), Centro Nord (Toscana e Marche), Centro Sud (Umbria, Lazio, Abruzzo e Campania), Sud (Molise, Puglia e Basilicata), Calabria, Sicilia e Sardegna;
  • i producer, i prosumer e i consumer che entrano a far parte della CER possono scambiare energia solo con i membri della Comunità che sono serviti dalla loro stessa cabina primaria.

Un esempio concreto è la CER Svea Solar Nord1, fondata da Svea Solar a luglio 2024 e che dimostra come una CER possa operare su vasta scala. È attiva in tutta la zona Nord e al suo interno ci sono poi diverse Configurazioni, ognuna corrispondente a una cabina primaria. I membri di ogni Configurazione possono condividere l’energia e accedere così anche alla tariffa premio incentivante prevista dal governo.

Come avviene lo scambio dell’energia?

Al momento, lo scambio virtuale di energia avviene su base oraria. Se un impianto che fa parte di una Comunità sta producendo energia in eccesso (cioè non autoconsumata direttamente), questa energia viene immessa nella rete elettrica nazionale e virtualmente messa a disposizione dei consumatori presenti nella stessa Configurazione. Ciò è possibile grazie ai contatori elettronici, in grado di quantificare in tempo reale l’energia immessa e prelevata da ciascun utente. Per rendere più semplice il processo di condivisione, può entrare poi in gioco la tecnologia.

Per esempio, la CER Svea Solar Nord1 mette a disposizione dei suoi membri una piattaforma software che consente di visualizzare in qualsiasi momento i movimenti dell’energia all’interno della propria Configurazione. In questo modo, un consumer può vedere l’energia disponibile in tempo reale e, di conseguenza, decidere di utilizzare i propri elettrodomestici, partecipando quindi alla ripartizione della tariffa premio riconosciuta dal GSE sulla quota di energia condivisa tra producer e consumer. A disposizione dei membri della CER Svea Solar Nord1 ci sono anche dei dispositivi intelligenti che, tramite app, consentono il monitoraggio dei consumi della casa e il controllo da remoto delle apparecchiature elettriche, per consentire agli utenti di consumare energia esattamente quando c’è un surplus nella Configurazione. 

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Svea Solar è un’azienda leader nel settore dell’energia solare e nel passaggio alle energie rinnovabili in Europa.

Redazione Tecnica

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