Conto termico 3.0 riservato alle imprese e nuovo Ecobonus per i privati, destinato però solo alle prime case ed esclusivamente agli interventi che migliorano la classe energetica dell’edificio; stop agli incentivi a pioggia e contributi per i redditi bassi e per i contribuenti in povertà energetica: questo il quadro delle misure che si sta delineando alla luce dell’annuncio della premier Meloni per uno stop definitivo ai bonus fiscali per la ristrutturazione delle seconde case e gli immobili di lusso.
Il governo sta già lavorando in questa direzione in vista della presentazione in Parlamento della Legge di Bilancio 2025. Le prime linee operative sono state già messe nero su bianco dal MASE e presentate ufficialmente. Vediamole.
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Indice
- Addio al Bonus Ristrutturazioni per case di lusso e di vacanza
- Ecobonus rafforzato con aliquote variabili
- Supporto per prima casa e immobili con classe energetica bassa
- Stop agli incentivi per le vecchie tecnologie
- Finanziamenti agevolati per chi non può beneficiare delle detrazioni fiscali
- Per le imprese da bonus a Conto Termico
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Addio al Bonus Ristrutturazioni per case di lusso e di vacanza
Lo stop al Bonus Casa al 50% non è una vera e propria novità, dal momento che la detrazione con questa aliquota è destinata a scadere il prossimo 31 dicembre, per tornare all’aliquota a regime al 36% prevista dall’art. 16-bis del Tuir (e poi scendere ulteriormente dal 2028). Nella versione attuale delle norme all’agevolazione fiscale è riconosciuta per tutti gli immobili di proprietà, in comodato o in locazione, senza differenza tra prima casa e altre case, e senza differenza in merito alla classe catastale dell’immobile, per cui oggi come oggi è possibile avere l’agevolazione anche per le case di lusso.
Dal prossimo anno invece non sarà più così, come annunciato ufficialmente dalla premier Meloni all’assemblea di Confindustria. Confermando gli interventi fatti in precedenza sui bonus per la casa, a partire dallo stop di fatto al Superbonus, il governo conta dunque di riservare le agevolazioni esclusivamente alla prima casa e senza più bonus a pioggia anche per i micro interventi. Ci sarà invece una selezione per privilegiare gli interventi che potranno favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva Case Green.
Ecobonus rafforzato con aliquote variabili
Le prime indicazioni operative sulla struttura delle nuove misure le ha date nel dettaglio Vannia Gava, viceministro dell’ambiente, che ha illustrato le linee sulle quali si sta muovendo il Ministero rispondendo ad una interrogazione parlamentare. L’Ecobonus dunque sarà rimodulato sulla base della performance che gli edifici raggiungeranno dopo l’intervento di efficientamento energetico, sulla base di un un approccio integrato ed efficiente che superi le frammentazioni. In particolare, si intende introdurre una modulazione dei benefici con interventi graduati in termini di priorità e risultati raggiunti.
Le agevolazioni avranno comunque una durata di almeno 10 anni e costi massimi specifici onnicomprensivi per rendere più semplice la loro applicazione.
Supporto per prima casa e immobili con classe energetica bassa
La nuova detrazione per il risparmio energetico, come detto, si muove nel rispetto della direttiva Case Green che punta a ridurre di almeno il 20% i consumi energetici negli edifici residenziali di qui al 2035, con un primo step da verificare già nel 2026.
Le agevolazioni fiscali saranno quindi riservate ai proprietari di prime case, agli edifici con classe energetica bassa, e ai contribuenti in situazioni di povertà energetica. Saranno invece esclusi dagli incentivi gli immobili nelle categorie catastali di lusso. Inoltre arriverà una nuova scaletta di aliquote che prevedrà benefici ridotti rispetto ad oggi per gli interventi singoli, e benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta al termine dell’intervento.
Stop agli incentivi per le vecchie tecnologie
Gava ha anche confermato lo stop agli incentivi fiscali per gli impianti che fanno riferimento a tecnologie non più ammissibili secondo le norme europee. Non ci sarà quindi nessun rinvio per l’eliminazione delle agevolazioni per le caldaie che utilizzano solo il gas, per le quali di qui a fine anno è ancora possibile usufruire del bonus del 65% se abbinate alle termovalvole.
Secondo la Direttiva Case Green queste caldaie dovranno essere totalmente eliminate dal mercato entro il 2040, mentre già a partire dal prossimo anno è esclusa la possibilità per i governi di prevedere incentivi di qualunque tipo. Le agevolazioni saranno invece ammesse per gli impianti ibridi che abbinano al gas le pompe di calore.
Finanziamenti agevolati per chi non può beneficiare delle detrazioni fiscali
Per i redditi bassi, che non potrebbero quindi beneficiare delle agevolazioni fiscali, saranno predisposti strumenti finanziari di supporto. Si tratterà di finanziamenti a tasso agevolato a condizioni di favore per coloro che versano in condizioni di povertà energetica, e che potranno arrivare anche a coprire totalmente i costi di investimento. Per favorire questi interventi Gava ha anche annunciato sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.
Per le imprese da bonus a Conto Termico
Infine le prospettive per le imprese. L’Ecobonus finora è stato riconosciuto anche alle imprese, dal prossimo anno invece molto probabilmente non sarà più così. Gava infatti ha sottolineato che per l’efficientamento energetico degli edifici commerciali e industriali le imprese potranno comunque ricorrere al Conto Termico, ai Certificati bianchi, al Fondo nazionale per l’efficienza energetica e al piano Transizione 5.0.
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Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.
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