Sismabonus: geometri (e periti) POSSONO fare le diagnosi, non solo architetti e ingegneri

Aggiornamento del 9 marzo 2017: Dopo le proteste di Geometri (vedi sotto) e Periti Industriali, che si erano visti esclusi dal decreto ministeriale sul Sismabonus firmato da Delrio riguardo alle attività tecniche relative agli interventi destinati alla riduzione del rischio sismico, è stato emanato un correttivo (n.65 del 7 Marzo 2017). L’articolo 3, in cui si leggeva “L’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico in possesso di una laurea in ingegneria o in architettura secondo le competenze di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, e iscritti ai relativi Ordini professionali di appartenenza”, è stato modificato togliendo la porzione che fa riferimento al possesso di laurea in ingegneria o in architettura.

L’articolo 3 ora recita, quindi, in modo più generale: “L’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, e iscritti ai relativi ordini o Collegi professionali di appartenenza.”

Il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli, soddisfatto, ringrazia Delrio e il suo staff e dichiara: “Un provvedimento che sancisce l’operatività – a ciascuno per le rispettive competenze – di tutti i professionisti tecnici, iscritti ad ordini e collegi professionali. Uno strumento indispensabile per far partire questa importante ed epocale attività di prevenzione del rischio sismico, che trova la sua prima operatività nelle misure del sismabonus. La sicurezza delle costruzioni deve essere auspicata su tutto il patrimonio edilizio esistente: non solo sui grandi fabbricati, ma anche sulle piccole modeste costruzioni. Chiarezza e strumenti operativi adeguati sono elementi indispensabili per raggiungere i risultati attesi dai cittadini e dal Paese”.

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3 marzo 2017: Il decreto ministeriale sul Sismabonus firmato da Graziano Delrio permette (all’articolo 3) di fare le diagnosi solo gli architetti e gli ingegneri iscritti ai relativi ordini. Per tutti gli altri, primi tra tutti i geometri, non ci sarà la possibilità di usufruire di questo mercato, che secondo le ipotesi del  Governo potrebbe spostare investimenti privati per 1,6 miliardi l’anno. Ci sarebbe un però, perché pare che il Mit stia studiando una modifica, già pronta per le prossime ore.

L’articolo 3 del decreto Sismabonus dice “l’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è attestata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzioni dei lavori delle strutture e collaudo statico in possesso di laurea in ingegneria o in architettura secondo le competenze del Dpr n. 328 del 2001 e iscritti ai relativi ordini professionali di appartenenza”. La scelta è confermata dal modello di asseverazione, allegato al decreto, in cui, nella parte precompilata riservata al professionista, si parla solo di architetti e ingegneri.

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Deve trattarsi di un errore: i tre motivi

La scelta va in controtendenza rispetto a quanto deciso in precedenza dalla Protezione Civile che, per le verifiche e la progettazione della messa in sicurezza degli immobili, ha adottato l’ordinanza 422 del 2016 che dice che “i tecnici incaricati devono essere professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali abilitati all’esercizio della professione con competenze di tipo tecnico e strutturale nell’ambito dell’edilizia”. Quindi, anche i geometri.
Le linee guida del Sismabonus tendono poi ad aprire il più possibile il mercato di imprese e professionisti.
E gli ingegneri si sono opposti all’idea di limitare le diagnosi ai soli strutturisti.
Le tre cose sono in contraddizione con l’esclusione dei geometri.

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“Si tratta di un errore” dice Maurizio Savoncelli, il presidente del Consiglio nazionale dei Geometri. “Appena ho letto il decreto ho immediatamente segnalato l’errore al ministero. E penso che si tratti evidentemente di un clamoroso errore, perché un Dm non può definire le competenze dei professionisti. Mi hanno assicurato che già nelle prossime ore ci sarà una correzione”.

Il presidente del Cng aggiunge due motivi alla teoria dell’errore: primo, il fatto che la normativa vigente definisca in modo chiaro le competenze dei geometri; secondo, le linee guida allegate al decreto stabiliscono una procedura semplificata per i piccoli interventi sugli edifici in muratura e questo va incontro alle competenze dei geometri.

Fino all’arrivo dell’eventuale emendamento, il Dm, per come è scritto ora, non dà spazio alle interpretazioni. Ma la saga delle polemiche continua, leggi anche Sismabonus e competenze professionali: correttivo o ricorso? Anche i Periti all’attacco

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