Federarchitetti e Inarsind hanno rilevato diverse criticità sulla formazione professionale continua. Per affrontare in modo diretto gli aspetti critici degli obblighi formativi e risolverli, hanno chiesto un incontro urgente ai due Consigli Nazionali coinvolti.
Ma vediamo in dettaglio le critiche.
Critiche alla Formazione continua in sé
Inarsind e Federarchitetti denunciano prima di tutto che, in questi anni di crisi e carenza di lavoro, è stata attribuita troppa importanza agli aspetti formativi e alle incombenze burocratiche. La formazione continua, così come è stata organizzata finora, appare confusa, impositiva, poco qualificante e resta sempre meno attenzione all’interesse pubblico.
Formazione professionale continua: differenze tra Ingegneri e Architetti
Le associazioni sindacali denunciano inoltre i diversi modi di interpretare l’attività professionale, compresa la deontologia degli iscritti ai due Ordini, da parte del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) e del Consiglio Nazionale Architetti (CNAPPC).
Il CNAPPC non presta alcuna attenzione all’attività professionale certificabile (permessi di costruire, concorsi e gare di progettazione, pubblicazioni di opere) quale credito formativo.
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Dall’altra, il CNI che demanda agli Ordini territoriali le sanzioni deontologiche, senza dettare criteri predeterminati e definiti.
Inoltre non c’è riconoscimento reciproco dei crediti formativi fra architetti e ingegneri, nonostante le due categorie abbiano molte competenze in comune, condividano diverse cose: il mercato professionale, la cassa di previdenza, le associazioni sindacali e le tariffe di riferimento.
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Disparità tra libero professionista e dipendente
C’è disparità di trattamento tra un libero professionista e un dipendente per la sospensione a causa del mancato aggiornamento. Alla fine del primo triennio di riferimento (che scade il 31 dicembre 2016) si verificheranno differenze tra gli iscritti nello stesso albo.
In caso di mancato aggiornamento, infatti, da una parte i liberi professionisti saranno soggetti alla sospensione dell’attività e dall’iscrizione a Inarcassa (comprese tutte le attività assistenziali, dall’altra, per i dipendenti le sanzioni ordinistiche non produrranno effetti reali né sul lavoro né sulla previdenza.
Federarchitetti e Inarsind hanno giustamente richiesto un incontro ai due Consigli Nazionali per risolvere le disparità e rendere la Formazione Professionale Continua più seria, più motivante e qualificante e più concentrata sull’interesse pubblico.
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