Il processo di semplificazione non depotenzi le tutele ambientali.
L’allarme è lanciato da Legambiente su alcune norme contenute del dl Semplificazioni ora in discussione al Senato.
In particolare, l’associazione sottolinea come l’articolo 14 porti alla soppressione dei controlli per le aziende certificate, introducendo una pericolosa deregulation: le certificazioni ambientali non sono rilasciate da soggetti terzi ma da società incaricate dalle stesse aziende.
Legambiente segnala anche il rischio di una sanatoria di abusi commessi in aree tutelate con la disposizione contenuta al comma 2 dell’articolo 44 del provvedimento che apporta un’integrazione all’art. 181, comma 1-ter del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Con le modifiche apportate dal d.l. Semplificazioni, il comma 1-ter dispone che le sanzioni penali di cui al comma 1 e di cui al comma 1-bis, lettera a) – ferma restando l’applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie, e qualora l’autorità amministrativa competente accerti la compatibilità paesaggistica – non si applicano:
– per i lavori che non abbiano determinato creazione di superfici utili o volumi o aumento di quelli legittimamente realizzati;
– per l’impiego di materiali in difformità dall’autorizzazione paesaggistica;
– per i lavori configurabili come interventi di manutenzione ordinario o straordinaria.
L’articolo 26, che modifica alcuni disposizioni riguardanti i boschi realizzati con fondi comunitari, rappresenta un segnale negativo per la tutela della biodiversità e la conservazione della natura.
“Diciamo sì alle semplificazioni – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – a condizione che vengano rafforzate la qualità e la quantità dei controlli, che devono essere pubblici. Chiediamo anche un inasprimento delle pene per i reati ambientali più gravi”.
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