Appalti pubblici. Taglio dei costi e snellimento della burocrazia, le proposte dell’Authority

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Risale al 12 gennaio 2012 la segnalazione con la quale l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha suggerito al Governo e al Parlamento italiano alcune misure per la riduzione dei costi amministrativi negli appalti pubblici.

 

Secondo l’Authority, infatti, il contenimento degli oneri a carico di imprese e stazioni appaltanti, legati alla partecipazione e alla gestione delle procedure di gara, costituisce un obiettivo irrinunciabile al fine di liberare risorse per la competitività delle imprese italiane.
In base a una recente indagine, infatti, risulta che i costi riferiti all’insieme delle piccole e medie imprese (da 5 a 249 addetti) ammontano a oltre un miliardo e duecento milioni di euro.

 

Tra le criticità segnalate dalle imprese, vi è l’eccessiva onerosità della documentazione da presentare (ad esempio, moduli, comunicazioni da effettuare, relazioni, controlli, valutazioni, costi per etichettature, per archiviazione delle informazioni e per il supporto alle amministrazioni in sede di verifiche e controlli).

 

Risulta anche che le imprese interessate tra 5 e 249 addetti partecipano in media a 27 gare l’anno e che, di conseguenza, nella maggior parte dei casi la stessa documentazione relativa all’attestazione dei requisiti viene presentata 27 volte l’anno. Spesso non è prevista, neanche in via opzionale, la trasmissione telematica. Viene, poi, lamentata la carenza di modulistica standardizzata e difficoltà ad accedere on line a tutta la documentazione di gara.

 

Ulteriori misure contenute nelle proposte sono volte ad una revisione dell’attuale sistema sanzionatorio relativo alle false dichiarazioni sui requisiti generali (1-ter dell’art. 38 del Codice dei contratti). Al riguardo l’Autorità ritiene necessarie modifiche alla pesante sanzione della sospensione di un anno, graduandola in funzione della gravità della violazione accertata, come già previsto per i requisiti speciali.

 

Qualificazione imprese
Sul tema della qualificazione degli attori del sistema, sia dal lato pubblico che dal lato privato, viene proposta dall’Authority l’istituzione di uno sportello unico di rilevazione delle stazioni appaltanti, introducendo un obbligo preventivo annuale di iscrizione in un apposito registro tenuto dall’AVCP.

 

Secondo l’AVCP, lo sportello unico consentirebbe di creare un patrimonio conoscitivo comune sulla committenza pubblica e di introdurre un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, che ne valuti le capacità amministrative e gestionali, così da assicurare che ogni amministrazione indica gare e gestisca contratti in relazione alle proprie capacità strutturali.

 

L’AVCP auspica, altresì, un’evoluzione del sistema di qualificazione delle imprese, volta a far acquisire agli operatori economici quelle caratteristiche imprenditoriali necessarie per  competere sul mercato in primo luogo nazionale, ma anche internazionale.

 

Un simile obiettivo, secondo le proposte dell’Autorità, può essere perseguito integrando gli attuali requisiti di partecipazione con la previsione di criteri reputazionali, valutati in maniera oggettiva e trasparente da un soggetto terzo, quale l’Autorità stessa, attraverso un procedimento che preveda l’esercizio del diritto al contraddittorio per l’impresa.

 

Maggiori poteri sanzionatori per l’AVCP
L’atto di segnalazione sottolinea, infine, la necessità di attribuire all’Authority poteri di carattere sanzionatorio nei confronti degli atti posti in essere dalle stazioni appaltanti  in violazione della normativa nazionale e comunitaria, nonché compiti specifici in relazione all’istituto dell’accordo bonario per scongiurarne un utilizzo scorretto.

 

La semplificazione passa per la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici
Per alleggerire gli oneri amministrativi e burocratici che gravano sugli attori della filiera degli appalti pubblici, l’Authority chiede “un complessivo ripensamento del sistema della raccolta dei documenti a dimostrazione dei requisiti, imperniandolo sull’utilizzo della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici  (BDNCP, art. 60 del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 84), affinché quest’ultima diventi il punto di raccordo delle banche dati delle amministrazioni certificanti”

 

L’utilizzo della BDNCP potrebbe consentire, a regime, una verifica in tempo reale delle informazioni sul possesso dei requisiti di ordine generale, tecnico ed economico, mediante accesso ad un unico sistema e secondo modalità che consentano di tracciare le verifiche effettuate.

 

Se questo strumento dovesse effettivamente entrare a regime, attraverso la BDNCP gli operatori economici non sarebbero tenuti a documentare i requisiti per ogni gara, e le stazioni appaltanti ad effettuare difficoltosi accertamenti presso altri enti certificanti, realizzando, in tal modo, una effettiva semplificazione del processo di partecipazione, qualificazione e verifiche dei requisiti.

Redazione Tecnica

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