Pur consapevole del momento storico di grande emergenza che sta attraversando il Paese, l’Aniem, associazione delle piccole e medie imprese edili e manifatturiere della Confapi, ritiene che la pressione fiscale imposta dal Governo Monti con il Decreto Salva Italia (d.l. 201/2011) sia caratterizzata da elementi di ‘scarsa equità’-
Per Dino Piacentini, presidente dell’associazione che raggruppa oltre 8.000 imprese edili su tutto il territorio nazionale, “il nuovo regime impositivo deve essere calibrato con maggiore attenzione ed equilibrio. Ad oggi le rendite catastali di molti immobili periferici e di scarso pregio, residenziali o terziari, sono già superiori ai reali valori commerciali, mentre per contro, alcune rendite di immobili in località turistiche di alto prestigio hanno sicuramente un elevato delta ancora colmabile”.
Secondo i vertici dell’Aniem, dunque, sono presenti ancora ampi margini di intervento per aumentare l’equità dei provvedimenti rivolti al settore edile contenuti nella manovra finanziaria. “È ipotizzabile”, continua Piacentini, “un innalzamento dell’incidenza dell’Ici sugli immobili di pregio che hanno un utilizzo residuale, magari di tipo ludico, ed una esenzione per quegli immobili che, viceversa, costituiscono beni residenziali o reddituali per soggetti che non hanno altre entrate”
Come anticipato, allo stato attuale la manovra fiscale varata dal Governo porterà a un aumento della pressione fiscale sui proprietari di immobili del +26% rispetto al 2011. E questo soprattutto in virtù della rivalutazione delle rendite catastali e dell’introduzione dell’Imu (leggi al riguardo Imu ed Iva. Le tasse sugli immobili 2012 valgono 53 miliardi di euro)
A rischio investimenti immobiliari e mercato degli affitti
A generare preoccupazione nei vertici dell’Aniem, già molto critica con il Governo per la questione delle detrazioni del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, sono anche i possibili effetti della manovra sugli investimenti immobiliari e sul mercato delle locazioni.
Sul primo punto, l’Aniem evidenzia come “l’ulteriore inasprimento della tassazione sulla casa rischia di generare un atteggiamento psicologico di rifiuto per l’investimento immobiliare, innescando una pericolosa reazione a catena”
“Inoltre”, continua l’Aniem “vanno evidenziate le ricadute sul mercato delle locazioni: i singoli proprietari sono già in forte sofferenza anche per i casi di morosità degli inquilini. La reazione più attendibile è quella di vedere aumentare i canoni di locazione, sfavorendo quindi le classi deboli ed alimentando, per l’ennesima volta, una spirale di conseguenze drammatiche”.
Le proposte Aniem per uscire dalla crisi
Non mancano comunque alcune proposte, avanzate dall’associazione delle imprese edili, per favorire la crescita e fare ripartire il settore delle costruzioni. Nello specifico, l’Aniem chiede soprattutto di attivare strategie di politica industriale innovative capaci di stimolare la ripresa economica. “Perché non incentivare”, si chiede Piacentini, “processi di sostituzione edilizia in grado di produrre effetti virtuosi anche sul piano ambientale?”
Questi e altri temi inerenti lo sviluppo del comparto edilizio saranno al centro di un dibattito previsto per il prossimo 3 febbraio 2012, a Torino, dove l’Aniem intende confrontarsi con le istituzioni locali e nazionali sulle politiche urbanistiche ed edilizie.
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