Con il varo del Decreto Sostegni, avvenuto il 19 marzo 2021 e pubblicato in Gazzetta il 22 marzo 2021, si raccolgono già le prime impressioni da parte delle associazioni di categoria e Ordini professionali. Nei giorni scorsi, c’è stata grande attesa del decreto da parte dei lavoratori autonomi e professionisti ordinistici che l’anno scorso hanno ricevuto solo un bonus una tantum.
Terminata l’attesa, si parla di delusione e rabbia da parte di partite Iva e liberi professionisti, insoddisfatti per le misure contenute nel nuovo testo normativo.
Non viene confermata la bozza che prevedeva l’erogazione di 3 mila euro a pioggia per gli autonomi e le partite Iva, viene invece introdotto un calcolo indennizzo sfavorevole per i soggetti in questione.
News dell’ultima ora >> Domanda contributo DL Sostegni: come e quando presentarla?
Come calcolare l’indennizzo?
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Gli esclusi dal contributo a fondo perduto sono:
- i soggetti la cui attività risulti cessata alla data di entrata in vigore del decreto sostegni Marzo 2021;
- i soggetti che hanno attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto sostegni Marzo 2021;
- gli enti pubblici di cui all’articolo 74 del TUIR;
- gli intermediari finanziari e società di partecipazione di cui all’articolo 162-bis del TUIR.
Vediamo nel dettaglio esempi di calcolo indennizzo Decreto sostegni per rendere l’idea di quanto spetterà alle partite iva e ai professionisti.
Calcolo indennizzo Decreto Sostegni. Cambiato il criterio di calcolo
La grande novità introdotta dal Decreto Sostegni (Decreto-legge 22 marzo 2021) è l’eliminazione dei codici ATECO, ciò dà la possibilità ai soggetti interessati di chiedere il contributo a fondo perduto, senza distinzione di settore e indipendentemente dai lockdown e dalle zone rosse istituite causa Covid-19.
Altra novità riguarda il periodo di riferimento relativamente al quale calcolare la diminuzione del fatturato e dei corrispettivi: non viene considerato il solo mese di aprile ma l’intero 2020 in rapporto al 2019.
Con il cambio di calcolo, non ci saranno più erogazioni automatiche e la richiesta di contributo deve avvenire secondo tempi e moduli stabiliti dalle Entrate. L’istanza sarà solo telematica e richiede l’intermediazione di figure abilitate come commercialisti, consulenti del lavoro ecc.. Come verranno erogati gli aiuti? In arrivo una nuova piattaforma telematica che consentirà l’avvio dei pagamenti previsto tra l’8 e il 10 aprile 2021.
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Viene data la possibilità di usare l’importo per compensare i debiti fiscali nel modello F24.
Per poter usufruire dell’indennizzo Decreto Sostegni è necessario dimostrare almeno un calo del 30% del fatturato e dei corrispettivi medi mensili 2020 rispetto a quelli del 2019.
Cosa accade a chi ha avviato l’attività nel 2019 e 2020? Per chi ha aperto la partita Iva dal 2019, il confronto si basa sul fatturato medio mensile dei mesi d’attività, escluso il mese di apertura. Mentre chi ha aperto l’attività nel 2020 non potrà fare alcun confronto e riceverà l’importo minimo.
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Incremento del Fondo per il reddito di ultima istanza per i professionisti
Va ricordato inoltre che ad essere ammessi ai sostegni sono anche i professionisti ordinistici. Nel Decreto sostegni marzo 2021 si legge del rifinanziamento, pari a 10 milioni di euro, del “Fondo per il reddito di ultima istanza” introdotto con l’art. 44 del decreto-legge n. 18/2020, detto Cura Italia.
L’obiettivo è quello di garantire il riconoscimento per il mese maggio 2020 dell’indennità in favore dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi n. 509/1994 e n. 103/1996.
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Inoltre, è previsto l’aumento da 1 a 2,5 miliardi dello stanziamento per il Fondo per l’esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti.
Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap, associazione che rappresenta i lavoratori autonomi esprime dissenso sulle nuove misure governative, ritenute insufficienti: “le partite Iva sono state escluse ingiustamente dai ristori l’anno scorso e ora ci troviamo nella situazione in cui alcuni soggetti hanno preso doppi e tripli ristori mentre gli autonomi rimangono solo con questo sostegno. Per molte microimprese che non sono rientrate tra i beneficiari degli aiuti pubblici questo contributo, che sarà intorno ai 1.000 euro, risulta assolutamente iniquo”.
Unico aspetto ritenuto positivo è l’eliminazione dei codici ATECO che avevano lasciato fuori dai ristori del 2020 intere categorie.
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Calcolo indennizzo Decreto Sostegni. Un esempio su quanto spetta
Vediamo due esempi di calcolo indennizzo decreto Sostegni.
Nel calcolo indennizzo decreto Sostegni è necessario tenere conto che il contributo a fondo perduto è determinato in misura pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019, secondo le 5 fasce:
1. 60% per i soggetti con ricavi e compensi indicati al comma 3 non superiori a centomila euro;
2. 50% per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a centomila euro e fino a quattrocentomila euro;
3. 40% per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a quattrocentomila euro e fino a 1 milione di euro;
4. 30% per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;
5. 20% per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.
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-Esempio 1-
- Reddito dichiarato nel 2019 >> 50 mila euro
- Reddito dichiarato nel 2020 >> 25 mila euro
- Perdite subite >> 50%
Pertanto nel 2019, il soggetto a partita iva interessato, guadagnava 4.100 euro al mese e nel 2020 poco più di 2 mila. La differenza è una perdita di 2 mila euro al mese.
- Rimborso >> 60% della perdita mensile, quindi 1.200 euro è la cifra che riceverà la partita Iva ma per l’intero 2020.
-Esempio 2-
- Reddito dichiarato nel 2019 > 240.000 mila euro
- Reddito dichiarato nel 2020 > 120.000 mila euro
La differenza annua è di 120.000, con una media mensile di 10.000 euro.
- Rimborso >> 50% della perdita mensile, quindi 5.000 euro è la cifra che riceverà la partita Iva ma per l’intero 2020.
Come presentare la domanda?
Dal 30 marzo e fino al 28 maggio le richieste andranno inviate all’Agenzia delle Entrate, anche avvalendosi di un intermediario, attraverso i canali telematici dell’Agenzia o usufruendo della piattaforma web Sogei, disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet.
L’orario di apertura del canale sarà comunicato dalle Entrate sul proprio sito istituzionale. Il contributo verrà versato direttamente sul conto corrente indicato nella richiesta o, a scelta irrevocabile del contribuente, potrà essere utilizzato come credito d’imposta in compensazione.
Tutte le indicazioni sulla procedura sono dettagliate in questo articolo > Domanda contributo DL Sostegni: come e quando presentarla? <
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Foto: iStock.com/sutlafk
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