Assoverde ha inoltrato ai Ministri delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, e degli Affari regionali, Francesco Boccia, la richiesta di inserire tra le attività consentite in questi giorni di emergenza, i lavori di manutenzione del verde.
Al momento, questa è la lista delle attività permesse in edilizia
>> Attività concesse e Codici ATECO
Coronavirus, la manutenzione del paesaggio deve essere ammessa
Perché nel dpcm 22 marzo 2020, che indica i codici ATECO delle attività non soggette alla sospensione obbligatoria, non compare il codice ATECO 81.30, relativo alla cura e manutenzione del paesaggio?
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Assoverde afferma che si tratta di interventi di pubblica sicurezza, il cui blocco può causare una emergenza igienica sanitaria.
L’associazione ha pertanto promosso una petizione per l’inserimento dell’attività tra le ammesse, in due giorni ha raccolto 700 sottoscrizioni, e ha evidenziato le condizioni in cui lavorano normalmente i manutentori del verde, che consentono il rispetto delle distanze di sicurezza, ma soprattutto le criticità che deriverebbero dalla sospensione degli interventi di manutenzione del paesaggio.
Quali lavori per il “verde” sono sospesi?
Nel codice ATECO 81.30 rientrano i lavori di realizzazione di parchi, giardini e aree verdi e spazi verdi per la protezione contro il rumore, il vento, l’erosione, la visibilità e l’abbagliamento.
Fino al 31 dicembre 2020 sarà valido il cosiddetto bonus verde, cioè la detrazione Irpef del 36%, con tetto di spesa di 5mila euro, per gli interventi eseguiti negli immobili residenziali. La detrazione resta in vigore, ma la sospensione dei lavori potrebbe complicare le cose perché molti interessati posticiperanno l’avvio degli interventi o, dato il clima di incertezza, rinunceranno alla loro realizzazione.
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Perché ammettere la manutenzione del verde
La lettera di Assoverde stila i seguenti punti.
– Il lavoro del manutentore del verde – di cui al codice Ateco 81.30 – viene normalmente svolto mantenendo distanze di gran lunga superiori a quelle imposte dal distanziamento sociale (10 metri e oltre): vuoi per la tipologia di comprensori in cui si opera oppure per la caratteristica delle imprese coinvolte, spesso società individuali o con ridottissimo numero di dipendenti.
– In talune zone gli operatori del verde costituiscono un presidio sul territorio contro l’abbandono e il dissesto idrogeologico per tutti i possessori di fasce terrazzate, seconde o terze case, che spesso vedono in tale categoria un riferimento, specie in questo periodo di forzata e prolungata assenza.
– La possibilità di lavorare, eventualmente in unità singole, rispettando tutte le norme previste dal Protocollo del 14 marzo 2020, con orari ridotti e programmazione oculata dei dipendenti, consentirebbe di ridurre il ricorso a misure integrative, e di conseguenza l’impatto sulla finanza, liberando maggiori risorse per le categorie realmente impossibilitate a lavorare.
– Di contro, la sospensione delle attività in questo cruciale periodo della stagione porterebbe all’inevitabile definitiva chiusura di molte realtà lavorative, spesso composte da ditte individuali con risorse limitate.
– La sospensione delle attività di cui al codice ATECO 81.30 – con il riferimento a caratteri di emergenza di alcune categorie di lavori, la richiesta di autorizzazioni alle Prefetture, o la possibilità per codici ATECO diversi (es. disinfestazione, igienizzazione ecc.) di poter intervenire, anche in attività di manutenzioni del verde (invece sospese), sta creando forti discrezionalità ed evidenti distorsioni nelle modalità di intervento, tanto nei lavori privati che in quelli pubblici.
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Foto: iStock/FXseydlbast
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