Il Governo dovrebbe intervenire nelle procedure per l’aggiornamento delle rendite catastali ed emanare norme che diano valore alle autodichiarazioni dei contribuenti e dei professionisti delegati dagli stessi contribuenti. Ecco cosa chiede uno dei cento emendamenti sulla delega fiscale.
Il ddl delega il Governo a individuare il periodo di imposta a partire dal quale applicare le nuove rendite e i nuovi valori patrimoniali.
È stata inoltre chiesta una disposizione transitoria per la quale sia graduale l’avvicinamento tra i nuovi valori e le imposte pagate col vecchio sistema. Anche la prima casa è stata inserita tra i settori che si chiede al Governo di tutelare da spese fiscali ingiustificate.
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Il ddl sulla delega fiscale è già passato in Consiglio dei Ministri, alla Camera, dove ha ottenuto la fiducia, e ora dovrà passare al Senato. Dopodiché Governo ha altri nove mesi di tempo per l’emanazione dei decreti legislativi.
La revisione vuole creare maggiore equiilibrio dal punto di vista catastale: le rendite catastali dovranno essere allineate ai valori di mercato e le aliquote dovranno essere contestualmente ridotte.
Il valore patrimoniale e la rendita si riferiscono ai rispettivi valori medi ordinari del mercato nel triennio antecedente l’anno di entrata in vigore del decreto legislativo. Bisogna rideterminare le definizioni delle destinazioni d’uso catastali, sia ordinarie che speciali, tenendo sempre in considerazione le condizioni economiche, sociali e le utilizzazioni degli immobili, che sono cambiate.
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