In occasione di Ecomondo, la fiera di riferimento per le tecnologie green, che si è svolta a Rimini dal 5 all’8 novembre abbiamo incontrato e intervistato Dante Parisi, Eco Brand Manager di Heidelberg Materials Italia.
Durante l’incontro, Parisi ci ha parlato dell’impegno di Heidelberg Materials nel campo della sostenibilità, raccontandoci della nuova gamma di prodotti a basse emissioni di CO₂, evoBuild, dell’arrivo di cementi di tipo VI (UNI EN 197-5) e del progetto di decarbonizzazione della cementeria di Rezzato-Mazzano che rientra nel percorso verso la riduzione dell’impatto ambientale del settore del cemento e l’ambiziosa road map dell’azienda verso l’azzeramento delle emissioni entro il 2050.
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Indice
Le novità presentate ad Ecomondo
Heidelberg Materials ha partecipato a Ecomondo. Che cosa avete presentato?
È la prima volta che l’azienda partecipa a questa manifestazione. L’obiettivo era presentare evoBuild la nostra nuova gamma di cementi e calcestruzzi a basse emissioni di CO₂. La società ha una road map ben precisa verso la decarbonizzazione ovvero per ridurre le emissioni di CO₂ nei propri impianti di produzione di cemento. Una decisione che riflette la grande attenzione per l’offerta di soluzioni sostenibili per i nostri clienti.
Un passo importante verso il conseguimento di uno dei nostri obiettivi fondamentali nel percorso verso il net zero; puntiamo, infatti, a generare il 50% dei nostri ricavi con prodotti sostenibili entro il 2030.
I prodotti evoBuild
Come si caratterizza la nuova gamma evoBuild?
I prodotti evoBuild sono una gamma di cementi e calcestruzzi sostenibili, sviluppati per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza dei progetti di costruzione. È caratterizzata da prodotti a basse emissioni di CO₂ (cemento e calcestruzzo), contenenti materiali da riciclo (calcestruzzo) oppure entrambe queste due caratteristiche. I cementi possono contenere sottoprodotti industriali, quali la loppa d’altoforno, la cenere volante e la pozzolana, che contribuiscono a ridurre il contenuto di clinker dei nostri prodotti; i calcestruzzi possono essere confezionati con miscele contenenti i cementi evoBuild, con una notevole riduzione delle emissioni di CO2, oppure con aggregati riciclati, riducendo così l’utilizzo di materie prime naturali, come la sabbia e la ghiaia. I prodotti a basse emissioni di anidride carbonica devono apportare una riduzione della CO2 pari ad almeno il 30% rispetto al valore di riferimento. I prodotti circolari devono contenere almeno il 30% di inerti riciclati, oppure devono ridurre la quantità di materiali naturali di almeno il 30% (risultati che si possono ottenere con calcestruzzi ad altissime prestazioni o costruzioni realizzare con la stampa 3D).
Inoltre, nei prossimi anni, introdurremo la gamma dei cementi di tipo VI (UNI EN 197-5). Sono cementi che contengono, oltre al clinker e alla loppa, un altro costituente scelto tra pozzolana naturale, cenere volante silicea e il calcare e rappresentano una novità assoluta per il settore. Siamo la prima azienda nel settore dei materiali per costruzioni a utilizzare criteri standardizzati a livello globale della Global Cement & Concrete Association per etichettare i prodotti sostenibili (riferimento GCCA CEM I 2020). I prodotti della gamma evoBuild avranno tutte le certificazioni previste per i cementi comuni e per questi prodotti sarà disponibile la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).
La decarbonizzazione nel settore cemento
Heidelberg Materials ha lanciato il progetto di decarbonizzazione della cementeria di Rezzato-Mazzano. Mettere insieme il concetto di decarbonizzazione e cementeria nella stessa frase potrebbe sembrare un paradosso, dato l’impatto di questo settore in termini di emissioni. È davvero possibile conciliare l’industria del cemento con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂? Tecnologie innovative e nuove pratiche possono rendere realistica questa transizione verso un modello più sostenibile?
L’industria del cemento a livello mondiale è responsabile del 6%- 8% delle emissioni di anidride carbonica. Dobbiamo agire!
Il primo progetto già in fase avanzata è quello dell’impianto di Brevik in Norvegia dove da metà 2025 sarà possibile produrre il cemento e allo stesso tempo catturare la CO₂ che inevitabilmente il processo di produzione comporta. La CO₂ sarà immagazzinata nei giacimenti esausti del Mar del Nord. Grazie a questa tecnologia – chiamata CCS – metteremo a disposizione dei nostri clienti e dei progettisti un cemento net-zero carbon captured. Offrire agli operatori del settore delle costruzioni, considerato hard to abate, il primo cemento a bilancio di emissioni zero grazie alla cattura di CO₂, ci pone all’avanguardia nella decarbonizzazione del settore.
Recentemente abbiamo annunciato l’inizio dello stesso percorso anche in una cementeria italiana, a Rezzato in provincia di Brescia. È un percorso molto lungo, come dicevo, ma l’obiettivo di Heidelberg Materials è di essere carbon neutral entro il 2050.
Per saperne di più
heidelbergmaterials.it
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