Nelle case in legno, il problema va risolto con dei dettagli e una progettazione accurata. Ancora una volta per affrontare l’argomento ci viene incontro la storia secolare di questo materiale.
Parla di questo aspetto, Paolo De Martin nel Manuale delle costruzioni in legno , edito da Maggioli Editore, dal quale è estratto questo articolo.
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Le case in legno e l’esempio di Venezia
Venezia la più bella e straordinaria città del mondo, è una città di pietra, ma è costruita su pali di legno. Venezia è costruita su pali di larice. Il larice, che proviene dalle valli trentine, dalle valli bellunesi, dalle valli dell’Alto Adige, è un legno che resiste all’umidità praticamente eternamente, quindi di fatto Venezia è una città di pietra costruita su legno, ed è il legno degli alberi antichi che fa stare in piedi Venezia.
Quindi è l’antica sapienza dei costruttori veneziani che sapevano bene che il legno resisteva al fango della laguna, all’umidità continua presente sotto le case e i palazzi. Ma abbiamo altri numerosi esempi in proposito; ne vediamo soltanto alcuni, come il villaggio in Norvegia (Foto 2), costruito interamente sull’acqua.
Vediamo una scuola di recente costruzione in Nigeria, sulla Laguna di Makoko (Foto 3): si tratta di una scuola elementare, che ha vinto anche un premio importante ad un’edizione di qualche anno fa della Biennale di Venezia. È una scuola costruita interamente in legno nella laguna del villaggio, che poggia su uno zoccolo di barche della laguna. Quindi la scelta del legno qui è addirittura, come a Venezia, pensata dentro ad una situazione di umidità molto importante. La scuola elementare di Makoko è stata finanziata dall’ONU, che ha deciso di ricostruire tutto il villaggio di Makoko sull’acqua.
Inoltre, non dobbiamo scordare le nostre costruzioni storiche del Mediterraneo italiano, nel mar Adriatico; quindi ecco i trabucchi dell’Abruzzo, delle Marche, del Molise e della Puglia, che sono costruiti in legno direttamente sul mare.
Esistono molti esempi in legno di case ed edifici vicino al Polo Nord, in Groenlandia, in situazioni climatiche estreme, edifici in legno che sono lì da secoli.
Adesso andiamo a vedere perché queste case resistono all’umidità, anche estrema, e alcune delle regole fondamentali per evitare quello che qualche committente scettico dice spesso, che le case in legno marciscono, ma sono purtroppo alcune case contemporanee di legno che marciscono, non le case di migliaia di anni fa. Quindi se una casa in legno marcisce, significa che il progetto non è stato elaborato correttamente o c’è stato qualche problema di esecuzione, non certo per la scelta del materiale, fondamentalmente.
Vediamo ora quali sono i principi fondamentali da affrontare nella progettazione per garantire al nostro edificio in legno una durabilità che normalmente supera facilmente i 100 anni.
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Umidità e degrado del legno
Quindi, parlando di umidità e degrado del legno, dobbiamo definire che il degrado del legno è la protezione che siamo in grado di garantire alle strutture in legno. Quindi il fattore determinante di degrado del legno è l’umidità, non l’umidità che va e che viene, ma l’umidità costante.
Quando un edificio in legno è costantemente collegato ad una situazione umida, quindi a una situazione di vasca, a un terreno umido, allora abbiamo un reale problema di umidità. Chiaramente quando l’umidità del legno, supera il 22 per cento, avremo anche il rischio di funghi, insetti e di marcescenza come conseguenza del perdurare della situazione di umidità.
Ma non è detto che tali fenomeni sempre succedano: va definito semplicemente il livello di rischio che è molto elevato in presenza di umidità continua e dipende anche del territorio e dalla zona climatica. Il livello di rischio aumenta se il legno, ad esempio, è direttamente fissato al terreno, se la struttura in legno ha una situazione umida costante, come in un tetto piano che non ha le stratigrafie e le pendenze corrette.
Il legno è un materiale altamente igroscopico, quindi per capire come si comporta il legno in situazioni di umidità dobbiamo conoscere il valore dell’umidità del legno all’interno della sua struttura e della sua fibra. Pensate che l’albero in piedi nel bosco può arrivare fino al 100 per cento di umidità, questo può accadere in alcuni periodi dell’anno, quando l’albero può arrivare a essere praticamente completamente pieno d’acqua.
Avete mai visto un albero marcire nel bosco? Mai! È attaccato al terreno, ma ancora è vivo. Questo 100 per cento poi in primavera comincia a scendere al 50 per cento, poi al 40 per cento, poi al 30 per cento e così via, per poi ritornare ai livelli precedenti durante l’anno. Questo è il ciclo di igroscopicità del materiale.
Quindi il legno è un materiale che già da albero interagisce con l’ambiente: il livello di umidità si alza, scende, ritorna, però non marcisce mai. Nelle costruzioni in legno però dobbiamo permettere che questo ciclo continuo di assorbimento e di de-assorbimento avvenga sempre, evitando il rischio di fenomeni di umidità costanti sugli elementi lignei.
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Come si calcola l’umidità del legno
L’umidità del legno si calcola in modo molto semplice, con una formula elementare, considerando l’umidità del legno allo stato umido mu, meno l’umidità del legno allo stato anidro m0, cioè secco, diviso l’umidità del legno allo stato secco m0, e poi moltiplicato per 100.
Il contenuto di umidità del legno condiziona non soltanto la durabilità, ma anche la stabilità dimensionale del materiale, quindi il ritiro e il rigonfiamento.
Nel legno lamellare l’umidità del materiale dovrà essere percentualmente molto più bassa rispetto al legno massiccio, perché il lamellare incollato non può permettersi di avere deformazioni. Quali sono questi valori base? Il valore fondamentale che ci serve è il 22 per cento, l’umidità di equilibrio del legno, cioè il legno esterno in situazioni normali non deve mai superare il 22 per cento di umidità di equilibrio. La può superare solo per periodi limitati, ma deve poi ritornare sempre al 22 per cento.
L’importante è che questo valore non venga mai superato costantemente nel tempo; nel caso contrario il livello di rischio aumenterà notevolmente e la durabilità potrebbe essere a rischio. Quindi, possiamo affermare che se il legno non è a contatto con l’acqua o col terreno, questo valore può variare di continuo senza problemi. Ad esempio il rivestimento in legno a vista di facciata può arrivare anche al 50 per cento, ma poi deve ritornare al di sotto del 22 per cento.
Se invece il legno è perennemente a contatto con un elemento umido, e questo valore rimane costante nel tempo, abbiamo il problema, il livello di rischio aumenta e questo chiaramente nelle costruzioni in legno contemporanee dobbiamo assolutamente evitarlo.
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Come si raggiunge questo 22 per cento?
Perché chiaramente tagliamo l’albero, lo portiamo in stabilimento, realizziamo la parete, no, questo non è sufficiente perché chiaramente il mio albero esce dal bosco che è all’80 per cento di umidità di equilibrio, arriva allo stabilimento che avrà il 50 per cento e quindi non possiamo ancora lavorarlo e trasformarlo in parete o trave, perché ha ancora un contenuto di umidità molto importante che può creare ritiri o rigonfiamenti.
Quindi, in stabilimento o anche fuori dallo stabilimento si procede ad un processo di essiccazione del legno, cioè l’umidità del legno viene abbassata in modo naturale o in modo artificiale per raggiungere valori ottimali vicini al 22 per cento.
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Manuale delle Costruzioni in Legno
Questo manuale si pone l’obiettivo di diventare il riferimento per i progettisti sui principi e sulle regole di una costruzione in legno. L’opera affronta a tutto tondo il settore della progettazione di edifici in legno, analizzando temi quali: la sostenibilità e l’efficienza del materiale, il comportamento antincendio e in situazioni di umidità ambientale, la leggerezza del materiale e il suo comportamento in zona sismica e nel settore dei risanamenti energetici. Viene analizzato il tema della prefabbricazione come elemento fondante del percorso progettuale, valutandone i benefici indiscutibili. Attraverso esempi concreti di edifici realizzati si affrontano i principali sistemi costruttivi in legno, dai massicci ai leggeri, approfondendo il tema della flessibilità costruttiva e progettuale del materiale. Il libro tratta a livello approfondito i temi progettuali (dal preliminare all’esecutivo) con particolare riferimenti ai nodi principali (attacco a terra, nodo parete, parete-solaio, parete-serramento, parete-tetto) a quelli avanzati (sopraelevazioni, cappotto termico, ecc.). Numerosi casi di studio supportano a livello operativo il lettore, mostrando nella pratica le procedure e le strategie progettuali per realizzare edifici in legno energeticamente efficienti, duraturi e sicuri da un punto di vista sismico e strutturale. Paolo De Martin Architetto esperto di progettazione in legno, consulente energetico per l’Agenzia CasaClima dal 2002. Svolge per conto dell’Agenzia CasaClima e altri enti attività di formazione tecnica a convegni, seminari e fiere di settore in ambito nazionale e internazionale sul tema della progettazione energeticamente efficiente e sul risanamento dell’esistente.
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