Ordinanza di demolizione: illegittima se non descrive con precisione le opere abusive

Mario Petrulli 28/11/25
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Secondo un noto e consolidato orientamento giurisprudenziale, «pur essendo pacifico che l’ordinanza di ripristino, quale atto di carattere del tutto vincolato, si pone quale conseguenza immediata e diretta discendente dalla verifica dell’abusività degli interventi e non richiede una particolare motivazione né con riguardo all’interesse pubblico alla stessa sotteso e all’ipotetico interesse del privato alla permanenza in loco dell’opera edilizia, né con riguardo alla puntuale indicazione delle norme violate, è comunque necessario che le opere abusive vengano individuate e descritte in maniera puntuale affinché emerga la natura e la consistenza dell’abuso»[1].

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Nicola D’Angelo | Maggioli Editore 2024

L’interpretazione degli atti amministrativi

Difatti, «l’interpretazione degli atti amministrativi soggiace alle stesse regole dettate dall’art. 1362 e ss. c.c. per l’interpretazione dei contratti, tra le quali assume carattere preminente quella collegata all’interpretazione letterale in quanto compatibile con il provvedimento amministrativo, dovendo in ogni caso il giudice ricostruire l’intento dell’Amministrazione, ed il potere che essa ha inteso esercitare, in base al contenuto complessivo dell’atto (cd. interpretazione sistematica), tenendo conto del rapporto tra le premesse ed il suo dispositivo e del fatto che, secondo il criterio di interpretazione di buona fede ex art. 1366 c.c., gli effetti degli atti amministrativi devono essere individuati solo in base a ciò che il destinatario può ragionevolmente intendere, anche in ragione del principio costituzionale di buon andamento, che impone alla P.A. di operare in modo chiaro e lineare, tale da fornire ai cittadini regole di condotte certe e sicure, soprattutto quando da esse possano derivare conseguenze negative»[2].

Il caso concreto

Il TAR Lombardia, Milano, sez. IV, nella sent. 19 novembre 2025, n. 3749, ha affrontato un caso concreto in cui l’ordinanza di demolizione non individuava puntualmente e con precisione le opere oggetto di sanzione ripristinatoria, disponendo genericamente “la rimozione delle opere abusive eseguite in assenza di titolo paesaggistico ed edilizio nonché il ripristino dello stato dei luoghi e della destinazione d’uso agricola originaria ed autorizzata entro il termine perentorio di 90 (novanta) giorni dalla data di notifica del presente atto”.

Nel caso specifico, inoltre, non poteva ricavarsi tale dato attraverso l’esame delle premesse, che non contenevano indicazioni univoche in tal senso, visto che nell’ordinanza si indicavano anche i manufatti legittimi e si menzionano delle attività non ammesse, che tuttavia avevano prevalentemente rilievo ambientale.

La mancata puntuale descrizione delle opere da ridurre in pristino impediva, perciò, di comprendere l’oggetto dell’ordinanza e anche di eseguirla, non essendo chiaro il tenore della medesima. Peraltro, al cospetto di un atto sanzionatorio, sebbene di carattere ripristinatorio, è tanto più necessario garantire la precisa indicazione degli abusi, al fine di evitare di estendere la sanzione a fattispecie non contemplate dalla normativa, in violazione del principio di tassatività (in materia di repressione) degli illeciti amministrativi, nel cui novero rientrano anche quelli edilizi[3].

Altre ipotesi rilevanti

In un caso similare, il T.A.R. Lombardia, Milano, sez. IV, nella sent. 15 ottobre 2024, n. 2700, ha affermato l’illegittimità di un’ordinanza di demolizione che non individuava con precisione le opere oggetto di sanzione ripristinatoria, rinviando genericamente al verbale di sopralluogo, nel quale non si descrivevano i manufatti da rimuovere ma si indicava soltanto ciò che è stato riscontrato in loco dai dipendenti comunali, ossia i manufatti demoliti e quelli non ancora oggetto di rimozione, oltre che ad un manufatto oggetto di intervenuta sanatoria.

Ancora, il medesimo T.A.R. Lombardia, Milano, sez. II, nella sent. 13 ottobre 2020, n. 1890, aveva ritenuto illegittima un’ordinanza di demolizione che si limitava a richiamare il contenuto di una SCIA presentata dal privato e poi ritirata dallo stesso, attraverso la quale si intendevano porre in essere alcuni interventi di manutenzione straordinaria pesante, in assenza di alcun accertamento d’ufficio da parte dell’ufficio tecnico comunale, né per verificare l’effettiva presenza degli abusi né per individuare le opere da sanzionare e la loro effettiva tipologia. Nello specifico, i giudici hanno affermato che “non è possibile procedere all’irrogazione di una sanzione edilizia, facendo esclusivo riferimento ad una domanda di accertamento di conformità presentata per conto del proprietario e poi ritirata, senza un accertamento d’ufficio, essendo indispensabile effettuare una adeguata istruttoria finalizzata ad appurare la situazione di fatto non soltanto per l’individuazione delle opere, ma anche per la successiva qualificazione giuridica dei presunti abusi.

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Note

[1] T.A.R. Lombardia, Milano, sez. IV, sent. 15 ottobre 2024, n. 2700; sez. II, sent. 13 ottobre 2020, n. 1890; sent. 21 luglio 2020, n. 1394; Consiglio di Stato, sez. III, sent. 24 settembre 2025, n. 7487; sez. VI, sent. 11 dicembre 2024, n. 9983; sez. II, sent. 8 febbraio 2024, n. 1299; sez. VII, sent. 18 ottobre 2023, n. 9086; sez. VI, sent. 5 luglio 2023, n. 6555; T.A.R. Calabria, Reggio Calabria, sez. I, sent. 19 marzo 2019, n. 171.
[2] Consiglio di Stato, sez. IV, sent. 25 marzo 2021, n. 2514; sez. VI, sent. 30 giugno 2020, n. 4166; sent. 24 marzo 2023, n. 3023; sent. 3 marzo 2023, n. 2253; T.A.R. Lombardia, Milano, sez. IV, sent. 27 ottobre 2025, n. 3433.
[3] Sul principio di legalità in materia sanzionatoria amministrativa e sui corollari della tipicità e determinatezza della sanzione, cfr. Consiglio di Stato, sez. VI, sent. 27 febbraio 2023, n. 1956; sent. 21 maggio 2019, n. 3278; sez. V, sent. 12 ottobre 2018, n. 5883; in argomento, cfr. anche T.A.R. Lombardia, Milano, sez. IV, sent. 11 novembre 2024, n. 3093.

In collaborazione con studiolegalepetrulli.it

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Mario Petrulli

Avvocato (www.studiolegalepetrulli.it), esperto nelle materie dell’edilizia, dell’urbanistica, degli appalti, del diritto degli Enti Locali e del diritto bancario.
Collabora da anni con società di consulenza e formazione agli Enti Locali, case editrici, riviste tecnic…Continua a leggere

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