Aggiornamento del 25 marzo 2022: Il Decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24 (Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza), appena entrato in vigore, prevede il graduale superamento del Green Pass.
In particolare: dal 1° aprile sarà possibile per tutti, compresi gli over 50, accedere ai luoghi di lavoro con il Green Pass Base, mentre dal 1° maggio sarà eliminato interamente l’obbligo di possesso del Green Pass, sia nella versione base che in quella rafforzata. Sempre a partire dal 1° maggio finirà anche l’obbligo di indossare le mascherine al chiuso.
* 6 ottobre 2021: Come abbiamo visto, in seguito al decreto legge n. 127 del 21 settembre 2021 (Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening ), dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021 marzo 2022 il Green Pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori pubblici e privati, compresi i liberi professionisti (>> qui tutte le regole).
Ora Confprofessioni, in audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, ha segnalato alcune criticità del decreto, soprattutto per quanto riguarda il comportamento da tenere nei confronti dei clienti degli studi professionali e le modalità di verifica della Certificazione Verde Covid-19.
Obbligo Green Pass clienti studi professionali
L’attenzione del presidente di Confprofessioni Gaetano Stella – che ha auspicato un aggiornamento del protocollo anticontagio per arrivare a un “corpus unico” con chiare e univoche indicazioni operative sulle procedure da utilizzare in azienda – si è infatti soffermata sugli studi professionali, dove l’accesso è aperto non solo a dipendenti, lavoratori autonomi e collaboratori, ma anche ai clienti dei professionisti.
Il presidente ha commentato: “È questa una delle principali criticità che emerge dalla lettura del decreto (…). Se il cliente non esibisce il Green Pass, la sicurezza e la salute dei lavoratori di studio non può essere garantita”.
Negli studi professionali, infatti, tipicamente l’accesso nel luogo di lavoro è effettuato anche da soggetti che non svolgono attività lavorativa: “è frequente la presenza dei clienti che devono necessariamente interloquire con i professionisti e che, pertanto, non sempre accedono per motivi strettamente professionali”.
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Secondo la Confederazione, quindi, anche i clienti dei professionisti dovrebbero essere tenuti a esibire il certificato verde per accedere in studio, anche considerando il fatto che i soggetti non in possesso del Green Pass potrebbero comunque, se necessario, rapportarsi con i professionisti da remoto, attraverso i numerosi strumenti di video-conferenza ormai disponibili a tutti in rete.
Verifica del Green Pass e dati disponibili
Un altro aspetto su cui Stella si è soffermato, perché considera delicato, riguarda la verifica della Certificazione Verde che, nel rispetto della tutela della privacy, non consente la raccolta dei dati, tra cui, ad esempio, la data di scadenza del Green Pass: “Una situazione che potrebbe portare il professionista a controllare ogni giorno i lavoratori”.
Un’ipotesi, secondo il presidente, potrebbe essere quella di prevedere che il datore di lavoro possa avere accesso ad alcune informazioni di base del certificato del lavoratore, in un’ottica di semplificazione delle procedure.
>> Leggi il testo completo dell’Audizione del presidente di Confprofessioni dott. Gaetano Stella
Consigliamo:
Questa guida operativa con strumenti utili per la gestione del rischio nelle attività commerciali, nelle aziende e nei cantieri (aggiornata al decreto legge n. 127 del 21 settembre 2021 – estensione obbligo Green Pass). Sono inclusi documenti in word editabili: check list, esempi di protocolli precompilati, procedure, istruzioni, segnaletica e schede per integrare il POS e il PSC:
E il volume Sistema di Gestione COVID-19 , uno strumento nato per assicurare la corretta gestione del rischio legato alla diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro, in tutti i settori di attività.
Il testo è stato sviluppato seguendo la struttura ISO dell’ultima revisione delle norme (quali la 9001, la 14001 e la 45001), alle quali può integrarsi, ma risulta al contempo autonomo e completo: può quindi essere adottato sia da aziende già certificate, sia da aziende che non hanno ancora sviluppato un sistema di gestione ISO.
Sistema di gestione Covid-19
Il Sistema di Gestione COVID-19 nasce dall’idea di fornire alle aziende un utile strumento – una sorta di cassetta degli attrezzi – che assicuri la corretta gestione del rischio legato alla diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro.Si tratta di un vero e proprio sistema di gestione per il rischio legato al contagio da COVID-19 – verificato da auditor esperti – applicabile da aziende di tutti i settori di attività.È stato sviluppato seguendo la struttura ISO dell’ultima revisione delle norme, quali ad esempio la 9001, la 14001 e la 45001 alle quali può integrarsi, ma al contempo risulta autonomo e completo: può quindi essere adottato sia da aziende già certificate, sia da aziende che non hanno ancora sviluppato un sistema di gestione ISO.Una delle maggiori spinte che hanno portato gli autori – consulenti aziendali in materia di sicurezza sul lavoro con esperienza nelle più svariate categorie merceologiche, dalla logistica alla ristorazione, passando per gli uffici amministrativi e i servizi di cura della persona – è rappresentata da quanto indicato sulla circolare n. 22 del 20 maggio 2020 dell’INAIL, nella quale viene stabilito che il contagio da SARS-CoV-2 sul luogo di lavoro è considerato come infortunio e, in quanto tale, soggetto a liquidazione.Il documento chiarisce inoltre che «[…] la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del decreto-legge 16 maggio 2020, n.33 […]».Il Sistema di Gestione COVID-19 può essere considerato come la naturale evoluzione del manuale La gestione del rischio COVID-19, redatto dagli stessi autori, che ha seguito di pari passo l’evolversi dell’epidemia e il conseguente aggiornamento normativo.È stato studiato affinché le aziende possano dimostrare l’avvenuta applicazione di tutte le misure riportate nei protocolli e nelle linee guida governative, ed è facilmente adattabile alle normative regionali.Per il datore di lavoro rappresenta uno scudo, in quanto fornisce tutte le evidenze necessarie a superare eventuali controlli da parte di enti preposti (quali ad esempio INAIL o Dipartimento di Igiene e Prevenzione delle Aziende Sanitaria competenti) o a eventuali audit di terze parti (come clienti o enti di certificazione).Le soluzioni proposte nel Sistema di Gestione COVID-19 sono adattabili alla specificità di ogni tipologia di azienda, dalla più semplice alla più complessa, sia nel caso in cui un’impresa sia dotata di un Sistema di Gestione ISO, sia che non l’abbia ancora implementato.Sono presenti dei preziosi allegati in formato word:- Manualela struttura base del sistema, che offre linee guida per la sua realizzazione e l’eventuale integrazione.- Moduli Realizzati sulla base dell’esperienza degli autori, contengono le prescrizioni minime previste dai vari protocolli.- Procedure Studiate per chiarire come applicare correttamente le misure di prevenzione previste dai protocolli. – IstruzioniDelineate in modo semplice e chiaro, affinché siano facilmente applicabili.- SegnaleticaRealizzata ottimizzando la comprensibilità di figure e indicazioni scritte.Carmine Moretti Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e titolare dello studio TMA srl di Bologna. Dal 2003 si occupa di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, formazione e ambiente. È consulente per aziende con sedi dislocate in varie regioni del territorio nazionale. Negli ultimi anni ha realizzato e curato diverse pubblicazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Marco Ballardini Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e formatore. Dopo aver lavorato per 10 anni nel settore petrolifero come tecnico specializzato e responsabile di cantiere, dal 2016 ha avviato la collaborazione con lo studio TMA srl di Bologna, occupandosi di consulenza e formazione in ambito sicurezza e salute sul lavoro e sistemi di gestione (ISO 9001 / ISO 14001 / ISO 45001). Gli autori desiderano ringraziare Francesca Ceccolini per il lavoro di editing svolto, per la collaborazione e l’insostituibile aiuto nella redazione e preparazione di questo lavoro.Un sentito ringraziamento va anche agli auditor che hanno fornito un prezioso contributo: l’Architetto Franco Ienna e il Dottor Piero Cristilli.
Carmine Moretti, Marco Ballardini | 2021 Maggioli Editore
89.00 € 84.55 €
Immagine: iStock/SDI Productions
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