Dopo il successo dell’edizione inaugurale, torna a Trinità dei Monti, Roma, dal 18 al 21 settembre 2025, il Festival Internazionale dell’Architectura Picta, un evento dedicato ad architetti, studenti e decoratori pensato per celebrare, riscoprire e rigenerare con un linguaggio moderno l’arte della prospettiva illusoria e del trompe l’oeil architettonico, parte fondamentale del nostro patrimonio artistico.
Fondato dalla giornalista Stefania Zappanico, il Festival offre quattro giorni di esperienza diretta con i massimi esperti accademici e ricercatori della materia e con i professionisti della decorazione pittorica.
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Festival Internazionale Architectura Picta 2025: obiettivi
L’evento si svolgerà presso il Refettorio di Andrea Pozzo (Trinità dei Monti 3), completamente affrescato nel 1693 dal grande artista a cui il Festival si ispira. Qui verrà allestito un vero e proprio laboratorio/bottega dove, durante una full immersion di quattro giorni, architetti e decoratori lavoreranno insieme, guidati dai massimi esperti del settore, per creare spazi prospettici illusori.
L ‘evento culminerà nella produzione di una installazione artistica, a partire da un bozzetto prospettico suddiviso in parti e trasferito su grandi tele singole elaborate in base alle tecniche apprese. Il programma, accuratamente strutturato per fornire solide basi di conoscenza pratica e teorica dell’Architectura Picta, si basa su un format innovativo, pratico e teorico-scientifico, altamente formativo.

Festival Internazionale Architectura Picta 2025: cosa offre ai partecipanti
L’esperienza creativa ed artistica offerta dal Festival include:
- Esercitazioni di disegno sulla base delle indicazioni riportate nella Perspectiva Pictorum et Architectorum di A. Pozzo;
- Anamorfosi, Illusione Ottica e Trompe l’oeil architettonico;
- Architectura Picta come strumento di progettazione urbanistica;
- Costruzione dello spazio illusorio;
- Analisi dei risultati del rilievo 3D condotto dall’Università di Firenze;
- Visite per studiare i capolavori dell’Architectura Picta a Roma.
Il Festival gode del sostegno e collaborazione di Notre Dame University, School of Architecture e del patrocinio di organismi italiani ed internazionali: Comune di Roma, Regione Lazio, Unione Italiana Disegno (UiD) Università di Firenze, La Table Ronde de l’Architecture, Classical Planning, New Traditional Architecture.
Il Festival si basa su un concetto innovativo, poiché riunisce architetti e decoratori, fondendo architettura e arte pittorica, per celebrare l’Architettura Dipinta in modo pratico, scientifico e contemporaneo. L’obiettivo è quello di costituire una rete internazionale di istituzioni, accademie, architetti e decoratori, per promuovere l’Architettura Dipinta come patrimonio artistico e favorirne la ricerca e la rigenerazione in un linguaggio moderno.
Per ulteriori informazioni e per il programma completo
prospicta.wixsite.com
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Le Marche e l’Adriatico nel Quattrocento
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale (28-29 aprile 2021) organizzato da École Pratique des Hautes Études – PSL, Paris, Università di Macerata e Accademia di Belle Arti di Macerata – Istituto di Restauro delle Marche, col sostegno dello Studio Barigelletti di Ancona, a cui si è aggiunto in sede editoriale il patrocinio del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, del CHG – Construction History Group, dello CSELT – Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni e del 3ARC – Ancient Art Architecture Reception Center. I contributi proposti offrono riflessioni inedite sull’arte e l’architettura del Quattrocento in area marchigiana e adriatica, caratterizzata dalla convivenza tra tradizioni locali di matrice medievale e forti impulsi al cambiamento. Provengono soprattutto dalla Toscana i grandi maestri che contribuiscono a rinnovare il linguaggio dei centri set- tentrionali delle Marche: corti feudali come quelle degli Sforza a Pesaro e dei Montefeltro a Urbino, più prossime al confine, sono le prime ad accogliere gli artisti toscani e ad aprirsi, così, alla nuova stagione rinascimentale. Soprattutto Urbino, “crocevia delle arti”, fiorisce grazie a Federico da Montefeltro, che per creare il suo palazzo si serve di grandi maestri dell’architettura e dell’arte, tra cui il dalmata Luciano Laurana. Ma su tutto il territorio regionale si distinguono anche altri suoi conterranei, come Francesco Laurana, Giorgio da Sebenico, Niccolò di Giovanni Fiorentino e Giovanni di Traù, che con la loro importante attività testimoniano il ruolo centrale della civiltà adriatica nella storia della cultura marchigiana. Questi artisti studiano i modelli veneziani e padovani nelle città costiere delle Marche e della Dalmazia, dimostrando anche un interesse archeologico per le vestigia romane. Uno dei protagonisti della scena artistica è Carlo Crivelli, pittore di formazione padovana, squarcionesca e dona- telliana che rappresenta una delle espressioni più felici e feconde del “Rinascimento umbratile”. Il panorama architettonico del Quattrocento marchigiano, pur definito da quella eterogeneità che caratterizza anche le arti figurative, sembra meno eclettico: una situazione dovuta non solo al principio ghibertiano della “mediazione gentile”, ma anche e soprattutto alla funzione coesiva dell’opera di Francesco di Giorgio Martini, i cui edifici militari assumono un’importanza decisiva nella tradizione architettonica delle Marche. Il volume è dedicato in particolare agli episodi di coesistenza, contaminazione e conflitto tra le molteplici culture artistiche e architettoniche, con speciale attenzione ai fenomeni di scambio, dialogo e migrazione dei motivi iconografici, dei modelli tipologici e delle forme stilistiche. Il territorio marchigiano si configura come osservatorio privilegiato per lo studio di uno scenario peculiare, frutto di una prolifica circolazione di idee in una difficile convivenza tra eredità medievale e Rinascimento dell’antico. Sabine Frommelè, dal 2003, Directeur d’Études (Histoire de l’Art de la Renaissance) presso l’École Pratique des Hautes Études – PSL. È anche Direttrice dell’équipe di ricerca HISTARA (Histoire del’art, des représentations et de l’administration dans l’Europe moderne et contemporaine – EA 7347). Dal 2013 al 2015 è stata Visiting Profes- sor presso l’Università degli Studi di Bologna (Dipartimento di Filologia Classica e Italianisti- ca). Le sue ricerche sono incentrate sulle re- lazioni culturali e artistiche tra Francia e Italia nella storia dell’architettura moderna, nonché sui processi di migrazione dei linguaggi artistici e delle tecniche nel contesto europeo. È mem- bre associé de l’Académie Royale de Belgique (classe des Beaux-Arts), chevalier des Palmes académiques e membre correspondant de l’A- cadémie des Beaux-Arts di Parigi (Institut de France). Nel 2020, è stata titolare della Chairedu Louvre con un ciclo di conferenze su Peindre l’architecture durant la Renaissance. Origines, évolution, transmission d’une pratique polyva- lente. Ha pubblicato come autrice e curatrice molteplici monografie, saggi scientifici e volumi miscellanei dedicati al tema dell’architettura e dell’arte nel Rinascimento italiano ed europeo.Giuseppe Capriotti è Professore Associato di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Macerata, dove insegna materie di taglio iconografico. È stato Visiting Professor all’Università di Spalato, all’UNED di Madrid e alla Tel Aviv University in Israele. È stato Marie Curie Fellow Researcher alla Pwani University di Kilifi e alla Kenyatta University di Nairobi, in Kenya. Si occupa di fortuna delle Metamorfosi di Ovidio e dell’immagine dell’alterità religiosa nell’arte moderna. Su questi temi ha pubblicato e curato numerosi volumi, tra i quali Lo scorpione sul petto. Iconografia antiebraica tra XV e XVI secolo alla periferia dello Stato pontificio (Gangemi 2014) e Images in the Borderlands. The Mediterranean between Chri- stian and Muslim Worlds in the Early Modern Period, con Ivana Čapeta Rakić (Brepols 2022).Francesca Pappagalloè Restauratrice di Beni Culturali per i settori 2-3-4, già docente di Restauro per la Pittura dal 1984, è stata fondatrice e Coordinatrice dell’Istituto di Restauro delle Marche presso l’Accade- mia di Belle Arti di Macerata fino al 2020. La sua intensa attività professionale che ha preceduto, affiancato e nutrito quella di formatrice enuclea, tra gli innumerevoli altri, restauri di dipinti di Al- legretto Nuzi, Vittore Crivelli, Lorenzo d’Ales- sandro, Lorenzo Lotto, Johannes Hispanus e Pellegrino Tibaldi.Valentina Burgassiè Ricercatrice RTD-A in Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Torino e abilitata alla II fascia come professore associato per CEAR/11A. Architetto e Specialista in Beni Ar- chitettonici e del Paesaggio, ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso il Politecnico di Torino in cotutela con l’École Pratique des Hautes Études (Histoire de l’Art). È membre associéedell’équipe Histara (École Pratique des Hautes Études, Parigi); è stata borsista presso il Palladio Museum (2020), presso l’École Française de Rome (2018) ed è parte del Comitato Diret- tivo del Construction History Group (Politecnico di Torino). Autrice di una monografia (Il Rinasci- mento a Malta, Olschki, 2022), ha curato due volumi sulla Storia della Costruzione (Quaderni di Storia della Costruzione, vol. 1-2, Politecnico di Torino, 2021 e 2022), ha scritto saggi sull’architettura dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, sull’architettura del Rinascimen- to (Vitruvio, Cesare Cesariano e la machinatio, Brepols, 2023) e sul cantiere dell’effimero.Claudio Castellettisi è formato come storico dell’arte moderna presso la Sapienza Università di Roma e l’École Pratique des Hautes Études – PSL, Sorbonne, Paris, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca. Insegna Iconologia e Iconografia dell’età moderna presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e collabora nello stesso Ateneo come docente del Master universitario di II livello in Nuove tecnologie per la comunicazione, il cultural management e la didattica della storia dell’arte. È membro del comitato scientifico del-la rivista di classe A (area 10/B1) Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica. È Co-Direttore del centro di ricerca Interuniversitario 3ARC – Ancient Art Architecture Reception Center. I suoi interessi scientifici vertono sull’iconografia profana dellaprima età moderna, sulle interpretazioni visive delle fonti filosofiche e letterarie e sulla fortuna delle antichità nel Rinascimento.
Sabine Frommel, Giuseppe Capriotti, Francesca Pappagallo, Valentina Burgassi, Claudio Castelletti | Maggioli Editore 2024
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