Gli edifici crollati o danneggiati nel terremoto del centro Italia sono stati sequestrati per capire come avviare l’ adeguamento sismico edifici esistenti e le indagini che devono individuare i colpevoli. I tecnici stanno facendo i sopralluoghi. Sono molti i dubbi sorti in seguito alle prime indagini tecniche sugli edifici. Sono crollate case, edifici storici, scuole e ospedali. Si indagherà sull’uso di fondi pubblici destinati alla messa in sicurezza e a norma di edifici poi crollati, sui materiali utilizzati e sulle procedure seguite per i collaudi. L’obiettivo di questo primo step è trovare anomalie nella fase di costruzione e ristrutturazione degli edifici, dovute all’uso di materiali non idonei o al mancato rispetto delle norme.
Si inizia a indagare, quindi. La normativa è stata rispettata? Questa la domanda a cui dovranno rispondere le indagini. Poi si passerà alla ricostruzione. È giusto individuare i colpevoli, ma si potrebbe procedere con uno spirito diverso. Normalmente si tende a cercare subito i responsabili, di stomaco è la prima reazione. L’approccio potrebbe invece essere diverso: si potrebbe prima di tutto capire dove si è costruito male, ricostruire senza fare gli errori, vedere se la normativa è giusta e applicabile, eventualmente cambiarla se necessario, rispettarla se rappresenta la strada corretta da intraprendere. Gli sforzi dovrebbero andare prima di tutto in questa direzione.
Tutela del patrimonio architettonico
La circolare del 30/4/2015, n. 15 riporta “Disposizioni in materia di tutela del patrimonio architettonico e mitigazione del rischio sismico” ed ha il dichiarato scopo di “sensibilizzare” tutte le figure che hanno influenza sulla gestione del patrimonio culturale, indirizzando ad “un percorso culturale prima che tecnico”, in cui tale disposto si inserisce.L’Italia, come noto, possiede un patrimonio vasto e diffuso di immobili di notevole valore storico-culturale, forse il maggiore a livello mondiale, che già solo per tali motivi deve essere tutelato e conservato in maniera efficiente.A parte tale aspetto, esso, può rappresentare, in una nazione così ricca di valenze culturali, un’importante sorgente di introiti e di sviluppo economico e sociale.Pertanto, la presa di coscienza e la gestione della problematica sismica, in un territorio che è stato di recente indicato come uno dei più critici a livello mondiale, assume un attuale ed urgente significato. Le disposizioni della circolare n. 15/2015 stigmatizzano tali aspetti, raccogliendoli sotto la forma di quadro sintetico-tabellare (l’Allegato 1 della circolare), guidando il tecnico verso le caratteristiche e le potenziali carenze in ottica sismica degli immobili, pubblici e privati, oggetto di tutela. L’Allegato individua due classi di intervento (manutenzione straordinaria e miglioramento sismico) che spesso ricorrono nella pratica, e che sono state indicate come potenziale fonte di inesatte valutazioni rispetto alle azioni sismiche. L’Allegato 1 è quindi un interessante punto di partenza per approfondire le tematiche ad esso correlate e allargare il quadro di conoscenza, spesso anche molto specialistica, che esso stesso sottende. Il presente lavoro è volto a inquadrare gli aspetti inerenti tutela e rischio sismico negli edifici storici, illustrando e specificando i principi cardine al fine di rendere più agevole, e più consapevole, la compilazione dei vari campi, col fine di ottenere le giuste informazioni di ritorno a livello governativo. Il testo, di lettura agile, è indirizzato a coloro che devono familiarizzare con la specificità del patrimonio culturale, siano essi professionisti incaricati della progettazione che del controllo e gestione di tali fasi. Nicola Mordà, Ingegnere civile strutturista, si occupa di problematiche sismiche e diagnostica con riferimento alle costruzioni storiche. Paola Boati Architetto, laureata in Restauro e Valorizzazione nel 2006. Da dieci anni svolge l’attività professionale occupandosi di progettazione sostenibile, ristrutturazioni e restauri, interior design, riqualificazione energetica e facility management.
N. Mordà, P. Boati | 2015 Maggioli Editore
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Poi bisognerebbe individuare i colpevoli. O per lo meno, farlo in parallelo, senza disperdere energie e tempo né da una parte né dall’altra.
Ma bisogna concentrarsi tantissimo sulla corretta ristrutturazione sismica, la sola che ci garantisce un futuro sicuro. Dico che questo dovrebbe essere l’approccio perché, per quanto le azioni dei colpevoli sia assassine, la cosa più importante è iniziare un processo di adeguamento antisismico degli edifici esistenti in modo che le varie strutture resistano. È più importante capire come intraprendere questa strada, poi distribuire le colpe. È importante non lasciare impuniti questi reati, perché altrimenti lasciamo libero gioco ai delinquenti, ma è più importante giocare d’anticipo sulle scosse e ristrutturare consapevolmente.
La prevenzione deve prima di tutto contro i terremoti, e, da questo punto di vista, s’incrocia col problema delle responsabilità di chi cotruisce: i controlli devono essere in cantiere e non ci deve esser la possibilità di aggirarli.
Passato VS Futuro
Il problema sta nel fatto che in Italia per anni si è costruito male e in modo irresponsabile. Quindi, possiamo avviare il processo di ristrutturazione sismica degli edifici esistenti ma da qui alla fine di questo processo ci saranno altri terremoti e altre vittime. Paghiamo anni di edilizia assassina, di irregolarità ed è difficilissimo uscirne, ci vorrà molto tempo: guardiamo in faccia la realtà. Il passato in questo caso ci soffia sul collo ed è l’unico nemico invincibile, perchè ormai è successo e ha costruito. Al contrario, si può costruire bene, si può dare lavoro ai tecnici responsabili. Ricostruendo in modo capillare e responsabile trasformiamo un passato irresponsabile in un futuro sicuro.
Domani ci sarà il primo importante confronto tra Governo e Parlamento su emergenza, ricostruzione e prevenzione. Realacci ha detto: “sarà necessario mettere in campo vari strumenti sia tecnici, che fiscali ed economici, come il fascicolo di fabbricato la cui seria e piena adozione non è più rinviabile, l’estensione e il rafforzamento dell’ecobonus anche in funzione antisismica per le case, gli interi edifici, le strutture pubbliche e le imprese nella Legge di Stabilità e un piano di finanziamenti per la messa in sicurezza statica degli edifici pubblici a partire da scuole e ospedali”.
La normativa europea già prevede che i costi sostenuti per la ricostruzione siano esclusi dal calcolo del deficit. Queste misure sono già state utilizzate per i terremoti di Abruzzo ed Emilia-Romagna. Ma la flessibilità è a breve termine, non riguarderà quindi il piano a lungo termine ipotizzato da Renzi e Piano (a questo proposito leggi l’articolo della discordia Adeguamento sismico: servono tecnici esperti, non Renzo Piano)
Tutto bene. L’importante è dare la priorità alla costruzione consapevole e all’ adeguamento sismico degli edifici esistenti (a alla costruzione di un nuovo stabile e resistente non dimentichiamolo) e non alla caccia alle streghe, che distribuisce le colpe e le punizioni e serve (un po’) da deterrente ma non garantisce un futuro sicuro.
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Foto in apertura: Ettore Roesler Franz, via Wikimedia Commons
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