Un grande condominio di recente costruzione è interessato da una patologia molto fastidiosa che si manifesta attraverso insopportabili esalazioni maleodoranti (miasmi) nella maggior parte degli appartamenti di tre diversi settori dell’edifico (scale L-H-M).
Il cattivo odore è così forte da non permettere il sereno utilizzo di numerosi ambienti abitativi specialmente durante i lunghi periodi di bassa pressione atmosferica solitamente associata al maltempo.
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Quando le esalazioni provengono dagli impianti di scarico, come in questo caso, oltre al fastidio di carattere olfattivo, il fenomeno può portare anche a gravi conseguenze per la salute.
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Le conseguenze sul piano della salute
Quello che spesso si sottovaluta è che l’esposizione e l’inalazione di gas fognari che invadono gli ambienti domestici, oltre a provocare un fastidio olfattivo, possono comportare gravi conseguenze sul piano della salute. In letteratura medica/scientifica questo argomento è ampiamente trattato, e da recenti studi e ricerche è inequivocabilmente dimostrata la diretta correlazione tra importanti patologie e l’esposizione alle sostanze tossiche provenienti dagli scarichi fognari.
I principali gas presenti nelle fognature sono:
- l’idrogeno solforato,
- il metano,
- l’ammoniaca e
- il diossido di carbonio.
Il solfuro di idrogeno (o idrogeno solforato H2S) è un gas tossico che si forma nella rete fognaria con il tipico odore di uova marce a causa delle attività biologiche delle acque reflue. È un sottoprodotto della biodegradazione della materia organica, come risultato dell’azione dei batteri che riducono lo zolfo.
In ambienti con poco ossigeno, questi batteri usano lo zolfo invece dell’ossigeno per creare energia. I batteri “ossidano” la materia organica, producendo H2S che si riversa nell’ambiente abitativo quando l’impianto di scarico non funziona correttamente. È più pesante dell’aria per cui si accumula nella parte bassa dell’ambiente domestico.
Questo gas riduce rapidamente il senso dell’olfatto, dando l’idea della sua dispersione, tuttavia il pericolo persiste, e, in assenza di precauzioni adeguate, può nuocere gravemente alla salute. L’H2S diventa inodore a concentrazioni superiori alle 100 ppm (100 parti per milione) perché paralizza il senso dell’olfatto. Questo gas inibisce la respirazione cellulare e riduce l’assorbimento dell’ossigeno.
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L’inalazione prolungata di 2-5 parti per milione (ppm) può causare nausea e mal di testa e lacrimazione agli occhi. A 20 ppm, i sintomi includono affaticamento, mal di testa, irritabilità, vertigini, perdita di memoria e, in generale, uno stato confusionale.
La gravità dei sintomi aumenta con la concentrazione provocando tosse, fenomeni di congiuntivite, paralisi olfattiva, perdita di coscienza o il collasso. L’esposizione a livelli più alti può portare alla morte quasi istantanea.
Effetti dell’H2S a varie concentrazioni nell’aria*:
- soglia dell’attivazione dell’odorato 0.05 ppm (= 50 ppb);
- odore offensivo 3 ppm;
- soglia dei danni alla vista 50 ppm;
- paralisi olfattoria 100 ppm;
- edema polmonare, intossicazione acuta 300 ppm;
- danni al sistema nervoso, apnea 500 ppm;
- collasso, paralisi, morte immediata 1000 ppm.
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Quali sono le cause della manifestazione di gas all’interno degli ambienti domestici?
La problematica si origina generalmente sia da impianti di scarico allacciati alla rete fognaria urbana, sia in quelli che scaricano nelle fosse settiche.
I moderni impianti di scarico sono progettati e realizzati per proteggere le case dalle esalazioni di gas di provenienza fognaria, tuttavia, guasti, difetti o manomissioni dell’impianto di scarico possono compromettere la normale vivibilità degli spazi e degli ambienti domestici oltre alla salute degli occupanti e utilizzatori.
Le cause che portano all’esalazione di gas fognari sono numerose e non sempre facilmente individuabili attraverso approcci demolitivi e non di tipo tradizionali. Queste alcune delle cause e delle origini da cui vengono esalati i gas fognari:
- tratto di ventilazione manomesso o difettoso;
- tratto di ventilazione ostruito;
- tratto ventilazione a sezione ridotta;
- guasto o rottura della colonna o delle tubazioni;
- punto di esalazione del terminale del tratto di ventilazione troppo vicino a finestre e aperture in grado di convogliare i gas all’interno dell’ambiente domestico;
- tratti di tubazione di scarico orizzontali superiori a 4 metri lineari e assenza di ventilazione indiretta;
- innesti dell’impianto di scarico con giunzioni con cattiva tenuta;
- rottura e crepe nella tubazione di scarico;
- raccordi difettosi;
- raccordi non adatti o sottodimensionati;
- assenza di sifoni a monte dei sanitari o inefficienza (es. sottodimensionamento del sifone);
- intasamento/occlusione dell’impianto di scarico a valle della colonna che crea sovrapressione in fase di scarico (fenomeno normalmente associato a gorgoglio);
- svuotamento dei sifoni per evaporazione o per risucchio durante la fase di scarico in cui si manifesta un regime di depressione dovuta all’effetto stantuffo;
- in presenza di sistemi V.M.C. che in fase di estrazione/immissione d’aria nell’ambiente domestico causano depressioni o sovrapressioni in grado di provocare lo svuotamento dei sifoni (in pressurizzazione) e successivamente l’esalazione dei gas fognari in fase di estrazione dell’aria, condizione in cui si crea un regime di depressione nell’ambiente domestico.
Talvolta il difetto nasce da una non corretta progettazione o realizzazione della rete di scarico condominiale o privata dei singoli alloggi. Il non corretto dimensionamento della colonna, gli allacciamenti dei sanitari alla rete con raccordi inadatti, la errata disposizione geometrica e metrica degli allacciamenti della rete di scarico dei singoli alloggi rispetto alla colonna di scarico verticale, l’assenza di efficienti sistemi di tenuta (come i sifoni), gli effetti stantuffo con le relative sovrapressioni e depressioni in grado di svuotare l’acqua dei sifoni installati a monte dei sanitari, sono solo alcuni dei numerosi problemi in grado di generare la condizione di perdita di gas fognari all’interno dell’ambiente domestico.
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In altri casi il problema può nascere in presenza di fosse settiche con difetti o rotture da cui possono crearsi dei flussi d’aria mista a gas fognari attraverso degli interstizi in grado di incanalare l’aria malsana nella struttura non ermetica dell’edificio come in presenza di crepe, fessurazioni e discontinuità strutturali con la conseguente condizione di riversamento di gas fognari all’interno dei luoghi domestici. L’idea del guasto negli impianti idraulici è in genere associata a conseguenze come il degrado e l’ammaloramento della struttura edilizia e delle sue componenti.
Nel caso di perdita di gas fognari, non è l’acqua che agisce come agente di disturbo, ma l’aria malsana che agisce in maniera più subdola, poiché invisibile e non per questo meno fastidiosa. Spesso l’area in cui si avverte l’odore non è quella direttamente relazionata all’origine, ma la zona in cui il gas fognario si accumula per via delle condizioni di ventilazione dei locali e questo rende difficile l’esatta localizzazione del punto di fuoriuscita dei miasmi.
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Ecco come abbiamo individuato natura, causa e origine della problematica
Nel caso studio in oggetto per ricercare l’origine del problema erano stati effettuati numerosi tentativi mediante approcci tradizionali, senza mai individuare la reale causa e l’origine del problema. Per questo tipo di intervento io e la mia collega Arch. Cristina Ginepro, dopo un’attenta anamnesi, abbiamo effettuato una serie di ispezioni visive e analisi della tipologia di impianto di scarico del condominio. L’indagine è stata finalizzata alla comprensione della natura, causa e origine della manifestazione.
Con nostra gran sorpresa su tutte le teste delle tubazioni di scarico condominiali (tratti di ventilazione delle colonne di scarico condominiali) erano stati installati, dal conduttore del lastrico solare, degli aeratori a membrana (installati per evitare di avvertire odori sgradevoli). Gli aeratori a membrana installati in questa posizione non corretta (Fig.1), compromettono il normale funzionamento di tutta la colonna di scarico poiché precludono l’esalazione dei vapori e dei gas in quanto la valvola a membrana è normalmente chiusa e si apre solo in fase di scarico quando si crea una depressione nella tubazione.
Nella Figura 2 si può osservare il momento dell’immissione del fumo nella colonna, effettuata dallo scarico del lavabo. Per eseguire l’indagine ci siamo avvalsi di un generatore di tracciante fumogeno. Dopo aver opportunamente otturato e sigillato i fori di troppopieno dei sanitari, per evitare lo sfiato del tracciante fumogeno, abbiamo immesso il fumo nella tubazione.
Testando la colonna con il tracciante fumogeno senza aver rimosso gli aeratori abbiamo verificato che il fumo non fuoriusciva dal raccordo posizionato alla testa della colonna; questo poiché la valvola presente al suo interno permette di far entrare aria solo in fase di depressione, ma rimane normalmente chiusa in fase di sovrapressione e quindi impedisce all’aria/gas di fuoriuscire dall’alto.
In presenza di particolari difetti, come la mancanza di tenuta ermetica dei sanitari, la presenza di sifoni che si svuotano al variare della pressione atmosferica o l’assenza di sifoni nello scarico condensa degli split dei climatizzatori, l’esalazione maleodorante invade i locali.
Subito dopo aver immesso il fumo è stato verificato che dal raccordo installato alla sommità della colonna non fuoriusciva neanche una minima quantità di fumo, segno che la colonna non permetteva che avvenisse il normale effetto di sfiato che porta gli odori verso l’esterno dell’edifico. Nel frattempo, all’interno degli appartamenti si verificava la fuoriuscita di fumo in numerosi punti (Figg. 3-7), come si può osservare dalle immagini sotto riportate relative alla manifestazione di tracciante fumogeno coincidenti con quelle di esalazione di gas fognari.
Questa la soluzione da noi proposta che ha permesso di eliminare definitivamente la problematica relativa alla presenza di miasmi all’interno di tutto il fabbricato:
- smontaggio degli aeratori a membrana posti sulla sommità del tratto di ventilazione delle colonne di scarico condominiale (in questo caso non vanno più rimontati per via della non corretta installazione);
- sigillatura degli innesti tra il tubo scarico condensa e la tubazione di scarico;
- sostituzione della guarnizione del vaso WC;
- montaggio di sifoni ad incasso per evitare future esalazioni dagli split dei climatizzatori.
*[fonte. Rif. “Danni alla salute umana causati dall’idrogeno solforato” di Maria Rita D’Orsogna,1 and Thomas Chou2 1 Department of Mathematics, California State University at Northridge)]
Articolo di Francesco Ucini (Francesco Ucini srl – Turin, Italy)
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