Dissesto idrogeologico: servono 26 miliardi di euro di interventi per la difesa del suolo

Da una analisi condotta dalla Corte dei Conti emerge un fabbisogno di investimenti di almeno 26 miliardi di euro per fare fronte in modo più stabile ed efficace agli interventi di difesa del suolo

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In occasione della Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico, un evento promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio Nazionale dei Geologi, è emerso che in Italia, il rischio idrogeologico rimane una delle sfide ambientali e infrastrutturali più importanti da affrontare. Gli eventi franosi e alluvionali segnano pesantemente il Paese ogni anno, evidenziando la necessità di un approccio più efficace e preventivo nella gestione del territorio.

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L’iniziativa, tenutasi il 18 aprile 2024, ha coinvolto numerosi esponenti delle istituzioni e dei Ministeri, sottolineando l’importanza strategica del tema non solo per le categorie professionali, ma anche per la classe politica chiamata a definire misure di governance per la tutela del territorio.

Vediamo di seguito cosa è emerso durante l’incontro e quali sono i dati presentati dal Centro Studi CNI circa la situazione del nostro Paese.

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Progettazione delle opere geotecniche secondo le NTC 2018 e gli Eurocodici

Questa nuova edizione, rivista e aggiornata allo stato dell’arte della normativa italiana (NTC 2018 e circolare applicativa 2019) e degli Eurocodici strutturali, tratta in maniera approfondita le tematiche progettuali geotecniche di maggiore diffusione e utilità per la professione.Per questo motivo sono state ampliate le parti dedicate alle opere geotecniche di fondazione profonda su pali e di stabilizzazione dei pendii con pali e ancoraggi.Il manuale conduce il lettore alla comprensione dei fenomeni fisici, per poi affrontarli con criteri tecnico-scientifici.L’opera illustra i principi con i quali si progettano le opere geotecniche, avendo sempre l’accortezza di fornire una visualizzazione intuitiva dei fenomeni ed evitando formalismi teorici. Questa nuova edizione è arricchita da numerosi esempi applicativi e risultati sperimentali condotti sia su opere in reale grandezza sia su modelli di laboratorio.Le evidenze pratiche presenti nel manuale si prefiggono lo scopo di fornire al lettore reali strumenti applicativi da utilizzare nella attività di progettazione.Completano l’opera diverse schede di approfondimento su casi reali, dettagliatamente analizzate e commentate.IL VOLUME INCLUDE- Schede di approfondimento tecnico-pratiche – Esempi applicativi e risultati sperimentali – Evidenze pratiche delle formulazioni geotecnichePRINCIPALI ARGOMENTIAnalisi approfondite e aggiornate delle opere geotecniche:- di fondazione profonda su pali- di stabilizzazione pendii con pali e ancoraggiAGGIORNAMENTI NORMATIVI- Norme Tecniche per le Costruzioni 2018- Circolare applicativa NTC 2018, n. 7/2019- Eurocodici strutturali recepiti in ItaliaPiergiuseppe FroldiLaureato in Scienze Geologiche e in Ingegneria Civile Geotecnica, ha svolto attività di direzione tecnica per società di geoingegneria ed esercita attualmente le professioni di Ingegnere e Geologo. È attualmente Presidente della Società Italiana di GeoIngegneria (SIGI).

Piergiuseppe Froldi | Maggioli Editore 2020

Indice

Dissesto idrogeologico: dati allarmanti

Secondo il Centro Studi CNI, il fenomeno del dissesto idrogeologico è particolarmente grave. In media si registrano più di 100 eventi franosi con danni a persone e cose ogni anno, con punte di oltre 300 eventi distruttivi nel 2016.

Solo nel 2023 si sono avuti 5 eventi alluvionali significativi tra cui due episodi gravi a distanza di pochi giorni in vaste aree dell’Emilia Romagna, nel mese di maggio, con un bilancio di 17 morti.

Il territorio nazionale mostra una fragilità notevole, difatti secondo gli ultimi dati disponibili, il 13,5% del territorio nazionale è esposto ad un rischio frana elevato o medio, il 15% del territorio è esposto a rischio alluvionale elevato o medio, il 4,1% della popolazione risiede in aree ad elevata pericolosità alluvionale, cui si aggiunge l’11% residente in aree a pericolosità media.

Investimenti e interventi

Dal 1999 al 2023, sono stati investiti 17,2 miliardi di euro in oltre 25 mila interventi per contrastare il dissesto, con un utilizzo delle risorse che mostra un calo nell’efficacia negli anni recenti.

Tuttavia, la Piattaforma Rendis di Ispra sottolinea un fabbisogno non ancora coperto di 26 miliardi di euro per interventi futuri, un valore che si riferisce a circa 8 mila nuove opere di contrasto a fenomeni franosi, alluvionali e di erosione costiera avanzata dagli Enti locali in attesa di valutazione e che vengono considerati come il “potenziale” di interventi per raggiungere un efficace livello di sicurezza in via preventiva.

Problemi di governance e progettazione

La gestione degli interventi soffre di una pianificazione e realizzazione inefficace, con una burocrazia eccessiva e tempi di autorizzazione prolungati che rallentano le operazioni di mitigazione. Questo si traduce in una capacità ridotta di prevenzione, nonostante la conoscenza accurata dei punti di fragilità del territorio.

Il ruolo del cambiamento climatico e del consumo di suolo

Il cambiamento climatico aggrava la situazione, con piogge violente alternate a periodi di siccità che innescano disastri su un territorio già compromesso. L’impermeabilizzazione e il consumo di suolo, che nel 2022 ha raggiunto i 19,4 ettari al giorno, peggiorano ulteriormente la capacità del terreno di gestire le acque, aumentando il rischio di eventi catastrofici.

Nel 2022, secondo i dati Ispra, il consumo di suolo attraverso coperture, cementificazioni e impermeabilizzazioni di vario tipo si è attestato a ben 76,8 km2 in aumento rispetto al passato; al netto di terreni ripristinati (cioè riutilizzabili) il consumo si attesta a 70,8 km2, ma il fenomeno appare purtroppo in crescita.

L’ingegneria “riparativa”

È essenziale rivedere le modalità di intervento e investire in una progettazione di qualità e in strategie preventive piuttosto che limitarsi alla gestione dell’emergenza. L’ingegneria riparativa e la collaborazione tra professionisti tecnici possono offrire nuove soluzioni per un approccio più sostenibile al rischio idrogeologico. La giornata di riflessione organizzata dal CNI è un passo verso la riconsiderazione delle politiche e delle pratiche correnti.
 
In sintesi, nonostante i passi avanti nell’identificare e finanziare gli interventi necessari per mitigare il rischio idrogeologico, resta molto da fare per garantire una prevenzione efficace e una gestione sostenibile del territorio.

Domenico Condelli, consigliere CNI, ha dichiarato: “è necessario un passaggio di fase da parte degli ingegneri e dei geologi, e più in generale dei professionisti tecnici, impegnati nell’opera di lotta al dissesto: abbiamo competenze e tecniche per farlo. Il nostro ambito di intervento deve essere sempre più quello di un’ ingegneria “riparativa”, capace di prendersi cura delle risorse e di innescare un metodo nuovo di contrasto al dissesto idrogeologico”.

Dal comunicato stampa a cura di Antonio Felici, capo Ufficio Stampa Consiglio Nazionale degli Ingegneri

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