Contratto BIM: cosa c’è da sapere su consegna modello BIM e verifica committente?

Il contratto BIM dovrà stabilire il termine entro il quale l’Appaltatore BIM è tenuto a consegnare il proprio modello sviluppato secondo le regole contrattuali. Leggi il focus

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La consegna modello BIM e la verifica da parte del Committente, sono due fasi decisive nel contratto BIM: parliamo, difatti, proprio del nuovo oggetto contrattuale che l’Appaltatore deve produrre in attuazione di un contratto BIM e che il Committente si attende di ricevere.

Nell’ebook Il contratto BIM , viene approfondito l’aspetto circa il quando la prestazione deve essere consegnata e, una volta intervenuta la consegna, se la prestazione BIM è stata eseguita correttamente; in altri termini se è intervenuto l’adempimento nei tempi e nei modi fissati dal contratto. Vediamo nel dettaglio.

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Contratto BIM. Il termine di esecuzione della prestazione – “quando”

Il contratto BIM dovrà stabilire il termine entro il quale l’Appaltatore BIM è tenuto a consegnare il proprio modello sviluppato secondo le regole contrattuali. La consegna potrà essere contrattualmente prevista anche per step mediante la previsione di apposite milestone.

Ciascuna milestone sarà identificata da:

  • un termine (data) di consegna;
  • una parte di modello – univocamente individuata – che, entro detto termine, dovrà essere consegnata.

È da ricordare che il contratto potrebbe prevedere, oltre al modello BIM, anche la consegna su supporto tradizionale, cartaceo o digitale. Ciò in particolare in questo momento storico di progressiva introduzione del BIM, nel quale ragionevolmente possiamo sostenere, sulla base delle attuali esperienze di mercato, che l’adempimento a carico dell’Appaltatore BIM comprende contemporaneamente la consegna del modello digitale e la consegna della progettazione secondo modalità tradizionali.

Ne discende che a livello contrattuale deve essere ben specificato che entrambe le consegne nel termine fissato sono rilevanti ai fini del corretto adempimento. Non potrà, cioè, esserci adempimento in caso di consegne parziali (solo digitali o solo tradizionali).

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La verifica dell’adempimento – “come”

La verifica dell’adempimento attiene all’individuazione della effettiva esecuzione da parte dell’Appaltatore della prestazione BIM dedotta in contratto.

Rilevano al proposito principalmente due aspetti:

  • il rispetto delle regole che definiscono l’oggetto della prestazione dell’Appaltatore;
  • il rispetto del termine di esecuzione.

Va da sé che, sia in caso di consegna in una sola volta sia in caso di consegna per step, è determinante l’individuazione in modo chiaro e univocamente determinabile dell’oggetto della consegna. La mancanza di detta individuazione non potrà che portare incertezze sul contenuto della prestazione, con conseguenti situazioni di conflitto tra le parti contrattuali.

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La documentazione cartacea

La verifica sostanziale dei contenuti della documentazione cartacea presuppone che siano definiti i contenuti della stessa ed il suo rapporto con il modello digitale. In particolare, nel caso in cui la documentazione cartacea venga derivata dal modello, andranno individuati esattamente nel contratto i contenuti del modello (tutti? una parte?) che dovranno essere riprodotti sul tradizionale supporto.

Tali contenuti dovranno essere definiti in funzione delle esigenze del Committente e in base alle possibilità tecniche di effettivo trasferimento su supporto tradizionale del modello digitale. La verifica del tempo di consegna della documentazione cartacea non si discosta dall’esperienza in questo campo sin qui sviluppata nei tradizionali appalti. Si tratta di una mera verifica della corrispondenza tra la data di materiale consegna effettuata dall’Appaltatore ed il termine contrattuale.

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Il modello digitale

Partiamo, con riferimento al modello, dalla parte sostanziale: i contenuti del modello sono fissati, come più volte si è avuto modo di dire, nel Piano di Gestione Informativa contrattuale. Il modello, innanzitutto, potrà dirsi effettivamente consegnato se risponde ai requisiti informativi fissati in detto documento.

La verifica di rispondenza costituisce un’attività preminentemente tecnica.

Dato per inteso “cosa” deve essere prodotto, a questo punto andrà stabilito il momento di consegna del modello (quando). A questo riguardo assume carattere dirimente la strutturazione di un adeguato ambiente di condivisione dei dati, che – ai fini della definizione dell’adempimento – dovrà consentire che l’upload del modello sia certificato nel suo momento temporale di esecuzione. Così da definire in modo univoco quando le attività sono eseguite e quando sono completate.

Soprattutto nella fase di progressiva introduzione del BIM e nelle more dello sviluppo di piattaforme completamente autonome nelle modalità di informazione e comunicazione tra Committente e Appaltatore, potrà essere previsto che ogni attività di upload da parte dell’Appaltatore rilevante ai fini dell’adempimento contrattuale sia comunicata al Committente secondo certe formalità (i.e., a titolo esemplificativo, PEC).

Dovrà essere altresì individuato il soggetto facente parte dell’organizzazione dell’Appaltatore competente ad effettuare la comunicazione in questione. Dovrà essere un soggetto dotato – quantomeno in forza della individuazione effettuata dal contratto – del potere di impegnare l’Appaltatore, stante appunto la rilevanza ai fini dell’adempimento della sua comunicazione.

Nel descritto contesto occorre dedicare particolare attenzione ad un ulteriore aspetto: quello della interoperabilità. In altri termini, i sistemi utilizzati da Appaltatore e Committente devono essere effettivamente in grado di comunicare digitalmente. Altrimenti, si determina una paralisi del processo di consegna e di adempimento, con evidenti ritardi e pregiudizi. L’individuazione dell’esatto adempimento, nel complessivo significato sopra esposto, risulta un’attività indispensabile.

Difatti essa è rilevante sotto molteplici profili, sia nella fisiologia del rapporto che negli aspetti patologici, quali:

  • il pagamento delle prestazioni: stante la nuova complessità della gestione digitale dei processi informativi e dei relativi sistemi, risulta necessario collegare espressamente i pagamenti dei corrispettivi (parziali e a saldo) anche all’esito positivo delle verifiche sul modello, da effettuarsi in relazione alla conformità dello stesso rispetto alle regole contrattuali e in particolare a quelle del Piano di Gestione Informativa;
  • l’applicazione delle penali, sia che esse riguardino il ritardo rispetto al termine di consegna sia che attengano a carenze qualitative della prestazione BIM;
  • la formulazione da parte del Committente di diffide ad adempiere;
  • l’eventuale risoluzione del contratto per inadempimento dell’Appaltatore.

L’attività di verifica del modello consegnato da parte del Committente – fermi restando gli obblighi e le procedure di legge in caso di appalti pubblici – potrà essere svolta autonomamente dallo stesso, eventualmente con il supporto di consulenze esterne, e nel caso anche mediante il coinvolgimento dell’Appaltatore. Quest’ultima soluzione potrà essere prevista nei documenti contrattuali come una facoltà del Committente e in tale sede opportunamente regolamentata.

A tal fine potranno essere previsti:

  • l’esame in contraddittorio del modello e della documentazione cartacea tra Committente e Appaltatore;
  • lo svolgimento delle attività in questione, da parte di Appaltatore e Committente, congiuntamente in un luogo determinato oppure in modalità remota, anche attraverso l’accesso contemporaneo, ove possibile, al modello ed ai dati della piattaforma.

L’attività di verifica da parte del Committente potrà essere declinata a livello contrattuale, stabilendo:

  • i tempi in cui dovrà essere eseguita;
  • la facoltà del Committente di richiedere chiarimenti, modifiche e integrazioni del modello, finalizzate a rendere quanto consegnato coerente con i requisiti fissati nel Piano di Gestione Informativa;
  • il termine entro il quale l’Appaltatore deve rispondere alle richieste del Committente;
  • le conseguenze contrattuali nel caso in cui l’Appaltatore non adempia alle richieste del Committente.

Gli autori del testo sono Andrea Versolato, Angelo Rota, Mario Caputi. L’articolo è tratto dall’ eBook Il contratto BIM , edito da Maggioli Editore.

Continua a leggere dall’ebook:

IL CONTRATTO BIM

L’ebook “Il Contratto Bim – Tematiche e regole contrattuali per appalti eseguiti con la metodologia Bim” è un percorso che accompagna il lettore nella contrattualizzazione BIM: si inizia dalle norme e dal loro commento e si prosegue nella concreta regolamentazione d’appalto, con il supporto anche di alcuni significativi esempi pratici tratti dalla documentazione utilizzata in recenti procedure di affidamento. L’idea di fondo dell’ebook è che le categorie giuridiche e gli assetti contrattuali dell’appalto tradizionale non devono essere abbandonati o stravolti. Si tratta, invece, di assecondare innanzitutto la naturale capacità del diritto di assorbire le nuove metodologie esecutive dentro categorie generali che resistono da tempo. E poi di studiare, caso per caso – con il necessario supporto giuridico specialistico – il singolo appalto e le esigenze del committente e dell’appaltatore, per tradurle in una regolamentazione contrattuale che risponda alla metodologia BIM. Il tutto cercando di non disorientare committente e appaltatore ma di armonizzare il BIM all’interno di regole e comportamenti familiari alla filiera della costruzioni.   Andrea VersolatoAvvocato, è specializzato nella materia degli appalti pubblici, con particolare riguardo all’attività di consulenza legale stragiudiziale, ed è esperto di contrattualistica. Ha maturato, inoltre, vasta esperienza sui profili giuridici e contrattuali inerenti all’utilizzo del BIM, svolgendo attività di consulenza legale per diversi progetti aventi ad oggetto detta metodologia. Dal 2015 è tra i docenti del Master di II Livello intitolato: “BIM MANAGER” organizzato dal Politecnico di Milano, Scuola Master Fratelli Pesenti e dal 2017 del Master di II livello “eBIM: existing Building Information Modeling per la gestione dell’intervento sul costruito” organizzato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. È autore per la rivista Appalti&Contratti, Maggioli editore, di numerose pubblicazioni sui profili giuridici del BIM.Angelo RotaAvvocato, svolge la propria attività nei settori degli appalti pubblici e privati, delle infrastrutture strategiche e dello sviluppo immobiliare. Si occupa dei profili di diritto amministrativo, edilizi ed urbanistici, nonché della regolamentazione e gestione contrattuale. Con la diffusione della digitalizzazione del settore delle costruzioni, ha esteso la propria attività anche agli aspetti giuridici – amministrativi e contrattuali – derivanti dall’utilizzo della metodologia BIM. Interviene come relatore a convegni e a workshop per imprese, pubbliche amministrazioni e professionisti. Dopo l’esperienza in uno studio boutique ed in una law firm nazionale, ha fondato AR’Legally Studio Legale, che nel 2018 ha ricevuto la menzione speciale come “Boutique di Eccellenza dell’Anno Edilizia e Urbanistica” nell’ambito dei Le Fonti Legal Awards.Mario CaputiConsulente manageriale ed executive trainer internazionale, è titolare e amministratore delegato di in2it e condirettore del master BIM Manager del Politecnico di Milano. Si concentra su due settori: Corporate Real Estate Management e ICT, con una vasta esperienza per la gestione di progetti, BIM (Building Information Modeling and Management), Big Data e Internet delle cose (IoT), riprogettazione dei processi aziendali e change management.

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IFC

L’industria delle costruzioni è caratterizzata da indici di innovazione tecnologica tra i più bassi nei settori industriali.Il processo edilizio si presenta come fortemente parcellizzato, a fronte di una variabilità geometrica e prestazionale dei propri prodotti sempre differente.Una delle soluzioni proposte risiede nella corretta gestione interoperabile delle informazioni, che aiuti a strutturare processi e linguaggi comuni, atti ad abilitare procedure di risparmio di tempi e costi nell’intero ciclo di vita degli organismi edilizi.Industry Foundation Classes (IFC) è il formato dati interoperabile che l’industria delle costruzioni ha adottato per gli scambi informativi, al fine di rendere operativo ed efficace il cosiddetto openBIM.Si tratta di un’estensione del Building Information Modeling a protocolli aperti, che migliorino l’accessibilità e la sostenibilità delle informazioni dell’ambiente costruito.Il volume, oltre a spiegarne la struttura, il funzionamento e l’utilizzo, intende comunicare come IFC rappresenti una base di conoscenza, consolidata a livello internazionale in 20 anni di sviluppo, fondamentale per ogni professionista e ricercatore nel mondo delle costruzioni.Il volume si chiude con un’appendice in cui vengono illustrati i metodi più efficaci per produrre un file IFC dai principali software di produzione di modelli BIM.Paolo BorinAssegnista di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura presso il Dipartimento ICEA dell’Università di Padova. Si occupa di rilievo digitale, modellazione geometrica avanzata, modellazione degli edifici esistenti e storia dei metodi digitali di rappresentazione. Svolge attività di docenza presso l’Università degli studi di Padova, nel corso di Disegno Edile 3, nel laboratorio di Composizione Architettonica, e nel master BIM/HBIM. Presso l’Università IUAV di Venezia è docente a contratto presso il master BIM + BIM Management di Progetto. Ha svolto workshop internazionali presso University of Duke (USA) e Guangzhou University (Cina). Ha ottenuto la qualifica individuale BuildingSMART Int. e svolge il ruolo di referente per la Infrastructure Room all’interno di BuildingSMART Italia. Dal 2019 è dottore di ricerca in rappresentazione architettonica presso l’Università IUAV di Venezia.Carlo ZanchettaRicercatore in Produzione Edilizia presso il Dipartimento ICEA dell’Università di Padova. Si occupa di digitalizzazione dei sistemi e dei processi edilizi e dello sviluppo di database edilizi in formato IFC ISO 16739. È responsabile del progetto di digitalizzazione del patrimonio immobiliare di Ateneo. È docente del corso di BIM and Construction Management presso la stessa Università dove tiene anche i laboratori di Produzione Edilizia e di Recupero e Conservazione degli Edifici. È membro del gruppo di lavoro UNI sulla digitalizzazione dei prodotti e dei processi per l’edilizia. È stato parte del consiglio direttivo del Capitolo Italiano di BuildingSMART, organizzazione internazionale che si occupa dello sviluppo dello standard IFC. Ha tenuto corsi presso il Politecnico di Milano e l’Università IUAV di Venezia di Venezia; è docente dei master sul BIM presso l’Università IUAV di Venezia e l’Università di Padova. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in ingegneria edilizia e territoriale presso l’Università di Bologna.Appendice a cura di:Yoseph Bausola PaglieroMichele CarradoriRiccardo FontanaAndrea Fronk

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Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc

Redazione Tecnica

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