Conto Termico: GSE, un interlocutore inesistente

La gestione delle pratiche Conto Termico è sempre stata complicata dalle astrusità della normativa e dalla difficoltà di comunicare con GSE.

Paolo Zanoli 11/12/18

Soprattutto per la difficoltà di comunicare con il GSE, le attività di consulenza iper il conto termico stanno diventando sempre più dispendiose e frustranti. L’impegno che il consulente deve dedicare alla gestione delle domande di incentivo spesso è più di quanto preventivato. Ne conseguono esperienze molto negative per il consulente stesso e per il suo cliente.

Il problema maggiore, già esistente dalla istituzione di questi incentivi e diventato sempre più critico, è la mancanza di canali comunicativi efficaci tra il GSE e i consulenti. Questa consentirebbe di ottenere chiarimenti circa:

  • l’ammissibilità di interventi che presentano particolarità non contemplate nelle regole;
  • le richieste di integrazione documentale delle domande quando queste sono descritte in modo incomprensibile o approssimativo o dal contenuto tecnicamente infondato;
  • il motivo dei ritardi nei tempi di valutazione di alcune pratiche (si intende quando i tempi superano di mesi i 60 giorni previsti, si stima che siano circa il 15% – 20%).

La prassi attuale di GSE è:

  • tempi di risposta imprevedibili, ammesso che vi sia mai risposta, ai quesiti normativi o tecnici posti via mail;
  • nessun contatto diretto possibile con chi ha redatto la richiesta di integrazione ovvero con chi è capace di fornire spiegazioni tecniche al riguardo;
  • nessuna risposta ai solleciti circa i ritardi nei tempi di valutazione (significativa è la sparizione dal contatore Conto Termico delle statistiche sui tempi di valutazione);
  • sostanziale aggiramento della norma relativa al responsabile di procedimento (attualmente risulta responsabile per tutte le pratiche Conto Termico Vinicio Mosè Vigilante, direttore tra l’altro della Divisione Incentivi e dirigente apicale di GSE; i messaggi inviati alla sua attenzione non ottengono mai risposta).

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Non è possibile conoscere se il perdurare dei suddetti comportamenti e l’intensificarsi in questi mesi di richieste di integrazione, talvolta incomprensibili o tecnicamente opinabili, siano un caso o abbiano una finalità.

Un cliente, cautelativamente reso informato di ciò, non è certo stimolato ad affrontare un iter che può rivelarsi, nonostante la competenza e l’esperienza del consulente, incerto nell’esito, nei tempi e nei costi.

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Conto termico, GSE: cosa servirebbe?

Considerata la condotta sopra descritta dell’ente, sarebbe auspicabile che tutti coloro che ritengono Conto Termico uno strumento utile allo sviluppo del paese sollecitassero il GSE a modificare il suo modo di operare. Sarebbe per esempio estremamente utile un supporto dedicato ai tecnici qualificati (per es. ai tecnici appartenenti ad ordini o collegi professionali o ad associazioni di settore), del tipo:

  • un contatto a cui sottoporre quesiti, solleciti, domande sulle richieste di integrazione che fornisca risposte esaurienti, non interlocutorie, in tempi brevi e certi;
  • l’accesso ad una sezione del call center dove rispondano addetti competenti tecnicamente.

Sarebbe poi eccezionale, ma non se GSE avesse l’ambizione di voler dimostrare una normale attitudine al servizio, se spontaneamente si informassero gli utenti, casomai scusandosi, sullo stato delle domande che superano i 60 giorni.

Conclusioni

Non si sa se Conto Termico avrà mai il successo che dal 2012 si spera e se accadrà mai che i fondi annualmente stanziati siano interamente utilizzati. A valutare dai suddetti segnali pare che questo successo non sia neanche gradito.

GSE si è dedicata a promuovere Conto Termico 2.0 partecipando a eventi ed organizzandone. Bene. Ha trascurato però che la migliore e più capillare promozione sarebbe quella che i consulenti potrebbero svolgere verso gli utenti, loro clienti. Difficile immaginare che questa avvenga se GSE non deciderà di trasformare il muro comunicativo esistente con essi in un canale di pronto, efficace e collaborativo supporto.

Paolo Zanoli

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