Marina Calderone è stata rieletta all’unanimità Presidente del Cup, Coordinamento unitario delle professioni. C’è molta attesa per le mosse che il Presidente deciderà di fare nell’immediato futuro, in uno scenario nazionale cambiato, modificato dalla recente Riforma, Riforma che, agli occhi dei professionisti, ha il merito di aver ribadito la centralità del sistema degli Ordini. Proprio a proposito di Riforma e Ordini, in un’intervista al Corriere Economia Marina Calderone ha dichiarato: “In un momento storico in cui da più parti gli Ordini vengono pretestuosamente attaccati da settori non disinteressati, è stato invece riconfermato il valore sociale delle professioni liberali. Questa è un eredità pesante perché, se da un lato ci soddisfa, dall’altro ci assegna ulteriori e gravose responsabilità nei confronti del Paese, alle quali certamente non ci sottraiamo”.
A propositi di Ordini, ricordiamo che oggi, 12 novembre, per i Consigli scade il tempo utile per la consegna al Ministero della Giustizia dei regolamenti attuativi per il debutto delle regole del dpr di Riforma delle professioni (137/2012). Il regolamento dovrà dare una disciplina e stabilire criteri e modalità da seguire per designare i membri dei Consigli di disciplina territoriali. Lo scopo: sancire l’incompatibilità delle cariche tra gli esponenti dei vari Consigli degli Ordini e i membri degli organismi disciplinari.
Intanto, sono già molto chiari gli obiettivi del secondo mandato: “Nel dettaglio, dovremo prestare grande attenzione alla regolamentazione delle Società tra professionisti (Stp) per evitare che diventino strumento utilizzato surrettiziamente per incrinare il sistema ordinistico. In tal senso, prendo atto delle scelte fatte dal Parlamento per la riforma della legge forense. Più in generale, credo che proprio la Riforma delle professioni abbia indicato la strada maestra per il movimento ordinistico. Sono sicura che il futuro non potrà essere disegnato diversamente rispetto alle evoluzioni degli ultimi tempi. Per questo riorganizzeremo il ‘Professional Day’ come momento di confronto del movimento ordinistico con il Paese. Rilanceremo il valore sociale dei professionisti che con la loro quotidiana attività prestano un vero proprio servizio sociale alla collettività”.
Poi Marina Caldirone illustra gli aspetti migliorabili della Riforma: “Sono diversi gli aspetti perfettibili e sui quali chiederemo modifiche, ove ne ricorrano le condizioni. Innanzitutto, il praticantato per il quale bisogna sempre tenere in prima considerazione la qualità della prestazione del professionista. Più si accorciano i tempi del tirocinio, più si riduce la presenza dei praticanti negli studi, maggiore è la possibilità di trovarsi al cospetto di giovani professionisti preparati in teoria ma con un’esperienza ridotta. Invece frequentare con assiduità e proficuamente uno studio professionale permette al giovane di formarsi anche praticamente, avendo l’ombrello protettore del tutor”.
Altri temi tanto importanti quanto caldi sono quelli degli organismi disciplinari, cui abbiamo accennato sopra, e delle tariffe. La Calderone dichiara, a proposito degli organismi disciplinari: “L’applicazione pratica sta lasciando spazio a notevoli contraddizioni. Fermo restando la separazione dei poteri, su cui concordiamo, ritengo che una rivisitazione della farraginosa procedura applicativa sia necessaria”. E a proposito delle tariffe, sulle quali si è innescata una lotta: “In realtà è sembrata più una battaglia ideologica che la soluzione a un problema per lo più inesistente. Le tariffe erano già state eliminate nel 2006. Averle eliminate come anche riferimento ha creato solo confusione e disguidi burocratici, innanzitutto a giudici e pubblica amministrazione che brancolano nel buio quando devono liquidare una prestazione professionale. Mi pare un provvedimento di cui non si sentiva il bisogno”.
A proposito del sistema degli Ordini sono intervenuti ultimamenti anche attori terzi, come le multinazionali, interessate solo dal punto di vista economico agli Ordini stessi, interessate, anche secondo la Caldirone, a entrare nel mercato gestito dagli studi professionali e a indebolire gli ordini stessi: “Si tratta di puro interesse economico in quanto si vorrebbe indebolire il sistema ordinistico per dare spazio a chi non ha titolo per svolgere l’attività professionale”.
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