Architectural prompting: MidJourney con Retexture, test sul campo per un progetto reale

Nono appuntamento con la rubrica settimanale “Architectural Prompting”: Andrea Tinazzo riprende il discorso sul comando Retexture di MidJourney, testandone le potenzialità con un progetto reale

Andrea Tinazzo 14/02/25

Cari lettori, questa settimana voglio riprendere il discorso da dove ci eravamo lasciati: il comando Retexture di MidJourney. Nelle ultime settimane ho deciso di metterlo davvero alla prova, testandone  i muscoli e le potenzialità con un progetto reale.

Dopo aver esplorato il Retexture partendo da uno schizzo generato con un prompt, mi sono chiesto: E se provassi a usarlo per un vero lavoro? Sarebbe abbastanza potente per soddisfare le esigenze di un cliente reale? La risposta, sorprendentemente, è sì, ma ottenere un ottimo risultato richiede qualche skill e qualche passaggio in più.

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Indice

Il progetto: un interno in stile mediterraneo moderno

In queste settimane mi è stato chiesto di produrre alcune visualizzazioni d’interni per un progetto reale: una cucina in stile mediterraneo moderno. Le richieste del cliente erano precise:

  • Tetto in legno con travi a vista.
  • Muro grezzo in pietra.
  • Pavimentazione chiara.
  • Cucina in linea con un’isola, presa in riferimento da un catalogo, minimale e moderna.
Architectural prompting: MidJourney con Retexture, test sul campo per un progetto reale 000 IMG01 DigitalAlchemyStudio Sketchup
Immagine della visualizzazione in SketchUp del modello 3D

Passaggio 1: Modellazione e primo render base

Ho iniziato il lavoro modellando lo spazio in SketchUp, curando le geometrie e raggiungendo il livello di dettaglio necessario per il progetto. Una volta completata la modellazione, ho creato una prima renderizzazione veloce in V-Ray, senza soffermarmi troppo su materiali e luci.
 
Il risultato? Un render grezzo, con luci spente, materiali poco definiti e un aspetto generale piuttosto piatto. Un output molto basico, ma perfetto per testare il vero potenziale del comando Retexture.

Architectural prompting: MidJourney con Retexture, test sul campo per un progetto reale 000 IMG02 DigitalAlchemyStudio Sketchup render
Immagine del render base in V-Ray per SketchUp

Passaggio 2: Retexture con MidJourney

A questo punto, ho importato il render in MidJourney e ho iniziato a sperimentare con il comando Retexture. Ho testato diverse varianti di prompt per esplorare combinazioni di materiali e luci. I risultati? Interessanti, ma non privi di sfide.

Le texture e le luci generate erano di alta qualità e ricche di dettagli. Tuttavia, la macchina faticava a mantenere la coerenza con il progetto originale, introducendo piccole distorsioni o reinterpretando materiali e geometrie in modo impreciso.

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Immagini dei risultati generati con il Retexture

Come vedete, l’impatto visivo è notevole, ma quando si lavora su un progetto reale, la precisione sulle richieste del cliente e il rispetto delle geometrie progettuali sono fondamentali. Qui emerge il punto cruciale: MidJourney è uno strumento potente, ma per un output fedele al progetto servono competenze aggiuntive e l’integrazione con altri strumenti.

Passaggio 3: il ruolo di Photoshop e del Compositing

Per ottenere l’immagine finale, sono intervenuto in Photoshop, utilizzando un approccio composito. Ho generato più versioni su MidJourney, ciascuna con dettagli differenti:

  • Da una ho preso il tetto in legno.
  • Da un’altra la pavimentazione.
  • Da un’altra ancora il muro in pietra, eccetera.

Ho quindi assemblato questi “pezzi” per ottenere un’immagine finale che rispettasse le geometrie del render originale e le richieste del cliente.

Architectural prompting: MidJourney con Retexture, test sul campo per un progetto reale 000 IMG05 DigitalAlchemyStudio Midjourney photoshop
Immagine finale composita ottenuta con l’integrazione Photoshop + MidJourney
Architectural prompting: MidJourney con Retexture, test sul campo per un progetto reale 000 IMG06 DigitalAlchemyStudio Midjourney photoshop

Considerazioni finali: uno sguardo sul presente e sul futuro

Il risultato finale è di alta qualità: un’immagine ben definita, con materiali realistici e una resa luminosa difficilmente raggiungibile solo con SketchUp e V-Ray, a meno di ore di settaggi e rendering. Ma questa esperienza mi ha insegnato alcune cose fondamentali:

  • MidJourney è uno strumento potente, ma non (ancora) autosufficiente: per progetti complessi, serve affiancarlo a strumenti come Photoshop e possedere buone competenze di post-produzione.
  • L’AI evolve rapidamente: quello che oggi richiede compositing potrebbe essere automatizzato domani. Non dimentichiamo che il comando Retexture è ancora in fase beta, e le sue potenzialità cresceranno nei prossimi mesi.
  • Il valore dell’esperienza umana: la creatività, il gusto estetico e la capacità di assemblare il meglio di più output restano insostituibili.

Spero che questo viaggio attraverso il mio processo di lavoro vi sia stato utile e vi abbia mostrato il potenziale (e i limiti attuali) di questa tecnologia.

La rubrica settimanale “Architectural Prompting” è a cura degli esperti Luciana MastroliaGiovanna Panucci e Andrea Tinazzo
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Andrea Tinazzo

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