Stop al parere vincolante delle Soprintendenze? L’emendamento al DL Cultura che fa discutere

La proposta arriva dalla Lega e mira a semplificare le procedure autorizzative, eliminando il carattere vincolante dei pareri delle Soprintendenze per alcuni interventi edilizi e paesaggistici. L’emendamento ha suscitato un acceso dibattito tra le forze politiche e addetti ai lavori

Il governo italiano si prepara a discutere una proposta emendativa al DL Cultura (DL 201/2024) che potrebbe rivoluzionare il ruolo delle Soprintendenze nelle decisioni urbanistiche e paesaggistiche.

La proposta arriva dalla Lega e mira a semplificare le procedure autorizzative, eliminando il carattere vincolante dei pareri delle Soprintendenze per alcuni interventi edilizi e paesaggistici. L’emendamento ha suscitato un acceso dibattito tra le forze politiche e addetti ai lavori.

Ricordiamo che il DL Cultura introduce misure urgenti per il settore culturale ed è attualmente in fase di conversione alla Camera. Il decreto, composto da 13 articoli, prevede l’adozione del Piano Olivetti per la cultura, volto alla rigenerazione culturale delle periferie e al sostegno di biblioteche ed editoria. Introduce fondi per librerie e acquisti di libri pubblici, misure per la cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo, semplificazioni per eventi culturali e nuove regole sul patrimonio. Prevede finanziamenti per istituzioni culturali e l’impignorabilità dei fondi destinati alla tutela culturale​.

Analizziamo nel dettaglio cosa prevede l’emendamento presentato e quali modifiche porterà con sé qualora fosse approvato.

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Interventi in zone vincolate: scelte progettuali e gestione del cantiere

In Italia esistono norme e vincoli che regolano i beni storici, il paesaggio, le zone di interesse storico (come i centri città). Spesso sono disposizioni complesse e non d’immediata comprensione. Il presente manuale si configura per il Professionista tecnico come un supporto indispensabile sia dal punto di vista procedurale che di cantiere per la gestione degli interventi edilizi in zone sottoposte a vincoli (storici, ecologici, di tutela funzionale) gravanti su aggregati edilizi, centri storici, aree esposte a rischio idrogeologico ed idraulico, aree agricole. L’opera analizza e approfondisce i “vincoli” edilizi, indicando, da un lato l’iter procedurale e la documentazione necessaria, dall’altro i metodi di progettazione e le soluzioni tecnologicamente evolute per ridurre e mitigare l’impatto sul territorio.Ampio spazio viene dedicato non solo alla gestione del cantiere per grandi opere ma anche per interventi minimi compatibili con l’Ecobous e il Sismabonus: dalle metodologie per la messa in sicurezza strutturale (stabilizzazione dei fronti, apertura di varchi, consolidamenti, ecc.) all’organizzazione del cantiere (opere provvisionali, interazione tra attrezzature e spazi, mezzi di sollevamento appropriati, scelta delle aree di cantiere) con le relative problematiche derivanti da rumore, vibrazioni e dagli eventuali interventi in falda.Ennio Casagrande ingegnere civile, svolge attività di progettazione e divulgazione nel campo dell’ingegneria sismica. Si occupa di rischio sismico per grandi industrie e di progettazione strutturale per tensostrutture e opere in muratura armata e acciaio. Docente di corsi di formazione, ha scritto svariati articoli scientifici e ha pubblicato libri riguardanti la progettazione di tensostrutture, la verifica sismica di dighe e la valutazione del rischio sismico all’interno dei luoghi di lavoro.Volumi collegati:• F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, La progettazione strutturale su edifici esistenti, I ed. 2018• A. Mezzina, Procedure per le ristrutturazioni edilizie residenziali, 1 ed. 2017• G. Berruquier, M. Corino, Autorizzazione paesaggistica: come redigere un’istanza completa, 1 ed. 201

Ennio Casagrande | Maggioli Editore 2018

Indice

L’emendamento e le modifiche previste

L’emendamento, presentato dal deputato Gianangelo Bof nell’ambito della discussione sul Decreto Cultura (DL 201/2024), propone di rendere il parere delle Soprintendenze obbligatorio ma non più vincolante, con l’obiettivo di velocizzare le procedure autorizzative. L’emendamento, inizialmente dichiarato inammissibile, è stato poi riammesso dopo un ricorso del primo firmatario.

L’inizio delle votazioni in Commissione Cultura è previsto nei prossimi giorni. Il termine per la conversione è previsto per il 25 febbraio 2025.

Se approvato, l’emendamento modificherà sette procedure attualmente regolate dal Codice dei Beni Culturali (D.lgs. 42/2004), tra cui: 

  • piani paesaggistici (art.143);
  • autorizzazione paesaggistica (art.146);
  • interventi infrastrutturali come l’apertura di strade, cave e la posa di condotte industriali e civili in prossimità di beni paesaggistici (art. 152);
  • autorizzazioni per cartellonistica pubblicitaria in aree di valore ambientale e storico (art. 153);
  • colore delle facciate su edifici situati in centri storici o zone tutelate (art. 154);
  • compatibilità paesaggistica e sanzioni per difformità rispetto ai vincoli paesaggistici (art. 167 e 181).

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Gli obiettivi della proposta

Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha rilanciato la proposta sui social sottolineando come questa riforma segua la linea del decreto “Salva-Casa”. Secondo i promotori, la modifica consentirebbe di snellire la burocrazia, riducendo i tempi di attesa per cittadini e imprese e trasferendo ai Comuni la decisione finale sulle questioni edilizie e urbanistiche.

L’intento è quello di alleggerire il carico di lavoro delle Soprintendenze, concentrandone l’azione sui monumenti e sulle opere di alto valore storico-artistico, mentre per le restanti aree la competenza passerebbe agli enti locali.

Critiche e preoccupazioni dall’opposizione

L’iniziativa ha generato forti reazioni da parte delle opposizioni, in particolare dal Partito Democratico. Irene Manzi, capogruppo democratica nella Commissione Cultura della Camera, ha definito l’emendamento un “grave attacco alla tutela del patrimonio culturale italiano e un pericoloso precedente che rischia di compromettere la pianificazione urbanistica delle nostre città”, sostenendo che l’eliminazione del parere vincolante delle Soprintendenze potrebbe favorire una deregulation dannosa.

Secondo l’opposizione, le Soprintendenze rappresentano un presidio fondamentale per la salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico del Paese. Rimuovere il loro potere decisionale potrebbe esporre i territori a interventi edilizi poco controllati, mettendo a rischio l’identità storica e ambientale delle città italiane.

Possibili scenari futuri

Nonostante il parere contrario atteso dal Ministero della Cultura, la proposta della Lega potrebbe trovare consensi in un’ottica di semplificazione amministrativa.

Tuttavia, restano aperti diversi interrogativi, tra cui la capacità dei Comuni, soprattutto quelli con minori risorse tecniche e amministrative, di assumere un ruolo così centrale nelle decisioni urbanistiche e paesaggistiche.

Se approvata, la riforma segnerebbe un cambiamento significativo nell’equilibrio dei poteri tra Stato ed enti locali in materia di tutela del territorio. La sfida sarà trovare un punto di equilibrio tra la necessità di semplificare le procedure e il dovere di proteggere il patrimonio culturale e paesaggistico nazionale.

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