Con la sentenza del consiglio di Stato sez. VI, n° 856/2017, utilizzando i pannelli solari colorati è stato possibile conciliare la necessità di incentivare il risparmio energetico e la tutela del paesaggio di un’area ubicata nelle vicinanze di un centro storico.
La vicenda è iniziata nel 2010 con la richiesta del proprietario di un immobile di installare dei pannelli fotovoltaici sul tetto. Il no del Comune è stato perentorio: trattandosi quella in cui era ubicato l’edificio, un’area di forte interesse pubblico con tetti tutti coperti da coppi rossi i pannelli fotovoltaici avrebbero alterato la percezione visiva nonché creato una commistione di materiali.
Pannelli solari colorati, un problema visivo ma anche di materiali
Il proprietario allora ha proposto un nuovo progetto che prevedeva l’utilizzo di pannelli fotovoltaici colorati con una tinta rosso mattone e la copertura uniforme della zona del tetto esposta ai raggi solari. Ma la Soprintendenza non ha accolto la richiesta sostenendo che in questo modo veniva risolto il problema della percezione visiva ma non quello della commistione di materiali quindi richiedeva di coprire tutto il tetto, comprese le zone non esposte all’irraggiamento solare.
Questa richiesta comportava sicuramente una spesa oltre che insostenibile anche inutile quindi il proprietario è ricorso al Tar che a sua volta ha confermato quanto deciso dalla Soprintendenza. Lo scorso 23 febbraio il Consiglio di Stato con la sentenza n. 856, ha ribaltato la situazione consentendo al proprietario di procedere con l’intervento e quindi installare i pannelli fotovoltaici colorati nella sola zona del tetto esposta all’irraggiamento solare, tutelando quindi il paesaggio con la scelta del colore omogeneo rispetto a quello dei coppi dei tetti della zona.
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