Le patologie riscontrate in facciata possono interessare l’intera superficie o solo alcune parti.
La prima distinzione, in funzione dell’estensione è:
- patologia puntuale, se riferita solo a particolari o piccole estensioni superficiali;
- patologia a zone, se si ripete più volte nella facciata o allo stesso piano;
- patologia diffusa, se interessa completamente una facciata o un’ampia fascia
della stessa.
Vediamo in questo articolo estratto dal volume Manuale per il restauro e la manutenzione delle facciate di Luigi Vantangoli ed Emma Francia edito da Maggioli Editore, quali sono le patologie più comuni delle facciate e una breve distinzione in base alla posizione e alle cause di manifestazione.
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Manuale per il restauro e la manutenzione delle facciate
Il presente manuale è un volume completo e dettagliato scritto da due autori esperti che uniscono le loro esperienze di ricerca, progettazione e lavoro manuale in cantiere. Il libro fornisce strumenti operativi per conoscere metodi di rilievo e sviluppare un progetto di restauro e manutenzione intelligente e programmata nel tempo. È rivolto a progettisti, tecnici ed imprese che operano nel settore del restauro e del recupero di facciate degradate di edifici storico-monumentali, residenziali e industriali, coprendo l’intero ventaglio delle tipologie edilizie. Tra i numerosi contenuti, tutti di taglio pratico e operativo, si segnalano i metodi per redigere un progetto di restauro che permetta una futura manutenzione programmata, un’analisi sui cicli applicativi, con particolare attenzione alla preparazione dei supporti, per sviluppare una strategia di intervento che tenga conto delle esigenze specifiche dell’edificio e delle sue facciate degradate. Ampio spazio viene dato alla trattazione delle patologie delle facciate e dei fenomeni legati all’umidità delle murature, il tutto corredato da un ricchissimo apparato iconografico di supporto all’apprendimento e alla comprensione dei particolari e delle lavorazioni. Completa l’opera una sezione in cui le indicazioni pratiche sono illustrate operativamente attraverso l’esame di 14 casi di studio significativi che spaziano da complessi residenziali a strutture industriali e, ovviamente, a facciate di palazzi e strutture di interesse storico e culturale.Emma FranciaArchitetto libero professionista, svolge incarichi per privati ed enti pubblici per la stesura di Piani di Recupero dei Centri Storici. Lavora sia nel campo della progettazione architettonica che nel campo del recupero e restauro di edifici di valore storico-monumentale. É consulente di ATENA s.r.l. con l’incarico di re- sponsabile dell’area formativa e culturale ATENA UNIVERSITY: svolge attività di organizzazione e di docenza dei corsi di aggiornamento professionale per tecnici professionisti.Luigi VantangoliGeometra con vastissima esperienza come tecnico di cantiere, dirigendo prima cantieri di nuova costruzione e poi di recupero e restauro. Dal 1983 inizia la sua attività in proprio come tecnico consulente per la vendita di materiali e tecnologie per il restauro. Svolge l’attività di product manager per diverse aziende italiane per la messa in commercio di linee di prodotti per il restauro di facciate. Ad oggi svolge il ruolo di Amministratore Delegato di ATENA s.r.l. azienda che sviluppa la Green Technology, per il trattamento delle acque e il risanamento di muri umidi per risalita capillare.
Luigi Vantangoli, Emma Francia | Maggioli Editore 2024
52.25 €
Indice
Patologie facciate: la posizione
Quando si individua la parte di facciata interessata dalla patologia è importante documentare la sua posizione in riferimento all’altezza o al piano, per poter essere in grado di verificare, nel tempo, se il trattamento di ripristino eseguito ha provveduto alla completa eliminazione della patologia o se questa si ripresenta.
Inoltre se la patologia si ripresenta, per capirne le cause si potranno eseguire periodici monitoraggi su quella stessa superficie.
Le patologie di facciata possono coinvolgere:
- solamente la superficie esterna dell’intonaco (es. la pittura),
- interessare anche il substrato (es. l’intonaco),
- coinvolgere l’intero supporto (es. lo spessore murario).
La tecnologia attuale mette a disposizione strumenti diagnostici che permettono di osservare cosa succede sia all’esterno che all’interno dei muri. Le tecniche di indagine possono essere di tipo non-distruttive, semi-distruttive o distruttive nei confronti dell’apparto murario preso in esame.
Patologie facciate: le indagini
Sono indagini:
- non-distruttive quelle applicate a strutture o superfici che non richiedono demolizioni, non alterano l’aspetto o la materia della muratura stessa;
- distruttive quelle che richiedono l’utilizzo di campioni consistenti, distruggendo o modificando l’apparato murario in modo per lo più irreversibile;
- semi-distruttive quelle che non causano distruzioni né modifiche irreversibili, ma si limitano ad utilizzare campioni provenienti da piccoli fori o prelievi di dimensioni ridottissime.
Patologie facciate: quando si possono manifestare
Vi sono patologie che nascono già al momento della costruzione, solitamente dovute ad errori di progettazione, definiti errori fisiologici. Ad esempio, un muro portante eseguito o progettato in modo sottodimensionato sarà soggetto a cedimenti e fessurazioni, che interesseranno anche le superfici esterne.
Anche la realizzazione di un ampliamento del fabbricato con un nuovo volume, eseguito senza particolari accorgimenti quali un’adeguata ammorsatura delle pareti o, in alternativa, l’esecuzione di un giunto strutturale, senza considerare che è molto più importante rispettare i naturali movimenti strutturali e di dilatazione dei due differenti corpi, porterà a delle inevitabili crepe molto evidenti.
La maggior parte delle patologie, però, si manifesta durante la vita dell’edificio; di norma le patologie insorgono per:
- naturale invecchiamento dell’edificio,
- mancanza di manutenzione,
- manutenzioni e/o restauri errati,
- eventi traumatici naturali (sisma, alluvioni, incendi, eruzioni vulcaniche, ecc.).
Nei primi due casi va notato che la maggior parte dei danni è provocata dall’acqua, o da elementi contenuti e veicolati dall’acqua stessa: acqua meteorica, acqua a pH acido, acqua da condensazione, acqua da schizzi provocati dal traffico stradale, acqua che rimbalza sulle cornici nebulizzando e corrodendo, acqua sotto forma di gelo, acqua da risalita capillare, acqua sotto forma di aerosol e nebbia anche salina, acqua da percolazioni di lattonerie malandate, acqua come attivatore di reazioni chimiche disgreganti ecc.
Insieme all’acqua troviamo frequentemente i sali, solubilizzati e veicolati dalla stessa, che provocano distruzione chimica attraverso trasformazioni molecolari e distruzione fisica data dalla crescita enorme di volume nel momento in cui il sale passa dalla fase ionica di soluto a quella cristallina macroscopica.
Le patologie nelle facciate storiche
Elenchiamo, sommariamente, le patologie che ricorrono più frequentemente nelle facciate storiche.
Alcune sono macroscopiche, molto diffuse e ben conosciute. Altre sono meno evidenti e più subdole, più difficili da riconoscere. Spesse volte sono presenti contemporaneamente in modo integrato e combinato. Le elenchiamo brevemente:
- umidità per risalita capillare;
- percolazioni d’acqua dal tetto, da aggetti quali balconi, da opere di lattoneria;
- problematiche dovute a concentrazioni di sali veicolati dall’acqua;
- aggressioni di organismi vegetali (muffe, licheni, erba, cespugli);
- degrado di intonaci a calce ed elementi lapidei calcarei, dovuti ad aggressioni chimiche come le piogge acide o lo smog (il carbonato di calcio, alcalino, si trasforma in gesso, cioè solfato di calcio, acido);
- degrado degli intonaci dovuto ad erosioni fisiche del vento;
- crepe e cavilli di varia natura e dimensione;
- dilavamento delle finiture colorate;
- uso errato ed incongruo di materiali o tecniche di manutenzione e restauro (cemento, pitture e rivestimenti sintetici pellicolanti e non traspiranti, consolidamenti errati, ecc.).
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