Il Consiglio di Stato ha reso noto un parere di più di 200 pagine al testo del codice degli appalti varato dal Governo, articolo per articolo. La prima contestazione, quella più generale, riguarda i tempi stretti in cui la commissione governativa ha redatto il testo. Ne sono derivati incoerenze e difetti.
Il CdS riconosce però che il nuovo Codice appalti rappresenta una sfida storica affidata a un delicato equilibrio, che punta a ottenere un codice snello ma che deve anche garantire controlli efficaci. Per questo il nuovo codice appalti deve essere seguito da atti attuativi chiari, tempestivi e coordinati.
Alla fine dei conti, però, per il Consiglio di Stato l’aspetto positivo del Codice Appalti è sostanzialmente uno: la scelta di abbandonare il regolamento attuativo unico per accogliere la sfida della soft law affidata all’Anac.
Clicca qui per scaricare il testo del Codice Appalti approvato il 3 marzo in CdM.
Consiglio di Stato: aspetti negativi del Codice Appalti
Scarica il parere del Consiglio di Stato.
– Il CdS è contrario alla semplificazione eccessiva dei piccoli appalti.
– Consiglia di prestare attenzione alle deroghe concesse per agli appalti della protezione civile.
– Consiglia di prevedere un congruo periodo transitorio per il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, allungando da uno a due anni il tempo massimo per introdurre dei correttivi con un nuovo decreto del governo,
– Inoltre le stazioni appaltanti avranno maggiore discrezionalità, ma devono essere poche, ben organizzate e qualificate,
– L’obiettivo della riduzione del numero delle stazioni appaltanti, attraverso qualificazione e centralizzazione obbligatorie, è da perseguire salvaguardando meglio le piccole e medie imprese nei confronti della grande committenza.
– Viene richiesto un maggior rigore nella disciplina dei requisiti morali dei concorrenti attraverso l’ampliamento del novero delle condanne penali per cui si è esclusi. La possibilità di sanare le irregolarità di gara attraverso il soccorso istruttorio deve essere sempre garantita senza l’applicazione di sanzioni, come prevedeva la delega.
– Il Consiglio di Stato chiede poi di valutare il ripristino della possibilità di escludere le offerte anomale in modo automatico e di ridurre il contributo unificato per i ricorsi.
-Il principio di separazione tra progetto e lavori non va eluso ricorrendo a contratti atipici di partenariato pubblico privato.
Tre sono i punti sui quali si è andato oltre i limiti della delega, già accennati sopra, ma vogliamo metterli in fila:
– va prestata più attenzione ai piccoli appalti.
– deroghe alle procedure ordinarie di gara concesse per gli appalti della protezione civile.
– il débat public sulle grandi opere deve essere subito obbligatorio.
Un chiarimento importante arriva sulla natura della regolamentazione flessibile affidata all’Anac. Le linee guida generali (che sostituiscono il vecchio regolamento) proposte dall’Anac e adottate dal Mit sono un vero regolamento. Dall’altra parte se irrigidisce l’iter di approvazione, che dovrà includere anche un passaggio alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato. Anche le linee guida settoriali, ma vincolanti, dovranno passare da Palazzo Spada e seguire alcune garanzie procedimentali garantite e minime. Per quelle non vincolanti resta il valore di un semplice valore di indirizzo.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento