Digitalizzazione appalti e contratti pubblici: CIG che confusione!

Complessità degli adempimenti per l’acquisizione dei Codici Identificativi Gara e problematiche di interoperabilità tra piattaforme e ANAC: ANCI scrive all’Anticorruzione che accoglie la richiesta di riattivazione dello smart CIG per gli affidamenti diretti fino a 5 mila euro

Simona Conte 15/01/24
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CIG, che confusione! Con l’avvio delle nuove procedure di digitalizzazione degli appalti e dei contratti pubblici, previste dal Codice dei contratti pubblici, sono sorte delle problematiche che hanno interessato le Pubbliche Amministrazioni, comprese le scuole.

Complessità delle procedure, blocchi e rallentamenti delle piattaforme dedicate hanno portato l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) a scrivere all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per chiedere un intervento risolutivo per sbloccare la situazione per gli affidamenti diretti inferiori a 5 mila euro.

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Va difatti ricordato che con le nuove regole, dal 1° gennaio 2024, la richiesta e la gestione del CIG (Codici Identificativi Gara) avviene in modalità integrata con la Piattaforma dei Contratti Pubblici di ANAC.

Vediamo di seguito quali sono state le segnalazioni dell’ANCI e la risposta dell’ANAC.

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La lettera di ANCI all’ANAC e al MIT

Il Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Veronica Nicotra, ha inviato una lettera al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Giuseppe Busia, e al Capo di Gabinetto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Alfredo Storto, manifestando le preoccupazioni dei Comuni, soprattutto quelli di minori dimensioni demografiche, in relazione alle nuove norme sulla digitalizzazione degli appalti e dei contratti pubblici.

Le preoccupazioni riguardano principalmente la complessità degli adempimenti per l’acquisizione dei Codici Identificativi Gara e le difficoltà di interoperabilità tra alcune piattaforme e l’ANAC. La lettera evidenzia le criticità principali segnalate dai Comuni, tra cui la questione della prescrizione dell’utilizzo di piattaforme per affidamenti diretti inferiori a 5 mila euro, la prolungata attesa per l’ottenimento del CIG, la registrazione a piattaforme regionali sussidiarie con tempistiche incoerenti, e i problemi organizzativi legati all’obbligo di accesso tramite SPID, che limita la collegialità del lavoro negli enti di minori dimensioni.

Nella lettera, l’ANCI chiede un intervento risolutivo per preservare il corretto svolgimento delle attività amministrative degli enti locali, proponendo il ripristino dello smart CIG per gli affidamenti diretti inferiori ai 5 mila euro e sollecitando tempestività nelle azioni correttive per affrontare le altre problematiche evidenziate.

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ANAC riattiva lo Smart CIG fino al 30 settembre 2024

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha accolto la richiesta dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e, con un comunicato del 10 gennaio, ha riattivato la smart CIG per gli affidamenti diretti fino a 5 mila euro. Questa decisione è stata presa in risposta alle difficoltà segnalate dai Comuni, soprattutto per quelli di dimensioni ridotte, dopo l’entrata in vigore delle nuove norme sulla digitalizzazione degli appalti pubblici.

Le criticità principali riguardano gli affidamenti diretti inferiori a 5 mila euro, per i quali l’utilizzo di piattaforme era stato precedentemente esentato dalla legge 296/2006. Tuttavia, il nuovo Codice Appalti del 2023 prescrive l’utilizzo di piattaforme telematiche dal 1° gennaio 2024. Per sbloccare la situazione Nicotra ha suggerito il ripristino della funzionalità dello smart CIG per semplificare queste procedure.

L’autorità ha accolto il suggerimento e nel comunicato scrive che al fine di favorire le amministrazioni nell’adeguarsi ai nuovi sistemi che prevedono l’utilizzo delle piattaforme elettroniche e garantire così un migliore passaggio verso l’amministrazione digitale, l’utilizzo dell’interfaccia web messa a disposizione dalla Piattaforma dei Contratti Pubblici – PCP dell’autorità, raggiungibile al link, sarà disponibile anche per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5 mila euro fino al 30 settembre 2024.

Si tratta di una modalità suppletiva che può essere utilizzata in caso di impossibilità o difficoltà di ricorso alle PAD per il primo periodo di operatività della digitalizzazione.

ANAC evidenzia che anche in questo caso la stazione appaltante deve comunque garantire la tempestiva trasmissione delle informazioni alla BDNCP, attraverso la compilazione dell’apposita scheda (AD5).

Per gli affidamenti di importo pari o superiore a 5 mila euro restano ferme le indicazioni già fornite in merito all’obbligo di svolgere le procedure di affidamento mediante PAD. Restano valide le indicazioni con riferimento alle spese giornaliere di importo inferiore a 1.500 euro (delibera n.585 del 19 dicembre 2023).

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Dal 1° ottobre 2024 obbligo di ricorso alla piattaforme certificate

Dal 1° ottobre 2024 anche per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5 mila euro sarà obbligatorio ricorso alle piattaforme certificate. Pertanto, ANAC invita tutti i soggetti interessati alle attività necessarie a garantire la corretta operatività dell’ecosistema di approvvigionamento digitale.

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Foto:iStock.com/marchmeena29

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