Terminato il MADE Expo 2015 la sensazione è che il Building Information Modeling sia sempre meno un “oggetto misterioso” e sempre più un tema che attira l’interesse dei professionisti tecnici e della pubblica amministrazione.
Dalla parte sana del mondo imprenditoriale, professionale e pubblico emerge sempre più forte la volontà di combattere l’opacità nel settore dei lavori pubblici, dove boiardi e mandarini si muovono in modo spregiudicato, facendo lievitare i costi a danno di tutta la collettività.
In questo senso la metodologia BIM rappresenta lo strumento ideale per combattere questi fenomeni, garantendo la trasparenza nei costi e nei tempi di realizzazione delle opere pubbliche e non solo.
Abbiamo incontrato al MADE Expo l’ing. Luca Ferrari, direttore generale di Harpaceas e direttore di ISI, e l’ing. Paolo Odorizzi, autore del recente manuale Il Building Information Modeling – BIM (Valore, gestione e soluzione operative) edito dalla casa editrice Maggioli.
Con entrambi abbiamo potuto parlare a tutto campo del BIM, scoprendo alcuni aspetti che non tutti gli addetti ai lavori conoscono ancora.
Mauro Ferrarini. Durante il BIM Summit 2015 e poi al recente MADE Expo abbiamo potuto constatare un grande interesse sia da parte dei progettisti che da parte delle aziende del settore delle costruzioni. È corretto dire che è finita l’era pioniera del BIM in Italia?
Luca Ferrari. Negli ultimi anni il BIM è stato implementato da molte realtà italiane, le quali hanno immediatamente colto i vantaggi operativi ed economici dell’utilizzo di questa metodologia. Nello stesso periodo la grande maggioranza dei piccoli studi, che caratterizza il mercato delle costruzioni del nostro paese, ha ignorato prima e ha travisato poi il BIM. Infatti per molto tempo, ed ancora oggi in alcuni casi, il BIM è stato erroneamente identificato come un software.
Mauro Ferrarini. E oggi? Le sensazioni sono positive o negative?
Luca Ferrari. Negli ultimi mesi tuttavia la sensazione sembra cambiare. Le richieste di informazioni sul BIM che arrivano alla nostra azienda sono sempre più numerose. La maggioranza di queste richieste arrivano da realtà di dimensioni medio-piccole, e questo ci ha consentito di rilevare che la percezione del BIM come metodologia si sta affermando sempre di più.
Per far fronte a questa richieste abbiamo messo in campo una nuova offerta formativa, che vedrà la luce tra pochissimo tempo pensata proprio per le realtà medio-piccole del settore delle costruzioni.
Mauro Ferrarini. Cosa sarebbe in concreto?
Luca Ferrari. Si tratta di una serie di corsi di formazione sulle diverse declinazioni del BIM, architettonico, strutturale, impiantistico, solo per citarne alcuni, creati appositamente per tutti coloro che vogliono muovere i primi passi verso il BIM, che vogliono essere accompagnati, quasi presi per mano direi, per avvicinarsi al BIM. Dire che l’era pioneristica sia finita è forse ancora un azzardo, ma sicuramente la sensazione è cambiata. Il percorso verso il BIM è iniziato anche nel nostro Paese, ed è irreversibile.
Mauro Ferrarini. Nuove costruzioni e infrastrutture. L’uso del BIM è sempre stato associato a interventi di grandi dimensioni, ma durante il BIM Summit è emersa anche la possibilità di impiegare la metodologia BIM per interventi di recupero e di ristrutturazione. Ci conferma questa possibilità? Su quali interventi in particolare, l’impiego del BIM potrebbe essere particolarmente vantaggioso?
Luca Ferrari. Assolutamente sì, confermo che il BIM è applicabile anche per interventi di recupero e ristrutturazione. I vantaggi che il BIM può offrire anche in questo particolare settore delle costruzioni è’ stato ben evidenziato con l’intervento al BIM Summit del 3 marzo scorso, dal prof. Stefano Della Torre, docente di Restauro presso il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano e presidente di Building Smart Italia, l’associazione che promuove il BIM nel nostro Paese.
Gli strumenti software necessari per mettere in pratica il BIM hanno le funzioni che consentono di affrontare un progetto di recupero o di restauro, producendo gli stessi vantaggi ottenibili dall’uso del BIM per un nuovo progetto. Il BIM è un metodo che produce vantaggi a tutta la filiera e per tutte le tipologie di lavoro. Vorrei cogliere l’occasione per segnalare un caso reale di applicazione del BIM per il progetto di ristrutturazione del “Castello di Bergamo”. La metodologia, gli strumenti e i vantaggi ottenuto sono stati raccolti e descritti all’interno del volume di recentissima pubblicazione da parte di Maggioli Editore Building Information Modeling BIM – valore, gestione e soluzioni operative , che vede come autori Paolo Odorizzi e Massimo Stefani di Harpaceas e Mario Caputi di in2it.
Mauro Ferrarini. E allora parliamo del manuale. Al MADE Expo è stato presentato questo nuovo volume. Quali contenuti troveranno i lettori? A chi si sente di consigliare in modo particolare la lettura del manuale?
Paolo Odorizzi. Il tema del BIM, oggi posto con decisione all’attenzione di tutti gli operatori del settore delle costruzioni, è ancora in forte fase evolutiva. Le definizioni, le interpretazioni, i seminari, le documentazioni e le esperienze si susseguono in un ambito di grande dinamicità. In questo contesto la promozione del BIM a mio giudizio va organizzata su un doppio binario: da un lato occorre approfondire le esperienze svolte fin ora e farne tesoro per impostare attività formative e normative adeguate a quella che appare come una richiesta del mercato mai sazio di rinnovamento tecnologico e di argomenti per incrementare qualità, efficienza e produttività, dall’altro vanno messe in campo tutte le attività che possono contribuire a trainare i soggetti che ancora non si sono orientati in questa direzione, con informazioni fornite in modo più chiaro, semplice e pratico.
È in quest’ultima direzione che i tre autori hanno cercato di organizzare il loro lavoro con l’intento di allargare il più possibile la platea di coloro che desiderano avviarsi all’impiego del BIM come evoluzione della tecnica di lavoro basata per lo più soltanto su output composti da elaborati grafici bidimensionali e corrispondenti relazioni di calcolo.
Mauro Ferrarini. Il sottotitolo del manuale indica anche “soluzioni operative”. Si tratta dunque di un libro che ai necessari aspetti teorici affianca strumenti pratici? Ci può dire qualcosa in merito?
Paolo Odorizzi. Le soluzioni operative applicabili in un contesto di progettazioni BIM sono tantissime e ancora non perfettamente definite, ancorché disponibili e utilizzabili soprattutto da chi ha capacità e inventiva in tema di organizzazione del proprio lavoro, comunicazione con strumenti innovativi, voglia di migliorare la propria organizzazione e la qualità dei propri servizi. Il testo propone commenti e osservazioni in diversi ambiti e per ciascuno di essi cerca di far intuire il potenziale lasciando tuttavia al lettore l’opportunità di inventare soluzioni operative anche migliori rispetto a quelle presentate.
Si è voluto principalmente offrire molti spunti di innovazione con lo scopo di far percepire al lettore il grande potenziale oggi reso disponibile dalle nuove tecnologie e ancora sottoutilizzato.
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