“L’ennesima notizia sul crollo della produzione edilizia conferma un settore al collasso che necessita di interventi urgentissimi: in primis va risolto il grande dramma dei ritardi di pagamento”, è durissimo il comunicato stampa dell’Aniem, Associazione nazionale delle imprese edili e manifatturiere che commenta i dati sempre più preoccupanti in cui versa il settore delle costruzioni (leggi Crollo della produzione in edilizia, 20% in meno rispetto al 2011).
“Non siamo più di fronte ad un ritardo dei pagamenti”, ha detto Dino Piacentini, il presidente Aniem, “che sarebbe già di per sé grave ed inammissibile: siamo alle prese con un sistema economico inefficace e squilibrato non fondato su reciproche obbligazioni”.
Nei mesi scorsi Aniem aveva già denunciato la drammatica penalizzazione dei ritardi che va da uno a tre/quattro anni, chiedendo l’immediato recepimento della direttiva europea che prevede espressamente, a differenza della precedente, il settore delle opere pubbliche tra i suoi ambiti di applicazione (il Parlamento Europeo ha imposto il limite per il pagamento di una fattura per beni e servizi, sia nel settore pubblico sia in quello privato, di 30 giorni).
Al di là delle ipotesi previste dalla normativa vigente quali cause di sospensione dei lavori, l’Aniem ritiene che, fosse solo per il rispetto del principio di equilibrio del rapporto contrattuale, l’interruzione delle opere si impone come unica cautela, per non vedere in via definitiva calpestati i principi fondamentali del diritto all’esercizio della libera attività economica.
Secondo l’Associazione non sono più in discussione interessi di mora o meccanismi di compensazione per il sopraggiunto aumento dei materiali. L’attuale ritardo/blocco dei pagamenti configura un dissesto finanziario del sistema imprenditoriale sul quale Aniem chiede a tutte le Istituzioni un intervento immediato e responsabile.
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