È banale dire quanto sia utile questo documento unico e omogeneo, uno strumento reale per far fronte al tracollo in cui versano i ponti italiani. Da dove si parte? Con le verifiche a cura degli enti proprietari e/o gestori: ponti e viadotti saranno censiti mediante le azioni previste dalle nuove Linee guida (finalmente approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici lo scorso aprile).
Via dunque alla fase di sperimentazione-valutazione che, come dichiara il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Massimo Sessa in un’intervista al Sole 24 Ore, si farà insieme alle università, per circa 12-18 mesi, attraverso un coordinamento che sarà in capo al Consiglio superiore, sentiti, come sempre, anche i gestori, che saranno chiamati ad applicarle. E poi?
Ponti esistenti, via alla fase sperimentale delle nuove Linee guida
Le nuove Linee guida sono state definite da tanti innovative, in primis per l’approccio multilivello, ma anche per aver messo al centro l’ente gestore dell’opera, che con tecnici competenti e strumentazioni adeguate potrà valutare azioni specifiche per l’infrastruttura (>> leggi questo approfondimento: Sintesi Linee guida ponti esistenti).
«Per quanto attiene la valutazione della sicurezza, la base delle linee guida è quella delle Ntc del 2008 e relativo aggiornamento del 2018, capitoli 5 ed 8: noi abbiamo solo procedimentalizzato un percorso, innovativo perché per la prima volta focalizzato sulla gestione dei Ponti Esistenti, in modo da offrire al gestore una procedura codificata univoca e omogenea, utile per valutare la sicurezza e lo stato dell’opera, la classe di rischio, la tempistica delle attività necessarie, le eventuali opzioni per la sua fruibilità».
Leggi anche: Ponti, approvate le Linee guida del Consiglio Superiore LLPP
«Le linee guida», specifica Sessa, «discendono dalle norme tecniche, ma diversamente dalle Ntc al momento non sono inquadrate in una procedura legislativa. Così il Consiglio superiore ha risposto all’esigenza di avere comunque uno strumento univoco e omogeneo e, su input del ministro delle Infrastrutture, lo ha realizzato in tempi rapidi riuscendo anche ad approvarlo in piena emergenza Covid».
Di fatto a differenza delle Ntc, e dei relativi aggiornamenti, che prevedono una procedura fissa che include un passaggio europeo e un’approvazione con Decreto ministeriale, le linee guida non hanno copertura normativa (anche se appunto discendono dalle Ntc). Non ci sarà quindi alcuna pubblicazione in GU e sono su base volontaria.
Cosa prevede la fase sperimentale?
«Adesso» risponde Sessa, «entriamo in una fase di applicazione che dovrà essere adeguatamente valutata, perché il tema complessivo, operativamente e scientificamente, è innovativo, complesso e non trattato dagli Eurocodici».
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Chi la gestirà?
A gestire questa fase di sperimentazione, sarà un gruppo di lavoro, non ancora nominato, ma che molto probabilmente, includerà i tecnici che hanno già lavorato sulle Ntc. «Ci sarà un gruppo di lavoro» conferma il presidente del Consiglio superiore «che includerà il mondo universitario, per elaborare i dati: non sarà una cosa banale, se si pensa al gran numero, tipologia, variabilità e localizzazione di ponti in Italia. Tutti questi dati dovranno essere elaborati per affinare il percorso indicato nelle Linee guida». Resta invece non chiara e definita l’obbligatorietà dell’applicazione delle linee guida, al momento non decisa.
Ponti ferroviari, a breve un nuovo documento
«Sono in arrivo anche le linee guida sui ponti ferroviari» anticipa Sessa. «In questo caso il lavoro sarà più semplice perché gli interlocutori sono più omogenei, Ferrovie e Ferrovie concesse: il lavoro è iniziato insieme; c’è stata una accelerazione sulle strade perché c’era più urgenza e maggiore eterogeneità e complessità».
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