L’incendio dell’edificio di Via G. Antonini, detto “Torre dei Moro”, a Milano ha creato un caso sulle giuste misure antincendio da adottare per gli edifici di grande altezza che presentano sistemi di facciata innovativi. Ad essere accusato è il rivestimento dell’involucro esterno del grattacielo, ma ad essere sotto indagine è anche l’impianto antincendio, in parte fuori uso. Al momento gli inquirenti stanno indagando sulle cause.
La sicurezza antincendio delle facciate, specie per gli edifici di grande altezza per i quali si registrano le maggiori innovazioni tecnologiche, rappresenta una nuova tematica in fase di studio per quanto attiene la progettazione e la realizzazione degli “involucri esterni” negli edifici civili.
L’apposita Guida Tecnica, che è stata emanata con la lettera circolare del Ministero dell’interno 31 marzo 2010, n. 5643, relativa ai requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili, è stata successivamente sostituita dalla lettera circolare n. 5043 del 15 aprile 2013, con cui il Dipartimento dei Vigili del fuoco ha aggiornato la normativa di settore mediante la produzione di una disposizione più adatta alle nuove esigenze costruttive.
Vediamo nel dettaglio quali sono le regole di progettazione antincendio da mettere in atto per l’involucro esterno, quindi per le diverse tipologie di facciate degli edifici civili, così come descritto da Claudio Giacalone nel volume Resistenza al fuoco delle strutture , edito da Maggioli Editore.
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Quali sono gli obiettivi della guida tecnica sui requisiti antincendio delle facciate?
La Guida Tecnica, anche in attesa di ulteriori sviluppi conoscitivi a livello europeo, continuerà a mantenere lo status di documento volontario e si applica agli edifici aventi altezza antincendio superiore a 12 metri. La disposizione è oggi richiamata dal decreto del Ministero dell’interno 25 gennaio 2019 che all’art. 2 riconosce la Guida Tecnica quale strumento idoneo per la valutazione dei rischi delle facciate.
La guida tecnica ha i seguenti obiettivi:
a) limitare la probabilità di propagazione di un incendio originato all’interno dell’edificio, a causa di fiamme o fumi caldi che fuoriescono da vani, aperture, cavità verticali della facciata, interstizi eventualmente presenti tra la testa del solaio e la facciata o tra la testa di una parete di separazione antincendio e la facciata, con conseguente coinvolgimento di altri compartimenti sia che essi si sviluppino in senso orizzontale che verticale, all’interno della costruzione e inizialmente non interessati dall’incendio;
b) limitare la probabilità di incendio di una facciata e la sua successiva propagazione, a causa di un fuoco avente origine esterna (incendio in edificio adiacente oppure incendio a livello stradale o alla base dell’edificio);
c) evitare o limitare, in caso d’incendio, la caduta di parti di facciata (frammenti di vetri o di altre parti comunque disgregate o incendiate) che possono compromettere l’esodo in sicurezza degli occupanti l’edificio e l’intervento in sicurezza delle squadre di soccorso.
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Per gli edifici di civile abitazione di altezza antincendio superiore a 24 metri, i requisiti di sicurezza antincendio delle facciate sono valutati con lo strumento della Guida Tecnica, per i fabbricati di nuova realizzazione e per quelli esistenti che siano oggetto di interventi comportanti la realizzazione o il rifacimento delle facciate per una superficie superiore al 50% della superficie complessiva delle stesse.
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Requisiti di resistenza al fuoco e compartimentazione
In via generale, non sono richiesti requisiti di resistenza al fuoco per gli elementi della facciata che appartengono a compartimenti aventi carico d’incendio specifico, al netto del contributo rappresentato dagli isolanti eventualmente presenti nella facciata, minore o uguale a 200 MJ/m². Non sono inoltre richiesti requisiti di resistenza al fuoco per gli elementi della facciata che appartengono a compartimenti all’interno dei quali il valore del carico di incendio specifico è superiore a 200 MJ/m² se essi sono provvisti di un sistema di spegnimento ad attivazione automatica.
Facciate semplici e curtain walls
La facciata deve presentare in corrispondenza di ogni solaio e di ogni muro trasversale, con funzione di compartimentazione, una fascia costituita da uno o più elementi costruttivi di classe di resistenza al fuoco E60-ef (o→i). Nel caso delle facciate di tipo curtain walls, ovvero in tutti i casi in cui l’elemento di facciata non poggi direttamente sul solaio, è inoltre richiesto che l’elemento di giunzione della facciata ai solai e ai muri trasversali dei compartimenti sia di classe di resistenza al fuoco EI60.
Le parti di facciata appartenenti alla fascia predetta, che devono possedere i requisiti di resistenza al fuoco, possono presentare aperture a condizione che, in corrispondenza delle stesse, sia previsto, in caso di incendio, l’intervento automatico di un’apposita serranda tagliafuoco, o sistema equivalente, avente il medesimo requisito di resistenza al fuoco previsto per le parti di facciata.
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Facciate a doppia parete ventilate non ispezionabili
Nel caso di facciate a doppia parete ventilate non ispezionabili con parete esterna chiusa, se l’intercapedine è dotata, in corrispondenza di ogni vano per finestra e/o porta-finestra e in corrispondenza di ogni solaio, di elementi di interruzione non combustibili e che si mantengono integri durante l’esposizione al fuoco, la parete interna deve obbedire alle stesse regole delle facciate semplici. Non sono richiesti gli elementi orizzontali di interruzione in corrispondenza dei solai se nell’intercapedine è presente esclusivamente materiale isolante classificato almeno B-s3-d0 ovvero se la parete interna ha, per l’intera altezza e per tutti i piani, una resistenza al fuoco EI30.
Nel caso di facciate a doppia parete ventilate non ispezionabili con parete esterna aperta, la parete interna dovrà presentare analoghi requisiti di resistenza al fuoco delle facciate semplici, se nell’intercapedine è presente esclusivamente materiale isolante classificato almeno B-s3-d0 ovvero dovrà avere, per l’intera altezza e per tutti i piani, una resistenza al fuoco EI 30 se nell’intercapedine è presente materiale isolante con classificazione di reazione al fuoco inferiore.
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Facciate a doppia parete ventilate ispezionabili
Parete esterna chiusa – Intercapedine interrotta da elementi di interpiano resistenti al fuoco
Nel caso di facciate a doppia parete ventilate ispezionabili con parete esterna chiusa, se l’intercapedine è interrotta da solai o setti di compartimentazione E60 per ciascun piano, la parete esterna ovvero la parete interna devono obbedire alle stesse regole delle facciate semplici. Nei solai e setti resistenti al fuoco, che interrompono l’intercapedine, possono essere praticate aperture allo scopo di consentire la circolazione di aria all’interno dell’intera intercapedine, a condizione che sia mantenuta salva la continuità della compartimentazione di interpiano attraverso l’intervento, in caso d’incendio, di dispositivi automatici di chiusura aventi requisito di resistenza al fuoco E60.
Parete esterna chiusa – Intercapedine priva di interruzioni
Nel caso di facciate a doppia parete ventilate ispezionabili con parete esterna chiusa, se l’intercapedine è priva di interruzioni orizzontali, la parete interna dovrà avere, per l’intera altezza e per tutti i plani, una resistenza al fuoco EW30 (i↔o). Nel caso in cui la parete interna sia di tipo curtain walls è inoltre richiesto che l’elemento di giunzione della facciata ai solai e ai muri trasversali del compartimenti sia di classe di resistenza al fuoco EI 60.
Parete esterna aperta
Nel caso di facciate a doppia parete ventilata ispezionabili con parete esterna aperta, la parete interna dovrà presentare analoghi requisiti di resistenza al fuoco delle facciate semplici.
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Misure alternative: sistema di spegnimento automatico facciata
In alternativa alle prescrizioni di cui ai punti precedenti è possibile dotare la facciata di un sistema automatico di spegnimento ad acqua, posizionato all’interno delle due pareti e dimensionato in modo da garantire una densità di scarica non inferiore a 10 l/min/m² sulle pareti interne della facciata che potranno avere superfici vetrate purché in vetro temperato con trattamento HST (Heat Soak Test). La portata dell’impianto, da considerarsi aggiuntiva alla portata destinata ad altri impianti di spegnimento previsti per l’edificio, deve essere tale da garantire il funzionamento contemporaneo, in erogazione, degli ugelli del piano immediatamente superiore a quello interessato dall’incendio, mentre la durata di scarica degli erogatori dovrà essere almeno pari a 60 minuti.
Foto:iStock.com/shaunl
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Nuovo Manuale di Prevenzione Incendi
Il Nuovo Manuale di Prevenzione Incendi, giunto alla quinta edizione, raccoglie in un unico testo organico e sistematico le disposizioni di prevenzione incendi applicabili alle attività a rischio di incendio, fornendo gli approfondimenti necessari per le casistiche per le quali spesso risulta difficile l’individuazione della soluzione, e sviluppa anche l’applicazione del Codice di prevenzione incendi che è basato su nuovi strumenti di progettazione, più versatili e riconosciuti a livello internazionale, in grado di pervenire a soluzioni tecniche più efficaci. L’opera racchiude il frutto di una lunga esperienza professionale nel campo della prevenzione incendi e nella verifica delle condizioni di sicurezza delle attività a rischio di incendio, ed è rivolta ai professionisti che operano metodicamente nel settore della prevenzione degli incendi ed anche a coloro che si confrontano occasionalmente con le problematiche di sicurezza. Il manuale costituisce quindi un indispensabile supporto di riferimento per i professionisti antincendio che, nell’attività di progettazione, sentono sempre più l’esigenza di disporre di informazioni organiche relative agli aspetti tecnici della sicurezza antincendio e alle procedure amministrative. In relazione ad esigenze di uniformità nelle valutazioni, il manuale consenteagli incaricati delle verifiche l’approfondimento di specifiche tematiche delle disposizioni tecniche di sicurezza antincendio, che spesso risultano molto complesse e che richiedono, per la loro soluzione, studi, approfondimenti e conoscenze specifiche nel settore dell’antincendio.Claudio Giacalone, laureato in ingegneria civile e in ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente, è un dirigente del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Svolge attualmente la funzione di Comandante dei Vigili del fuoco di Como. È stato componente della speciale commissione di vigilanza integrata EXPO, che ha valutato la sicurezza dei padiglioni espositivi di EXPO MILANO 2015. È stato componente del gruppo di lavoro che ha predisposto la regola tecnica verticale sulle attività di pubblico spettacolo e di intrattenimento
Claudio Giacalone | Maggioli Editore 2023
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