Pannelli sandwich: cosa prevedono le NTC 2018?

Deformabilità, carichi e sovraccarichi dei pannelli sandwich per le NTC 2018; il sistema di fissaggio secondo la norma DIN 18807

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Pannelli sandwich, per rivestimenti e coperture. Sia per questioni termiche che di facile posa in opera, il Pannello “panino” viene sempre più utilizzato nella realizzazione di strutture leggere metalliche e non. I pannelli sandwich consistono in pannelli metallici coibentati costituiti da doppi paramenti metallici, generalmente di acciaio zincato preverniciato con interposto un componente isolante connettivo di materiale inorganico oppure organico.

Pannelli sandwich: i requisiti strutturali

I principali utilizzi sono per coperture civili o industriali, e per pareti perimetrali esterno o interne. Per gli elementi strutturali, è necessario rispettare i requisiti normativi. I principali requisiti strutturali che il pannello deve possedere sono connessi alla resistenza alle azioni taglianti e flessionali, alla verifica dei limiti della deformabilità del pannello e alla resistenza delle connessioni agi sforzi di taglio e flessione. In particolare l’acciaio utilizzato come rivestimento deve possedere una resistenza allo snervamento di almeno 220N/mm2.

Deformabilità, carichi e sovraccarichi per le NTC 2018

In merito alla deformabilità le NTC 2018 prevedono alla tabella Tab. 4.2.XII i limiti di deformabilità degli spostamenti laterali δmax/L:
– coperture in generale 1/200;
– coperture praticabili 1/250.

In commercio esistono diverse tipologie di pannelli con diverse forme sia piani, curvi e grecati. La caratteristica che li distingue oltre allo spessore della parte di materiale coibentante, è la tipologia di acciaio utilizzato e il relativo spessore. Uno stesso pannello di uguale dimensione può prevedere acciai di rivestimento esterno di diversa resistenza.

Le nuove norme tecniche per le costruzioni pubblicate il 17/01/2018 e relativa circolare esplicativa dedica un paragrafo alle azioni da considerare sulle coperture per il carico da neve (paragrafo 3.4)

In merito ai coefficienti da utilizzare per la valutazione delle azioni (Tab. 2.5.I) e sovraccarichi (Tab. 3.1.II) la norma prevede per tre tipologie di coperture: coperture accessibili per la sola manutenzione, coperture praticabili e coperture per usi speciali quali impianti ed eliporti. Per il carico da neve sulle coperture invece, il carico viene calcolato in base alla formula qs= qsk * μi * CE*Ct

dove:
qsk è il valore di riferimento del carico della neve al suolo;
μi è il coefficiente di forma della copertura ricavati dalla tabella b. 3.4.II;
CE è il coefficiente di esposizione;
Ct è il coefficiente termico;

I coefficienti di forma delle coperture dipendono dalla forma stessa della copertura e dall’inclinazione sull’orizzontale delle sue parti componenti e dalle condizioni climatiche locali del sito ove sorge la costruzione. Per coperture a più falde, per coperture con forme diverse, così come per coperture contigue a edifici più alti o per accumulo di neve contro parapetti o più in generale per altre situazioni ritenute significative dal progettista si deve fare riferimento a normative o documenti di comprovata validità.

Il sistema di fissaggio: la norma DIN 18807

Il sistema di fissaggio più appropriato viene scelto sia in base al progetto che in funzione della tipologia di montaggio, in modo da garantire sicurezza, stabilità e tenuta anche in considerazione delle condizioni atmosferiche del sito quali acqua, vento e neve.

Gli elementi di fissaggio devono essere in grado di resistere alle forze dinamiche delle sollecitazioni cui i pannelli coibentati vengono sottoposti (sbalzi di temperatura, carico del vento, calpestio) garantendo la tenuta meccanica, la portata e l’isolamento.

Il numero e il posizionamento dei fissaggi dipende dalle condizioni locali di vento e dall’interasse degli arcarecci e l’altezza del fabbricato. In generale si consiglia un numero di fissaggio mai inferiore a 2 per metro quadro.

In merito alla superficie di appoggio ci viene in aiuto la norma DIN 18807 nella parte centrale è consigliabile un appoggio superiore a 6 cm e sul bordo un appoggio superiore a 4 cm per le strutture in acciaio. Mentre per le strutture in muratura un appoggio sia all’estremità che intermedio di 10 cm. Nel caso di strutture in legno l’appoggio minio è di 6cm.

Il fissaggio avviene in corrispondenza delle greche, per avere maggiore ancoraggio. Si inserisce tra la vite e la lastra profilata un cappellotto e una rondella in PVC, posizionata tra il cappellotto e la lamiera, impedisce la penetrazione di umidità.

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