Attestato di Prestazione Energetica: troppe figure abilitate, confusione per i clienti

Molti i tecnici che possono redarre l’APE (architetti, ingegneri, chimici..), molte le certificazioni per le quali il propriatario di un immobile deve rivolgersi a tecnici diversi ma non sempre

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Quello del Certificatore energetico che redige l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), indispensabile per la compravendita o l’affitto di un immobile o per richiedere i bonus fiscali, è un vero e proprio mestiere nuovo (relativamente), utile e attuale (sicuramente). Nonostante questo, non è sempre facile sfruttarne appieno le potenzialità. Perchè? Vediamo i motivi.

Attestato di Prestazione Energetica: le Regioni

Punto primo, le Regioni possono intervenire, almeno per dettare regole su come iscriversi agli elenchi ufficiali dei certificatori, ma non tutte mettono a disposizione gli elenchi. Anche per questo motivo, per i proprietari di immobili non è semplice individuare di volta in volta chi è il tecnico abilitato. In attesa di una banca dati nazionale dei certificati e dei certificatori (Siape), la gestione operativa è quindi in mano alle Regioni.

Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna hanno varato leggi specifiche. In queste Regioni sappiamo anche il numero esatto di chi esercita: rispettivamente 12.500 (di cui circa 9mila attivi), 8.100 e 7.523. Non sono pochi i casi di professionisti iscritti in più elenchi, soprattutto in Regioni confinanti. Enea e Sviluppo economico stanno stipulando, per il catasto impianti nazionale Siape, specifiche convenzioni. Sono già operative le convenzioni con il Lazio (da pochi mesi) e Abruzzo (dal 2013), dove gli elenchi contano rispettivamente oggi 3.576 e 8.456 nominativi. Stipulate anche quelle con Puglia, Calabria, Molise e Basilicata e in via di definizione quella con la Sicilia. In varie Regioni c’è una quota annuale o periodica per essere inseriti negli elenchi: in Lombardia è 120 euro l’anno, in Piemonte 150 ma solo per chi si è abilitato tramite corso.

APE: troppe figure professionali coinvolte

Punto secondo, la confusione delle professioni. In tutte le Regioni, per diventare certificatore energetico e compilare l’APE, sono tanti i percorsi formativi e professionali possibili. Le professioni coinvolte sono, come sappiamo, architetti, ingegneri, geometri e periti. Ma anche laureati in scienze e tecnologie agrarie, forestali e ambientali, della chimica industriale, diplomati in meccanica o meccatronica, matematici, fisici o chimici (con corso di formazione). Ci sono una cinquantina di lauree e diplomi che abilitano all’APE senza necessità di corso di formazione e ce ne sono una trentina con corso e esame, secondo il Dpr 75/2013. Seguire qualche ora in classe anche per chi è già abilitato comporta una massima di qualche centinaia di euro.

Per molti professionisti è un mercato talmente in crescita da poter pensare di investirci anche a tempo pieno. Una vera occupazione, insomma, che riguarda singoli professionisti, ma anche società, enti pubblici. Nonostante questo non è sempre facile per i proprietari degli immobili capire chi è il tecnico abilitato indicato.
Se pensiamo ai certificati da redigere quando si fanno i lavori in casa per i quali bisogna rivolgersi ai tecnici – un altro per esempio è la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) necessaria per la ristrutturazione – si capisce che non è facile orientarsi.
Inoltre, in totale sono 300 mila i professionsiti abilitati, di cui molti possono fare una cosa e anche un’altra: un geometra può fare l’APE e l’accatastamento, per esempio. Che confusione.

Insomma, un groviglio di figure che possono rilasciare la stessa Attestazione: non solo i classici tecnici ma anche i chimici, per esempio. “E cosa vuole da noi Ediltecnico?!” si chiederanno i chimici. Ma non è una questione che rivolgiamo a loro: è solo che con tante figure diverse che rilasciano l’APE, il cliente proprietario dell’immobile fa confusione. Lui fa questo ma anche questo, l’altro fa solo quello, però può fare anche quello che fa il primo, ma solo una cosa…

Il groviglio delle abilitazioni dell’APE risale al fascismo: di quel periodo sono le prime leggi sulle professioni. Sarebbe ora di mettere ordine insomma. Perché, con questa confusione, da un lato il cliente non sa bene come muoversi, dall’altro, pur essendo un mercato potenzialmente molto ampio, i professionisti tecnici non possono sfruttarlo quanto dovrebbe e potrebbe.

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Redazione Tecnica

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