Triple Zero, che responsabilità hanno i professionisti tecnici?

Qualche giorno fa ho parlato al telefono con Norbert Lantschner, nostro collaboratore ormai “fisso” ed esperto di grande sensibilità di efficienza energetica, di principi guida del Triple Zero e di problema climatico. Ci siamo confrontati sul tour di convegni Rigenera Tour (quali sono le tappe?) e sulla rigenerazione del patrimonio edilizio italiano. Poi, ci siamo ricollegati proprio a un discorso più ampio, che passa dalla casa, arriva alla scuola e tocca tutta la società. Professionisti tecnici compresi.

1) Norbert, cosa vuol dire per te “costruire per il futuro”?
Innanzitutto chi costruisce oggi ha fiducia nel domani. Però decisivo è quale futuro vogliamo? Con i nostri comportamenti di oggi mettiamo le basi di ciò che ci aspetterà domani, soprattutto come vivranno i nostri figli. Fuori dubbio i temi centrali dei prossimi decenni si concentrano sulle risorse energetiche e il cambiamento climatico. Le risposte che daremo nel settore strategico dell’edilizia definiranno il nostro benessere economico, sociale e ambientale. In altre parole, il futuro si costruisce oggi. Il come sarà il filo rosso del RIGENERATOUR 2016. Il ruolo di noi tecnici è quello di creare consapevolezza per i necessari cambiamenti, sia quelli climatici sia quelli energetici. Negare la responsabilità e non fare niente, possono diventare veramente pericoloso.

A proposito di energia, come possiamo adeguarci alla sfida energia? E come possiamo contribuire  al giusto cambiamento? Prima di tutto dobbiamo valorizzare il famoso “negawatt”, capire e agire che l’energia più pulita, la più intelligente oggi a disposizione è l’energia non consumata. Questo significa che dobbiamo prima di tutto efficientare l’involucro. Il diktat da seguire rigorosamente è di minimizzare i consumi energetici e massimizzare il comfort termico. I principi che ci devono guidare nell’edilizia sono essenzialmente: il TRIPLO ZERO – 1) zero consumo 2) zero emissioni 3) zero rifiuti. Principi che valgono non solo per le nuove costruzioni ma anche per le riqualificazioni.

2) Ok, queste sono le cose di cui si parla tanto ma in Italia non riusciamo ad avviare un processo costante.
È vero si è PARLATO TANTISSIMO ma si è FATTO POCHISSIMO. Nonostante che oggi abbiamo a disposizione il know how, le tecnologie, i sistemi e anche i materiali. Il maggior colpevole del non-fare è il Governo che non ha lungimiranza di interprete adeguatamente le sfide del tempo e di non aver sviluppato una chiara e idonea strategia per il nostro futuro. Con queste carte corriamo rischio di giocarci il nostro futuro. Penso prima di tutto alla grave dipendenza energetica dell’Italia. Non facciamoci  ingannare dal momentaneo basso prezzo del petrolio: non durerà. Altra preoccupazione viene dal cambiamento climatico che minaccia le zone del mediterraneo.  La nostra strategia deve mettere il focus all’indipendenza energetica. Dobbiamo passo per passo ma velocemente abbandonare il petrolio, il carbone e il gas naturale. E il primo settore di trasformazione è proprio l’edilizia.

Dico questo perché il problema energetico è anche sociale: le famiglie spendono troppo per l’energia e questo crea povertà. Rifare il patrimonio edilizio significa evitare di generare povertà e creare lavoro vero, un lavoro intelligente perché porta alla riduzione del consumo. Questo comporta anche a migliorare l’aria che respiriamo e contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra.

3) E a chi parla di nucleare sottolineandone gli aspetti positivi cosa ti senti di dire?
Il nucleare non ci aiuta a risolvere i problemi anzi gli crea.  Non abbiamo la materia prima in casa, per cui si passerebbe solo da una dipendenza all’altra. Ma il vero problema sta che quegli impianti non sono sicuri, nessuno ancora ha risolto il problema delle scorie, per non dimenticare che si tratta di una tecnologia costosissima se si tiene conto ti tutti gli aspetti.  Ripeto occupiamoci seriamente dello strumento dell’efficientamento. Soluzioni che immediatamente abbiamo a disposizione.

4) Vorrei ritornare sul problema sociale generato da un’edilizia vecchia. Che altro c’è da aggiungere a quello che dicevi prima?
Il nostro patrimonio costruito soprattutto nella seconda metà dell’ultimo secolo è particolarmente caratterizzato di essere energivoro, poco sicuro e con problemi di scarso comfort e salubrità. Un passo per nella giusta direzione per rimediare è stato fatto: quello degli incentivi. Però anche qui servono delle correzioni all’attuale sistema. Innanzitutto serve una cultura di programmazioni dei lavori di medio e lungo termine. Ogni anno sentire la stessa musica dei dubbi in merito, crea solo insicurezza fra gli attori coinvolti.  Inoltre ci vorrebbe un maggior sostegno sulla profonda riqualificazione e togliere il sostegno per interventi che non sono allineati alla strategia clima ed energia.

Per ottenere i giusti risultati serve un altro importante sforzo: la trasparenza. Su quel fronte in Italia abbiamo un notevole deficit. Per incentivare il risparmio energetico e l’efficienza, la trasparenza è fondamentale.

5) È stato quindi anche un problema di comunicazione?
Hai detto bene: comunicazione. Solo dalla conoscenza nascono nuovi comportamenti. Questo richiede soprattutto da parte dalla politica e dalle istituzioni un maggior impegno per informare e sensibilizzare i cittadini sui temi più importanti del nostro futuro e come ho spiegato prima, il futuro ha già iniziato. Siamo circondati da guerre, guerre per l’energia.

Il RIGENERATOUR 2016 serve a questo: fare passare l’idea che è importante abbassare il consumo energetico e cambiare il modo di costruire. Vogliamo informare, sensibilizzare e rendere visibili gli strumenti e tecnologie oggi a disposizione nell’edilizia. Non dobbiamo inventare niente, non serve sperimentare, siamo già pronti in edilizia. Contemporaneamente dobbiamo rimuovere gli ostacoli che abbiamo creato per il miglioramento del costruito. Noi tecnici abbiamo la responsabilità di avviare e accelerare questo cambiamento!

6) Quindi quando alcuni tecnici dicono che è difficile convincere i clienti che si oppongono al rinnovamento perché preferiscono mantenere impianti (di riscaldamento per esempio) vecchi e non sostituirli perché spendono meno subito non corrisponde a verità?
È troppo facile incolpare il cliente. Il tecnico deve saper spiegare bene che un intervento di riqualificazione profonda costa di più nell’immediato ma comunque si ripaga. Un segnale positivo è che sempre più committenti sono informati sulle tematiche legate alle costruzioni. Non è raro che spesso il cliente mette in crisi il professionista perché è più preparato di lui.

7) Come vuoi concludere il tuo intervento sulle pagine di Ediltecnico?
Un aspetto vorrei ancora ricordare: secondo OMS e OCSE l’inquinamento atmosferico costa in Europa il 10% del PIL e la fonte di inquinamento atmosferico numero uno è il settore dell’edilizia. Consumare meno energia per riscaldare e raffreddare le nostre abitazioni migliora la qualità dell’aria e combatte il cambiamento climatico e fa bene al portafoglio.  Questo sono i temi del Rigenera Tour mettendo al focus l’involucro performante e degli impianti innovativi che ci aiutano a rendere concreto la nuova edilizia.

 

Restructura 2016: tutte le tappe

Padova, 24 marzo 2016 – ore 9.30 – 13.30 (registrazione partecipanti ore 9.00)
Milano, 7 aprile 2016
Cuneo – Cherasco, 28 aprile 2016
Roma, 5 maggio 2016
Cesena, 26 maggio 2016
Bari, 9 giugno 2016
Napoli, 22 settembre 2016
Pisa, 13 ottobre 2016
Torino, 27 ottobre 2016
Genova, 17 novembre 2016

 

Immagine: www.rinnovabili.it

Giacomo Sacchetti

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