Stato legittimo: rappresentare un abuso in una pratica edilizia non equivale a sanarlo

Rappresentare un abuso edilizio negli elaborati grafici allegati a una pratica presentata per poter effettuare altri interventi non ne comporta la sanatoria automatica, anche se il Comune su questa base autorizza opere successive. Vediamo una recente sentenza del CdS.

Scarica PDF Stampa Allegati

Rappresentare un abuso edilizio negli elaborati grafici allegati a una pratica presentata per poter effettuare altri interventi non ne comporta la sanatoria automatica, anche se il Comune su questa base autorizza opere successive.

La sanatoria va richiesta sempre, non cambia nulla da questo punto di vista con la nuova normativa: un principio messo nero su bianco dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 8908 del 13 novembre 2025, che, affrontando un caso di interventi in zona vincolata, chiude definitivamente la porta a qualunque possibilità di scorciatoie.

>> Vorresti ricevere articoli come questo? Clicca qui, è gratis

Indice

Suggeriamo:

EBOOK

Check Edilizio e Urbanistico

Questo manuale è l’evoluzione e l’aggiornamento dell’eBook “Decreto Salva Casa: commento, guida e riflessioni tecnico-giuridiche” ad opera degli stessi autori, profondamente rivisto e attualizzato allo stato dell’arte della normativa e della giurisprudenza.   Si tratta di un manuale pratico di rapida consultazione e approfondimento sulle verifiche e i check edilizie e urbanistici da effettuarsi nelle fasi preliminari progettuali di interventi edilizi su edifici esistenti: – procedure edilizie,- verifica della conformità,- analisi vincolistiche,- pianificazione delle complessità,- individuazione delle criticità.   I due autori, Andrea di Leo, avvocato esperto di diritto amministrativo, con particolare riguardo all’ambito urbanistico-edilizio ma non solo, e Marco Campagna, tecnico appassionato della teoria ma anche e soprattutto della pratica delle procedure amministrative: sviluppano il presente manuale per dare al lettore una visione della disciplina edilizia e urbanistica il più ampia e chiara possibile, sia per quanto attiene all’ambito più strettamente pratico, ma senza dimenticare che, in Italia, ogni istanza edilizia, anche quella che può apparire più semplice, è in verità sovrastata da un grande insieme di norme che vegliano sui più disparati ambiti.   Marco CampagnaArchitetto libero professionista. Nel corso degli anni ha avuto modo di approfondire i temi dell’urbanistica applicata agli interventi edilizi, sia svolgendo pratiche in prima persona, sia operando come consulente o come perito, sia per conto di privati che per società, eseguendo parallelamente progettazioni e direzioni lavori per diversi interventi di recupero e di valorizzazione immobiliare. È attualmente componente della Commissione Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, formatore e docente in svariati corsi di aggiornamento e approfondimento professionale presso il medesimo Ordine e presso altre realtà. Andrea Di LeoAvvocato, opera nel diritto amministrativo, con particolare riferimento ai settori dell’urbanistica e dell’edilizia, anche in relazione ai profili vincolistici. Si occupa, inoltre, dei profili regolatori ed amministrativirelativi a ricettività, commercio e somministrazione, di appalti pubblici nonché dei profili amministrativi e regolatori dei settori innovativi (startup, sharing economy, mobilità e trasporti). Svolge attività di docenza (nell’ambito di master universitari) e formazione. È membro della Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti e Co-founder di Legal Team.

 

Marco Campagna, Andrea Di Leo | Maggioli Editore 2025

Il caso: abusi rappresentati ma non sanati

La vicenda esaminata riguarda un complesso di fabbricati in zona vincolata dove i proprietari avevano realizzato numerose difformità rispetto ai titoli edilizi: autorimessa con dimensioni diverse dal condono, modifiche alle aperture, trasformazione del sottotetto in locali abitabili. Nel corso degli anni, alcune di queste opere erano state rappresentate negli elaborati grafici allegati a successive pratiche edilizie (SCIA, permessi di costruire) che avevano ad oggetto altri interventi, come il rifacimento del tetto o la ristrutturazione di porzioni dell’edificio.

I proprietari sostenevano che tale rappresentazione avesse di fatto legittimato le difformità, ingenerando un affidamento tutelabile, ossia la legittima convinzione che le opere fossero regolari in virtù del comportamento tenuto dal Comune. Il Comune, al contrario, aveva ordinato la demolizione, ritenendo le opere prive di titolo. Il Consiglio di Stato ha dato ragione all’amministrazione senza possibilità di appello.

Rappresentazione grafica e stato legittimo, ambiti distanti

Il principio affermato dalla Sezione II è netto: “la rappresentazione di una certa situazione nell’elaborato relativo allo stato di fatto presentato a corredo di una pratica edilizia non vale di per sé solo a legittimarla”. L’assenso del Comune, spiega la sentenza, riguarda il progetto di trasformazione presentato, mentre lo stato di fatto costituisce il presupposto di quella valutazione, non l’oggetto dell’autorizzazione.

In altri termini: se un tecnico allega a una SCIA per modifiche interne la rappresentazione di un abuso edilizio preesistente – ad esempio una finestra aperta senza titolo – il Comune che autorizza le modifiche interne non sta implicitamente sanando quella finestra. L’autorizzazione copre solo gli interventi richiesti, non lo stato di fatto rappresentato negli elaborati.

Lo stato legittimo dopo il Salva Casa

La sentenza richiama espressamente le modifiche apportate all’art. 9-bis del Testo Unico Edilizia dal decreto Salva Casa in materia di stato legittimo. Il nuovo comma 1-bis stabilisce che lo stato legittimo dell’immobile può essere determinato dal titolo che ha assentito l’ultimo intervento edilizio “a condizione che l’amministrazione competente, in sede di rilascio del medesimo, abbia verificato la legittimità dei titoli pregressi“.

Senza questa verifica esplicita da parte del Comune, la semplice rappresentazione grafica non produce alcun effetto di sanatoria. Come ha chiarito il Consiglio di Stato nella sentenza n. 4127 del 14 maggio 2025, anch’essa citata nella pronuncia in esame, “lo stato legittimo delle preesistenze edilizie non può estendersi alle opere meramente rappresentate nell’elaborato grafico prodotto a corredo del titolo edilizio presentato o rilasciato per altre e diverse opere”.  In sostanza, chi rappresenta fedelmente lo stato di fatto negli elaborati – pratica corretta e doverosa dal punto di vista deontologico – non può ritenere che questo comporti alcuna forma di legittimazione implicita delle eventuali difformità presenti. Se nell’immobile esistono abusi edilizi, questi restano tali anche dopo essere stati disegnati in decine di pratiche successive.

Resta ferma la possibilità di richiedere una sanatoria attraverso gli strumenti previsti dalla legge – accertamento di conformità ex art. 36 o SCIA in sanatoria ex art. 37 del Testo Unico Edilizia – ma occorre verificare che sussistano le condizioni di legge, primo fra tutti il requisito della doppia conformità. Nel caso esaminato dal Consiglio di Stato, peraltro, l’amministrazione aveva correttamente respinto la SCIA in sanatoria perché gli interventi (modifiche di sagoma in zona vincolata) richiedevano l’accertamento di conformità con permesso di costruire, non essendo sanabili con semplice segnalazione.

No all’affidamento tutelabile per mancata contestazione delle carte

La sentenza esclude che il comportamento dell’amministrazione possa aver ingenerato un affidamento tutelabile nei proprietari. Se il Comune non ha esplicitamente verificato la legittimità delle opere preesistenti, il privato non può invocare alcuna forma di acquiescenza o sanatoria implicita basandosi sul solo fatto che quelle opere erano rappresentate negli elaborati di pratiche successive.

Il principio si applica anche quando le difformità sono evidenti negli elaborati grafici depositati: l’onere di individuarle e sanzionarle resta in capo all’amministrazione, ma il decorso del tempo o il rilascio di altri titoli edilizi non producono effetti legittimanti in assenza di una verifica espressa.

Corretta la revoca dell’autorizzazione paesaggistica in autotutela

Infine nella sentenza il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune anche per quanto riguarda la revoca della compatibilità paesaggistica in autotutela. Il Comune, infatti, ha il diritto di svolgere nuove valutazioni, anche in autotutela, e quindi revocare precedenti decisioni, laddove ne ricorrano i presupposti, come nel caso specifico.

Tabella: cosa costituisce stato legittimo

Costituisce stato legittimoNON costituisce stato legittimo
Titolo edilizio che ha assentito l’opera (permesso di costruire, DIA, SCIA)Rappresentazione grafica dello stato di fatto in elaborati allegati a pratiche edilizie successive
Ultimo titolo edilizio SE il Comune ha verificato espressamente la legittimità dei titoli pregressi (art. 9-bis comma 1-bis)Opere rappresentate in pratiche che avevano ad oggetto altri interventi
Sanatoria mediante accertamento di conformità ex art. 36 o SCIA in sanatoria ex art. 37Tolleranza o inerzia del Comune anche in presenza di difformità note
Condono edilizio perfezionatoAffidamento del privato basato sulla mancata contestazione di opere rappresentate negli elaborati
Verifica positiva dell’amministrazione in sede di rilascio del titolo sullo stato legittimo delle preesistenzeDecorso del tempo dalla realizzazione dell’abuso

Scarica qui la sentenza

SENTENZA CDS 8908 – 13 novembre 2025 263 KB

Iscriviti alla newsletter per poter scaricare gli allegati

Grazie per esserti iscritto alla newsletter. Ora puoi scaricare il tuo contenuto.

>> Se vuoi ricevere notizie come questa direttamente sul tuo smartphone iscriviti al nostro nuovo canale Telegram!

Consigliamo anche:

VOLUME

Come sanare gli abusi edilizi

L’opera contiene tutti gli strumenti utili al professionista per affrontare le criticità legate ad abusi edilizi e sanatorie, anche in considerazione della recente giurisprudenza e delle significative novità normative in materia. L’ottava edizione del volume è stata ampliata con le nuove disposizioni del Decreto Salva Casa, volte a sanare (o comunque a facilitare la sanatoria) di diverse irregolarità edilizie. Tra queste, il superamento del requisito della doppia conformità per la sanatoria, la particolare disciplina in tema di tolleranze costruttive e le aumentate possibilità di ottenere il cambio di destinazione d’uso. Con formulario, giurisprudenza, tabelle e schemi esemplificativi, il testo guida il professionista tra le violazioni in cui potrebbe imbattersi: attraverso l’analisi di casi concreti, l’Autore illustra operativamente come affrontare la fattispecie e quale procedura di sanatoria eseguire. Ciascun capitolo si compone di una prima parte in cui è riportata la ratio delle questioni in oggetto, con indicazione delle fonti normative; una seconda parte di commento, che intende identificare nella pratica gli ambiti applicativi degli istituti e le procedure di sanatoria e un’esauriente rassegna giurisprudenziale per argomento. Nicola D’AngeloMagistrato, autore di testi di diritto, collabora su tematiche giuridiche con diverse riviste tra cui “Progetto sicurezza”, “Rivista Giuridica di Po- lizia” e “L’Ufficio Tecnico”, pubblicate da Maggioli Editore.

 

Nicola D’Angelo | Maggioli Editore 2024

Iscriviti alla newsletter Stato legittimo: rappresentare un abuso in una pratica edilizia non equivale a sanarlo aoqzlwlnnk1v21gh
Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Antonella Donati

Giornalista professionista, vanta una vasta conoscenza delle normative vigenti in ambito edilizio con una particolare attenzione alle problematiche operative per i professionisti tecnici e agli aspetti fiscali. Ha pubblicato numerosi volumi e articoli che offrono approfondimenti …Continua a leggere

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento